E’ stato pubblicato in G.U. il Decreto n° 34/2014 con il quale il Governo da avvio alla Riforma del Mercato del Lavoro. Le novità sono importanti e modificano radicalmente la gestione e l’operatività del contratto a tempo determinato e del contratto di Apprendistato. Ne abbiamo parlato con Filippo Griggio (Area Sindacale Confapi Padova) assieme a Diego Maragno relatore al seminario in programma lunedì 7 aprile in Associazione.
«Prima di analizzare le novità (rinviando fin da ora ad una disamina più approfondita nel corso del Seminario) ci preme evidenziare il primo problema operativo di questa ennesima Riforma del Lavoro. Come noto il Decreto Legge è un particolare strumento legislativo che prevede l’immediata operatività delle disposizioni ivi indicate, ma comporta la necessità che il testo del decreto sia convertito in legge entro 60 giorni dal parlamento (sia dalla Camera che dal Senato)» sottolinea Griggio. «Questo significa che le modifiche in tema di contratto a tempo determinato e apprendistato sono oggi pienamente operative ma soggette a un ulteriore passaggio parlamentare che si annuncia fin da subito più complicato del previsto».
«Se da un lato questa Riforma viene criticata da alcune forze sindacali (CGIL in testa) e anche da alcune Associazioni di categoria per l’assenza di concertazione e dialogo tra Governo e parti sociali, un “campanello di allarme” è suonato direttamente all’interno della stessa maggioranza di Governo. Alcuni esponenti del Partito Democratico hanno esposto la necessità che il Decreto sia convertito con modifiche , nonostante il governo abbia già espresso la volontà di “blindare” il testo e non accettare variazioni. Quindi ancor prima di approfondire le varie tematiche e le novità del Decreto Renzi dobbiamo chiederci se tra 60 giorni sarà ancora questo il testo di legge e cosa sarà delle sue importanti novità. Questa incertezza pesa non poco sulle scelte che oggi un datore di lavoro si appresta a effettuare nello scegliere quale tipo di contratto di lavoro instaurare».
«Quello che possiamo oggi consigliare è un atteggiamento prudente in merito all’applicazione della novità onde evitare di utilizzare strumenti che poi potrebbero essere modificati/abrogati. Entrando nel merito della Riforma segnaliamo l’abolizione del contratto a termine motivato dalle famose “esigenze tecniche organizzative produttive” e la possibilità di instaurare liberamente un contratto di lavoro a tempo determinato fino ad un periodo massimo di 36 mesi. Anche sul fronte delle proroghe del contratto si passa dalla previgente possibilità di una proroga nel corso del rapporto, alla possibilità odierna di n° 8 proroghe nell’arco dei 36 mesi. Alle disposizioni di cui sopra, che ampliano il campo di azione del contrato a tempo determinato e ne snelliscono l’operatività , viene posto una limitazione stabilendo che i contratti a tempo determinato non possano superare il 20% dell’organico totale aziendale. Per le aziende con organico inferiore a 5 dipendenti è sempre possibile stipulare un contratto a tempo determinato».
Restano da chiarire le modalità con cui calcolare l’organico aziendale (i lavoratori apprendisti sono computabili? E i part-time pro quota? Gli stessi contratti a tempo determinato?) e la tempistica nella quale effettuare il conteggio (al momento dell’instaurazione del nuovo contratto a tempo determinato? Applicando la media dei 6 mesi?)
«Come anticipato le novità sono importanti, ma tutta questa incertezza non agevola certo il mercato del lavoro. Per analizzare compiutamente le novità e cercare di fornire alla aziende gli strumenti per affrontare nell’immediato la Riforma vi aspettiamo numerosi al Seminario di lunedì 7 aprile» conclude Griggio.
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