Valerio: «Non mancano solo le figure legate a Industria 4.0 ma anche carpentieri e saldatori. Il mondo della scuola deve cominciare a parlare sul serio con quello dell’impresa»
Il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori. Un paradosso tutto italiano, secondo il quale ai tanti disoccupati del Belpaese corrispondono aziende che faticano a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. Confapi Padova ha sollevato il problema, portandolo alla ribalta già da tempo, ma oggi resta più che mai ancora attuale: in media sul totale di assunzioni previste per luglio in Italia oltre una su quattro (il 27%) rischia di non andare a buon fine per mancanza di candidati. Anche Sky ha affrontato la questione, con un ampio dibattito all’interno di Sky Tg 24 Economia dello scorso 20 luglio, ospite il presidente Carlo Valerio. Al centro l’allarme lanciato pochi giorni prima da Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, «Nei prossimi due o tre anni avremo bisogno di 5-6mila lavoratori, ma non so dove trovarli. Si tratta di carpentieri, saldatori... Abbiamo lavoro per 10 anni, cresciamo a un ritmo del 10 per cento, ma sembra che i giovani abbiano perso la voglia di lavorare».
«Due anni e mezzo fa abbiamo sollevato il problema e ne stiamo ancora parlando. Succede essenzialmente perché il lavoro tecnico non viene considerato come dovrebbe e perché non c’è vera comunicazione tra il mondo dalla scuola e le imprese», ha sottolineato Valerio nel suo intervento. «Le figure che mancano sono di vario tipo: a suo tempo parlavamo della mancanza di tecnici ad alta specializzazione, ma ciò che chiede oggi Fincantieri, se guardate bene, è un’altra cosa: ha bisogno di carpentieri e saldatori, figure lontane dalla realtà di Industria 4.0. Industria 4-0 è un’area e richiede lavoratori che abbiano determinate competenze, ma c’è n’è una che ancora rimane scoperta legata a mansioni che esistono da ben più tempo e di cui ci sarà sempre bisogno. Lo stereotipo dei lavori che i ragazzi non vogliono più fare è una semplificazione, il fatto è che spesso i ragazzi nemmeno sanno che esistano certe occupazioni, e questo accade proprio perché non c’è il modo di arrivare su serio a loro attraverso l’alternanza scuola/lavoro, oppure attraverso l’apprendistato».
Nel corso del dibattito, anche un confronto col sistema duale tedesco. Poi la chiusura sul ruolo degli istituti tecnici superiori, che, in Veneto, sono 7 (due a Padova) e che hanno un valore formativo e professionalizzante alternativo alla laurea: secondo i dati del MIUR, in Veneto, oltre l’82% degli allievi trova lavoro ad un anno dalla conclusione dei corsi, in particolare negli indirizzi del turismo, della meccatronica e della moda.
«Occorre distinguere fra le varie aree del Paese. Nel Nordest il livello della disoccupazione è abbastanza simile a quella tedesco, io credo anche per merito nostro, ma questo è un tema ulteriore che ci porterebbe fuori dall’ambito di discussione», ha concluso Valerio. «È fondamentale che vengano fatti conoscere ai giovani, ma è altrettanto sicuro che l’alternanza scuola/lavoro vada svolta in modo diverso da come è affrontata in Italia».
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Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova