All’indomani del passaggio del disegno di legge sull’autonomia differenziata in Consiglio dei Ministri, lo scorso febbraio, Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, aveva fatto i conti su quanto costi il mancato federalismo nel territorio: per ogni cittadino veneto in ballo 3.819 euro pro capite. Ma, se questo è il dato che più balza agli occhi, non è l’unico da considerare. Attraverso il portale “Autonomia del Veneto”, che la Regione ha dedicato ai vantaggi che porterebbe l’attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, abbiamo raccolto in 10 pillole informative - ognuna cliccabile, con un link che rimanda alle relative spiegazioni - le ragioni del sì.
- Il contenimento della spesa di funzionamento (La spesa di funzionamento, costituita dalla somma delle spese di personale e per l’acquisto di beni e servizi, è uno degli indicatori utili per valutare l’efficienza dell’operatività regionale: la Regione Veneto registra la spesa di funzionamento più bassa tra le regioni a statuto ordinario, con un valore di 126,7 euro per abitante).
- La bassa tassazione (Un livello di tassazione ridotto, collegato a buoni standard di efficienza ed efficacia nella spesa, è indice di una gestione responsabile. Il Veneto presenta un valore di gettito di manovra negativo pari a -1,7 milioni, in quanto, oltre a non applicare aumenti, ha introdotto un’agevolazione per i soggetti disabili).
- Elevata qualità di Governo (L’European Quality of Government Index - EQI - è un indice calcolato dal Quality of Government Institute dell’Università di Gothenburg, al fine di monitorare la percezione, da parte dei cittadini, della qualità di governo a livello territoriale: tra le regioni italiane a statuto ordinario, il Veneto registra il primato per qualità amministrativa valutata sulla base all’EQI).
- Elevata qualità nelle prestazioni di assistenza sanitaria (Il Ministero dalla Salute verifica annualmente l’attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in sanità da parte delle regioni. Si tratta di una “pagella” sulla qualità delle prestazioni sanitarie offerte ai cittadini: calcolando la media ponderata il Veneto si posiziona al terzo posto con un valore di 90,2 - anno 2021).
- L’equilibrio economico del settore sanitario (La qualità del servizio sanitario deve essere perseguita con l’equilibrio delle gestioni sanitarie: nel periodo dal 2011 al 2021, il Veneto è al primo posto tra le regioni a statuto ordinario per il numero di anni - 11, come Umbria e Lombardia - con risultato positivo o nullo nei conti economici della sanità).
- È di 4 mila euro a testa il contributo netto del Veneto alla solidarietà finanziaria tra regioni (Il contributo netto del Veneto in termini di solidarietà verso gli altri territori regionali è pari a circa 20 miliardi annui, cioè 4 mila euro per abitante, in media nel periodo 2016-2020. Tale contributo è pari al 12,3% del PIL del Veneto).
- l contributo del Veneto alla solidarietà finanziaria nel settore sanità è di circa 750 milioni all’anno (La sanità delle regioni è finanziata da tributi - IRAP e addizionale regionale IRPEF - e dalla compartecipazione regionale al IVA, che viene attribuita a ciascuna regione per differenza tra il fabbisogno di spesa sanitaria riconosciuto dallo Stato e il gettito dei due tributi. Il contributo del Veneto è rilevante ed ammonta in media - anni 2013-2019 - a 749 milioni di euro).
- Ogni cittadino veneto beneficia di una spesa pubblica inferiore alla media nazionale (Nel dibattito sull’autonomia differenziata un elemento spesso considerato è quello dell’attuale distribuzione della spesa pubblica nelle regioni: un dato oggettivo è che la stessa, misurata in termini pro capite, al netto della previdenza, è inferiore al Nord, e soprattutto nel Veneto, rispetto alle altre aree del Paese. In Veneto, la Pubblica Amministrazione spende l’86% della media delle regioni a statuto ordinario, fatta pari a 100, cioè il 14% in meno; il solo Stato in Veneto spende l’83% della media RSO, quindi il 17% in meno).
- Concorso responsabile all’equilibrio dei conti pubblici (Le regioni hanno responsabilmente concorso al risanamento dei conti pubblici in tutte le stagioni. L’accumularsi dal 2010 ad oggi delle manovre di finanza pubblica a loro carico ha condotto a raggiungere il picco nel 2019, con un concorso cumulato di 20,3 miliardi per le Regioni a statuto ordinario - per il Veneto di 1,7 miliardi; per il 2023 il concorso cumulato a carico della Regione Veneto è stimato in 567 milioni).
- Per una nuova finanza regionale, autonoma e responsabile (L’art. 119 della Costituzione prevede per le regioni l’autonomia di entrata e di spesa, attraverso tributi regionali e compartecipazioni realmente legate al territorio. Il fondo perequativo (trasferimenti da Stato a regioni o tra regioni) deve essere l’unico intervento ordinario dello Stato necessario ad attribuire risorse alle regioni più povere. Se per il periodo 2013-2025 fosse stato attuato un meccanismo di finanziamento per la sanità, e per il trasporto pubblico locale, più aderente al testo costituzionale, perciò meno dipendente dalle decisioni dello Stato, e connesso agli effettivi andamenti dell’economia e della dinamica dei tributi regionali, le regioni avrebbero ottenuto complessivamente 274,3 miliardi in più di quanto effettivamente ricevuto, ed avrebbero potuto sostenere e potenziare due settori altamente strategici per il Paese).
Ufficio Stampa Confapi Padova