Era il 22 ottobre 2017: 2 milioni 273 mila cittadini veneti, pari al 98% dei votanti, si espresse per il sì nel referendum per l’autonomia differenzia e noi, a sei anni esatti di distanza, abbiamo cercato di capire quanta strada è stata percorsa da allora. E quanta ancora ne manca.
ADELANTE CON JUICIO: DAL REFERENDUM ALLA FIRMA DI MATTARELLA, TUTTE LE TAPPE
Sono passati esattamente sei anni da quando i cittadini veneti furono protagonisti di una pagina a suo modo storica. Questa è infatti l’unica regione dove si è tenuto un referendum consultivo riconosciuto dallo Stato nel quale la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto ha risposto sì alla “maggiore autonomia” della Regione, in applicazione peraltro di quanto scritto nella Costituzione italiana grazie alla riforma del centrosinistra del 2001. Quel giorno andò alle urne pure la Lombardia, certo, ma l’affluenza fu al 38% contro il 57% Veneto.
Ma cosa è successo da allora?
Ricapitoliamo i principali passaggi. Quattro mesi dopo il voto del 22 ottobre 2017 si giunse a una storica pre-intesa tra Governo e Regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) per l’autonomia su 5 materie: lavoro, istruzione, sanità, ambiente e rapporti con l’UE.
Caduto il governo Renzi, un mese dopo la Lega vinse le elezioni andò al governo con i 5 Stelle. Grazie al lavoro intenso del ministro Erika Stefani si giunse alla bozza di intesa Stato-Regione con un allargamento del disegno a 23 materie, ma furono i grillini a bloccare il progetto. Nel successivo governo Pd-5Stelle il ministro Francesco Boccia decretò la necessità di una legge-quadro che tracciasse i confini delle future trattative tra Stato e Regioni.
Una posizione ribadita dalla ministra Mariastella Gelmini nel successivo governo Draghi. Poi è toccato al centrodestra col governo Meloni: il ministro Roberto Calderoli ha presentato la legge-quadro, il 29 dicembre 2022. E si arriva così al 23 marzo 2023: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella firma le disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni.
IN COMMISSIONE
Il nodo però sono i Lep, ovvero i “livelli essenziali delle prestazioni” da garantire ovunque, e con le adeguate risorse. E da questo nodo arriviamo praticamente a oggi, perché prima che si possa intavolare una trattativa Stato-Regione devono essere fissati quelli.
E servirà che Roma dia altri via libera preliminari attraverso i lavori della Prima Commissione Affari costituzionali presieduta dal meloniano Alberto Balboni. Nelle ultime due settimane, in Commissione non è stato votato alcun emendamento. Eppure basterebbe poco: soltanto affrontare gli articoli dal 7 al 10, per un totale di una novantina scarsa di votazioni. E quindi, dopo i primi contrasti sulla gestione dei migranti, la Lega al Senato si sta preparando ad alzare delle piccole barricate, per arginare lo strapotere di Fratelli d'Italia, costringendo il partito a prendere in maggiore considerazione i compagni di Governo.
LA GIORNATA DELL’AUTONOMIA
Nel frattempo, mentre il disegno federalista del ministro Roberto Calderoli affronta gli scogli della discussione parlamentare, il gruppo leghista del Veneto lancia la Giornata dell’autonomia: sarà celebrata ogni anno il 22 ottobre, nella ricorrenza del referendum 2017 promosso dal governatore Luca Zaia.
A proporla, con prospettive di pronta attuazione alla luce della schiacciante maggioranza in aula, è stato il consigliere regionale Marco Zecchinato, spalleggiato dal capogruppo Alberto Villanova e dal vice Giuseppe Pan. Nel concreto, la giornata (finanziata con 100 mila euro nel biennio 2024-2025) dovrebbe alternare teoria e prassi, ovvero «momenti di studio e approfondimento storico e culturale» e a «iniziative di sostegno e attualizzazione, anche operando su un piano di diritto comparato con analoghe esperienze e processi a livello nazionale ed europeo». Il progetto è stato illustrato nel dettaglio nella mattinata di domenica 22 ottobre, a Cittadella, a conclusione di una conferenza dal titolo «Veneto autonomo, realtà o illusione?»: di scena il sindaco Luca Pierobon, lo studioso e cultore della Repubblica Serenissima Ettore Beggiato, Roberto Marcato, assessore a Palazzo Balbi, il citato Pan e Jacopo Maltauro, capogruppo del Carroccio a Vicenza.
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova