Il Report annuale di Veneto Agricoltura, presentato a Legnaro (PD), segna comunque una crescita della PLV, pari a 5,6 mld/€. Mais, coltura più diffusa. Record per la soia. Ancora in calo imprese agricole e occupati. Male il radicchio, vino e carne in ribasso; e cresce il deficit della nostra bilancia commerciale agroalimentare. Manzato: quasi 1200 mio/€ fino al 2020 per l’imprenditoria e i giovani.
“Per l’agricoltura veneta il 2014 non è stato un anno del tutto positivo, in particolare a causa dell’andamento climatico, ma sta per partire il nuovo Programma di Sviluppo Rurale che fino al 2020 metterà a disposizione dei nostri imprenditori agricoli quasi ben un miliardo e duecento milioni di euro”. L’Assessore all’Agricoltura del Veneto, Franco Manzato, ha esordito così a Legnaro (PD), venerdì 16 gennaio, nel presentare le prime valutazioni sull’andamento del settore agroalimentare veneto nel 2014, elaborate da Veneto Agricoltura.
“Il PSR Veneto – ha detto Manzato - sarà tra i primi in Italia ad ottenere il via libera dalla Commissione europea, per cui presto usciranno i primi bandi orientati al rafforzamento delle nostre imprese agricole, alla competitività, alla banda larga, ai giovani (per i quali si sta organizzando - il 13 Marzo prossimo a Legnaro – un’intera giornata informativa). Nei prossimi anni, 850 milioni di euro saranno dunque destinati all’imprenditoria agricola veneta, ben 100 milioni ai giovani. Insomma, una grande opportunità da sfruttare al meglio”.
Anche il Commissario Straordinario di Veneto Agricoltura, Giuseppe Nezzo, ha puntato il dito sui cambiamenti climatici nonché sulla crisi economica in atto, che sempre più vanno ad incidere in maniera purtroppo negativa sui risultati delle annate agrarie. “Fortunatamente - ha ricordato Nezzo – la qualità che contraddistingue i prodotti della nostra agricoltura riesce spesso a contenere le difficoltà che i nostri imprenditori incontrano sui mercati”.
I dati sull’agroalimentare veneto 2014 presentati oggi da Veneto Agricoltura mostrano elementi di debolezza ma anche importanti segnali positivi.
Il fattore meteo, da che mondo e mondo è una “variabile fissa” per la produzione agricola. La sua incertezza va messa sempre in conto. Anche nel 2014, ce ne siamo accorti tutti, si sono riscontrate delle anomalie climatiche che hanno condizionato, in negativo e in positivo, i risultati produttivi delle varie colture.
In particolare, si è osservato un inverno con precipitazioni e temperature molto superiori alla norma, un’estate assai fresca e piovosa, un autunno molto caldo nei valori minimi e con precipitazioni nuovamente abbondanti a novembre.
Ma andiamo per gradi e vediamo subito i macroindicatori a cominciare dal valore complessivo della produzione lorda agricola veneta nel 2014 che segna un leggero incremento del 2% rispetto al 2013, il che corrisponde a circa 5,6 miliardi di euro. Un aumento dovuto quasi esclusivamente al miglioramento delle performance produttive. Ecco perché abbiamo detto che il fattore meteo è una “variabile fissa”…
Restando in “campo positivo”, favorito dal fattore meteo, va riconosciuto che l’eccezionale piovosità del periodo estivo ha certamente favorito una coltura divoratrice di acqua come il mais, che resta la coltura più diffusa in Veneto, nonostante una contrazione della superficie di 234.000 ettari (-6%), la cui produzione però è aumentata (ben +35%), raggiungendo quasi i 3 milioni di tonnellate (esattamente 2,9 mio/t).
Come da manuale però, i mercati hanno reagito a questo surplus (anche mondiale) con un ribasso dei prezzi: si calcola infatti un valore medio annuo in calo del 16%.
