Regole e lavoro ai rifugiati, Confapi Padova promuove il piano presentato a Este dal sindaco Piva. Di seguito, l'articolo del Gazzettino di Padova di domenica 28 febbraio 2016.
A Este arriva lo Sprar, e l'accoglienza diventa un ingranaggio fondamentale dell'integrazione. È stato presentato ieri mattina in municipio il piano di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che coinvolgerà i Comuni di Este, Baone e Ospedaletto Euganeo, assieme a due cooperative e a molte realtà del territorio. A tenere a battesimo il sistema c'erano Giancarlo Piva e Luciano Zampieri, sindaci di Este e Baone, e l'assessore di Ospedaletto Stefano Parolo. Con loro i responsabili delle cooperative Coces e Villaggio Globale.
Pubblico e coop collaboreranno, grazie a un finanziamento legato a un bando nazionale, per fornire strumenti di integrazione di secondo livello. Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati - appunto Sprar - costituisce una vera e propria rete di centri di accoglienza di secondo grado, destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale. Non si tratta quindi dell'assistenza immediata che viene offerta ai profughi e ai migranti che arrivano sul territorio nazionale, ma di un progetto diffuso di integrazione sociale per chi «esce» dalla prima fase dell'accoglienza. Piccoli gruppi di rifugiati impareranno le regole e le leggi italiane, capiranno come inserirsi nel mondo del lavoro e pure come rapportarsi con la società nostrana. Operatori specializzati insegneranno loro come fare la spesa, come cercarsi un'occupazione pure come smaltire rifiuti e pattume secondo i regolamenti comunali.
«Questo progetto - avverte Piva - non ci costerà neppure un euro e rappresenta una vittoria rispetto ai percorsi provinciali che non si sono concretizzati». «L'integrazione - avverte quindi Zampieri - non è concentrazione, ricordiamolo. Per i nostri Comuni l'investimento sarà in termini di ore da parte di alcuni operatori e di impegno». Nella zona sono già ospitati circa 110 migranti: il «grosso» è al Manfredini, mentre don Luca Favarin sta portando avanti un progetto con una trentina di ragazzi nell'ex Giuseppini di Este. Un altro gruppo è a Rivadolmo, in una casa messa a disposizione di Percorso vita.
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