Nelle casse regionali arriverebbero 300 milioni di euro. Confapi Padova: «Situazione drammatica, scelta inevitabile»
È sempre più concreta l’ipotesi che il Veneto possa introdurre l’addizionale Irpef. Il presidente della Regione Luca Zaia ne ha discusso con sindacati e associazioni di categoria, anche se le maggiori resistenze sembrano provenire dal suo partito. L’addizionale verrebbe introdotta per la prima volta dal 2010 (Pedemontana a parte, quando venne messa e subito tolta). L’obiettivo? Recuperare 300 milioni di euro da destinare prevalentemente al sociale.
L’INCONTRO
Le possibili ricadute sulle diverse tipologie di contribuenti sono state presentate dal presidente Zaia, affiancato dagli assessori Francesco Calzavara e Roberto Marcato (Sviluppo), ai tre sindacati confederali e alle categorie economiche, tra cui Confapi.
«L’ipotesi di applicare o meno l’addizionale regionale Irpef emerge ogni anno», ha avuto modo di precisare Calzavara. «Quest’anno gli uffici dell’assessorato al Bilancio hanno fatto uno studio più approfondito sulle aliquote e sulle ricadute sul territorio. L’abbiamo presentato al tavolo di partenariato rinviando a una quindicina di giorni le riflessioni perché, se si deciderà di approvarla, dovrà essere una manovra ampiamente condivisa da tutti gli stakeholder».
GLI SCAGLIONI: LA SIMULAZIONE
Lo studio è una simulazione, in pratica dice quanto dovranno pagare i contribuenti di tasse in più per fruttare alla Regione un gettito di 300 milioni. Se venisse applicata, i la si pagherebbe nel 2024. Va precisato inoltre che la voce “addizionale regionale” si trova nelle buste paga anche nel Veneto, ma si tratta di quella dell’1,23% applicata ovunque per decisione statale.
Ai quattro scaglioni ufficiali (0-15 mila euro di reddito; 15-28 mila euro; 28-50 mila; oltre i 50 mila) le Regioni possono aggiungere ulteriori balzelli, che vengono scelti in maniera differenziata nelle varie zone d’Italia. A oggi, ad esempio, In Emilia Romagna, ad esempio, il primo scaglione paga l’1,33%, in Lazio è l’1,73%. Oltre i 55mila euro l’Emilia Romagna ha messo un’aliquota del 2,27%, la Lombardia dell'1,73%, il Lazio del 3,33%, mentre il Friuli ha per tutti gli scaglioni l'1,23% (e lo 0,70% per i redditi fino a 15mila euro). Da quanto trapela da Palazzo Balbi, i contribuenti del primo scaglione tassabile (di fatto il secondo di quattro, quello con un imponibile da 15 a 28 mila euro) sarebbero chiamati a versare circa 44 euro all’anno, poco meno di 4 euro al mese. Poi si aumenterebbe proporzionalmente: chi guadagna di più verserebbe di più.
VALERIO: «È IL MOMENTO DI ESSERE SOLIDALI»
Sulla possibile introduzione dell’addizionale Irpef in Veneto il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio si è espresso di recente, intervenendo ai microfoni di Antenna Tre. «In questi 12 anni la Regione del Veneto è stata tra le pochissime a non introdurla. Se è arrivata a chiederci di applicarla – e dico “chiederci” perché come Associazione di categoria siamo stati interpellati – vuol dire che la situazione è drammatica. Ma il nostro parere all’introduzione è stato favorevole, perché siamo certi che i fondi saranno destinati davvero a chi ne ha bisogno, e dico “davvero” perché sappiamo la serietà che guida chi sovrintenderà la misura. Se siamo arrivati a questo punto, significa che è il momento di essere solidali con chi ha più bisogno. Allo stesso tempo riteniamo necessari che gli sforzi sostenuti siano destinati a sostenere investimenti produttivi che rinforzino il tessuto economico».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova