Confapi Padova: la Camera di Commercio mantenga un ruolo di coordinamento e rappresentanza ma promuova privatizzazioni e disinvestimenti nell’universo delle partecipate. Il tramonto di Furlan? Non è una “bocciatura” all’uomo, ma un “bisogno di rinnovamento radicale”.
Cambiare marcia e puntare su obiettivi concreti e strategici per essere realmente vicini alle esigenze delle imprese padovane, sempre più aggredite e a corto d’ossigeno a causa del prolungarsi della grande crisi. Dai vertici di Confapi Padova, l’Associazione delle piccole e medie industrie della provincia, arriva un preciso appello al mondo delle categorie economiche padovane che nelle prossime due settimane dovranno trovare piena convergenza per battezzare il futuro Consiglio della Camera di Commercio di Padova - storicamente nella top ten delle Camere di commercio italiane per numero di aziende iscritte al Registro delle Imprese - e soprattutto per eleggere il nuovo presidente dell’ente che dovrà concentrarsi sui veri problemi del tessuto economico locale per tutto il quinquennio 2013-2018.
Per Confapi Padova l’obiettivo su cui puntare assieme alle altre categorie economiche padovane è «far nascere una Camera di Commercio nuova - interviene il presidente dell’Associazione Tito Alleva - dinamica, efficace e maggiormente vicina ai reali problemi che ogni giorno stanno vivendo tutte le imprese, dalla questione del credito al bisogno di internazionalizzarsi e di aggregarsi per mantenersi competitive sul mercato, sino alla difficoltà di pianificare qualsiasi azione a causa della recessione e della crisi dei consumi interni».
Il presidente si sofferma poi sull’esclusione del nome di Roberto Furlan, attuale presidente dell’ente di piazza Insurrezione in scadenza a fine maggio, dalla “rosa” dei sei nominati da Confindustria Padova per un posto nel prossimo Consiglio camerale: «Va preso atto che il mandato Furlan non ha portato ai risultati sperati e inizialmente programmati - sostiene Alleva - ma il fatto che non sia neppure stato inserito nelle liste dei futuri consiglieri non dev’essere letto come una bocciatura dell’uomo Furlan e del suo operato, bensì come la decisione di voler drasticamente cambiare marcia e di puntare su un rinnovamento radicale dei futuri organi amministrativi della Camera di Commercio».
Per quanto riguarda le strategie su cui l’ente camerale dovrebbe puntare sin dai primi mesi della nuova amministrazione, il direttore di Confapi Padova Davide D’Onofrio traccia la rotta: «Serve un ambizioso programma quinquennale che ridisegni le sfere di competenza dell’ente con l’obiettivo di abbattere significativamente il diritto camerale generando un piccolo ma significativo un vantaggio competitivo territoriale. Un esempio importante che sia faro di un nuovo corso che deve intraprendere il paese». Dove trovare le risorse? «E’ una sfida ambiziosa che coinvolge più ambiti - prosegue D’Onofrio - dal riordino delle partecipazioni promuovendo privatizzazioni e disinvestimenti, alla compressione del budget dei contributi alle imprese, fino alla promozione di attività di fund raising, pubbliche e private. Si facciano scelte coraggiose, si punti su pochi obiettivi strategici laddove gli strumenti a disposizione possano effettivamente fare la differenza per le imprese: export e credito in primis».
Diego Zilio
Ufficio Stampa
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ABBATTERE IL DIRITTO CAMERALE: UNA SFIDA POSSIBILE
21.05.2013