Gli altri cereali hanno avuto alterna fortuna dal punto di vista produttivo e commerciale:
- il frumento tenero ha mantenuto la produzione dell’anno precedente ma ha registrato un prezzo mediamente inferiore del 9%;
- il frumento duro ha incrementato sia la quantità raccolta che le quotazioni (rispettivamente del 38% e dell’11%);
- l’orzo ha subìto un calo di produzione (-5%) e di prezzo (-8%);
- il riso ha compensato la contrazione produttiva (-3%) con un andamento di mercato favorevole (+14%).
Ancora in calo il numero di imprese agricole iscritte alle Camere di Commercio del Veneto, sceso a 66.374 unità, con una flessione del - 2,7% nei primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013.
In calo anche (notevole) il dato degli occupati in agricoltura, scesi nei primi 3 trimestri del 2014 a circa 61.500 unità (-8,2%), interessando in maggiore misura i lavoratori indipendenti (-10,3%) rispetto a quelle dipendenti (-4%).
Colture industriali:
- soia, nuovo record produttivo veneto (520.000 t, +77%) in forza del contestuale aumento del 20% della resa e della superficie coltivata, determinando tuttavia (stesse cause del mais) un calo del 13% del prezzo medio annuo;
- barbabietola da zucchero, più che raddoppiata la produzione (+107%) in seguito a un forte incremento di superficie (+48%) e di resa (+40%);
- in significativo aumento anche la produzione di tabacco (+22%);
- tra le colture energetiche il girasole ha subìto un notevole calo di superficie (-44%),
- mentre il colza ha registrato un cospicuo aumento di produzione (+61%).
Le bizzarrie climatiche hanno penalizzato invece alcune colture orticole in pieno campo. In particolare il radicchio, la cui produzione è scesa del -26%; ma ne ha favorite altre: la patata ad esempio, ha aumentato la produzione del +49%.
Frutticoltura: va segnalata la crisi commerciale sofferta dalla frutta estiva, soprattutto dalle pesche, a causa del calo dei consumi e della pesantezza dei mercati che ha costretto la Commissione europea ad intervenire con misure urgenti di sostegno. Però, rispetto al 2013, la produzione è risultata in crescita per melo (+40%) e pero (+10%); stazionaria per actinidia. In calo per ciliegio (-22%) e olivo (-25%), quest’ultimo fortemente colpito come in quasi tutto il territorio nazionale ed europeo (con riduzioni di produzione al sud di anche il 50%), dagli attacchi di mosca e altro.
Vitivinicoltura: annata difficile, penalizzata da un’estate eccessivamente umida e piovosa che ha creato non pochi problemi alla difesa fitosanitaria e alla gestione dei vigneti. Le produzioni di uva e vino sono stimate in calo dell’11% rispetto all’anno precedente; ribasso che vale pure per i prezzi di uve e vini (circa il 5-10%).
Risultati alterni per la zootecnia. Si registra un aumento della produzione e del prezzo del latte intorno al 3-4%, ma la congiuntura favorevole di mercato è andata scemando nella seconda parte dell’anno.
Quotazioni generalmente in calo per la carne, sia bovina (-2%) che suina (-2%) e avicola (-5%), anche a causa della contrazione dei consumi. La riduzione dei costi per l’acquisto di mangimi e prodotti energetici ha tuttavia parzialmente preservato la redditività degli allevamenti.
Pesca: ancora in calo la flotta peschereccia veneta (-1,7%) ma i quantitativi prodotti nei primi 6 mesi del 2014 dalla pesca marittima sono stimati in aumento del 12%.
Infine si registra un nuovo deficit della bilancia commerciale veneta dei prodotti agroalimentari (relativa al terzo trimestre 2014), che si stima in aumento del +23,4% rispetto allo stesso periodo del 2013, che passa da 684 a 874 milioni di euro; un risultato dovuto ad un aumento delle importazioni (+5,2%) più che proporzionale rispetto alla crescita delle esportazioni (+1,8%).
Rimane invece invariato, dato confortante, il numero delle imprese attive nell’industria alimentare (3.662).
Consulta il report completo
Per ulteriori informazioni: www.venetoagricoltura.org
Ufficio Stampa Confapi Padova
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