Confapi fotografa la dimensione del fenomeno al momento dell'intruduzione del Job Act
A detta del premier Matteo Renzi sarà una «rivoluzione», che dovrebbe «riconoscere i diritti a una generazione» che finora non ne aveva. Il riferimento del presidente del consiglio è alle misure contenute nel Job Act e, in particolare, allo stop dei contratti a progetto. «Nei prossimi mesi» ha aggiunto, «200.000 co.co.pro e co.co.co potrebbero essere trasformati in rapporti a tempo indeterminato». Ma quali sono le reali dimensioni del fenomeno dei contratti di lavoro para-subordinato nel territorio? Confapi, attraverso Fabbrica Padova, il suo centro studi, ha provato a rispondere alla domanda. Scoprendo che proprio Padova è la provincia veneta che ha in essere più contratti di questo tipo.
I contratti a progetto, introdotti dalla legge Biagi per sostituire nel settore privato la collaborazione coordinata e continuativa, coinvolgono 502.834 italiani con un reddito medio annuale di 10.280 euro: più della metà ha tra i 30 e i 39 anni e più della metà sono donne. Secondo i dati di Veneto Lavoro i contratti di questo tipo attivi nel 2014 in regione erano 42.215 e, di questi, 11.305 sono stati stipulati nel Padovano, pari al 25% del totale. Il che significa che un contratto co.co.pro su quattro è stato firmato in questa provincia: una percentuale nettamente superiore a quella di tutte le altre, come evidenziato dalla tabella che vi proponiamo. Numeri che fanno pensare a un abuso del fenomeno e che da soli bastavano a far emergere la necessità di riformulare il sistema dei rapporti di lavoro.
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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A PADOVA OLTRE 11 MILA CONTRATTI A PROGETTO, IL 25% DI QUELLI PRESENTI IN VENETO
27.02.2015