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BITONCI: «PADOVA ERA LA CITTÀ PIÙ TASSATA D’ITALIA, GRAZIE A ME NON È PIÙ COSÌ»

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«Per prima cosa firmerò l’accordo di programma dell’ospedale. Già impostata una serie di nuove grandi opere»

 Massimo Bitonci ci riprova. 51 anni, già sindaco di Cittadella dal 1994 al 2002, e già capogruppo in Senato della Lega Nord, dopo la sfiducia dello scorso novembre della maggioranza dei consiglieri comunali, che lo ha costretto alle dimissioni da sindaco di Padova, punta al bis: si ricandiderà alle prossime amministrative e, come nella scorsa tornata elettorale, alla Lega si unirà Forza Italia (dopo la rottura dello scorso novembre a causa della sfiducia di due consiglieri). Ecco le sue risposte alle domande di Confapi Padova.

1) Nuovo polo ospedaliero padovano: qual è la sua idea a riguardo?

«L’anno scorso è stato raggiunto un accordo con Regione e Università per far sorgere il nuovo Polo della Salute, di tipo universitario, su un terreno di 500 mila metri quadri, interamente di proprietà del Comune, in zona San Lazzaro. In via Giustiniani resterà poi il Sant’Antonio (l’ospedale dei padovani), con la novità di un nuovo centro pediatrico che sorgerà lì al posto del vecchio fabbricato di pneumologia».

2) Centro congressi in Fiera. Qual è la sua posizione?

«Positiva: può essere un importante volano per lo sviluppo del settore congressuale e fieristico padovano, anche sotto un profilo internazionale. Essenziale sarà che i lavori proseguano rapidamente e che Fiera Immobiliare preveda la gara per la sua gestione nel minor tempo possibile. La nostra amministrazione ha già sostenuto l’ente fieristico con un finanziamento di 4,5 milioni di euro – destinato alla ristrutturazione dei tetti dei padiglioni – e manterrà il proprio appoggio ai nuovi soci padovani che hanno preso in affitto d’azienda la Fiera dal gruppo GL Events».

3) Stadio: Plebiscito o Euganeo nel futuro del Calcio Padova?

«L’Euganeo è riconosciutamente uno degli stadi più brutti, inefficienti e contestati d’Italia. La soluzione può essere quella, già avviata dalla nostra amministrazione (e che ha incontrato il parere favorevole di tutti gli enti preposti a decidere in merito: dal Coni ai vari enti provinciali), di una semplice ristrutturazione dello Stadio Plebiscito, oggi sottoutilizzato e non più a norma da anni. Questo permetterà di risparmiare milioni e milioni di euro in fondi pubblici e di ricreare quell’effetto “fossa dei leoni” che chi frequentava lo storico Stadio Appiani ricorderà bene».

4) Come rilanciare la Zona Industriale di Padova?

«La Zona Industriale di Padova è la più importante d’Italia. Un’area con spiccate caratteristiche commerciali e artigianali. Il nostro dovere è mantenere intatto questo spirito, senza manipolarlo né snaturarlo. La nostra amministrazione comunale si impegnerà in una riqualificazione e in un ampliamento dell’area – oggi richiesto a gran voce dal mondo industriale e non – che la trasformerà in uno spazio favorevole agli investimenti, grazie allo sviluppo di infrastrutture, trasporti, tecnologie: tutto pensato entro un'ottica di sostenibilità economica ed ambientale, da vera smart city».

5) Ci dica la prima misura che prenderà, se diventerà sindaco, per rilanciare l’economia del territorio.

«Con la nostra amministrazione si è già verificato un cambio di rotta da questo punto di vista. Comunque, come prima cosa firmerò l’accordo di programma sul nuovo ospedale a Padova Est, che darà un impulso eccezionale alla sanità e alla città in generale. Poi continuerò nella riduzione delle spese comunali e nel taglio (già applicato) delle tasse comunali, destinando i fondi risparmiati ad altre opere pubbliche, grandi e piccole. La mia è una visione keynesiana dell’economia, in qualche modo: la spesa pubblica deve essere oculata, trasparente, ma deve esserci! Per così dare impulso all’economia e farla ripartire più rapidamente. Non si può lasciare tutto in mano al mercato come vorrebbe qualcuno a Bruxelles».

6) Si impegna a scongiurare l’ulteriore aggravio di imposte locali sulle attività produttive?

«L’abbiamo già fatto tagliando l’Imu sulle imposte produttive dello 0,5% - cosa che non era mai stata fatta, a Padova, da alcuna delle amministrazioni precedenti - oltre all’Irpef, alla Tasi, alla Tari e all’imposta di soggiorno. Una volta eletti, nel 2014, abbiamo rilevato che Padova era il comune italiano con la più alta tassazione pro-capite in Italia. Italia, non solo Veneto o Nordest. Ora non è più così e mi si può togliere tutto, ma non questo grande risultato».

7) C’è spazio per altre grandi opere a Padova?

«Certamente. Con la vendita delle azioni di Hera è già stata impostata tutta una serie di nuove grandi opere. Attenzione, però: sempre con una cura prioritaria alla sostenibilità ambientale e al non ulteriore consumo del suolo. Infatti tra le grandi opere in programma c’è la riconversione dell’area cementificata e inutilizzata di Piazzale Boschetti in nuovo parco cittadino, il Parco Tito Livio. E poi il completo restauro delle mura cinquecentesche per tutti gli 11 km e quello del Castello carrarese di Piazza Castello e ancora ospedale, la ristrutturazione del Plebiscito, il nuovo piano urbano del traffico, in collaborazione con i comuni della cintura. Potrei continuare...».

8) Il numero di imprenditori extracomunitari nel territorio padovano, nel 2016, per la prima volta ha sfondato il tetto degli 8.000. La posizione di Confapi è quella dell’integrazione nel rispetto delle regole. La sua?

«Sono tutti benvenuti coloro che lavorano, pagano le tasse e rispettano le regole. Parlo soprattutto di certi casi di concorrenza sleale attraverso prodotti contraffatti, fenomeno che l’amministrazione Bitonci ha contrastato fin dall’inizio. Questa nostra posizione non cambierà e ci rivolgeremo anche con grande severità a quelle aperture e chiusure di partite Iva – da parte soprattutto di cittadini stranieri – un po’ troppo disinvolte e spesso atte ad aggirare leggi, tasse e controlli».

9) Università: è abbastanza integrata con la Città o si può fare di meglio?

«Abbiamo disposto uno stanziamento di 20 milioni di euro per la ristrutturazione degli impianti sportivi del Cus di via Corrado, così da dotare studenti, sportivi, semplici cittadini, di un centro sportivo adeguato e appunto aperto anche alla città. Abbiamo aperto nuove aule studio – di proprietà comunale – perché ci fossero più spazi di studio e d’aggregazione. In collaborazione con l’Università abbiamo predisposto un progetto volto a trasformare il famigerato complesso di via Anelli in uno studentato, per mettere a disposizione degli studenti degli appartamenti a prezzi calmierati. Senza contare il prolungamento dell’orario di chiusura dei locali del centro da mezzanotte alle due, con la parallela istituzione di una patente a punti per i bar, in maniera tale da andare incontro sia ai bisogni degli studenti che si vogliono divertire, sia dei cittadini che vogliono garantiti quiete e decoro».

10) Quali costi sono previsti per la sua campagna elettorale? Come la finanzierà?

«I costi sono sostenuti da Massimo Bitonci, in primo luogo. Poi da tutti i candidati che hanno scelto di mettere le proprie competenze al servizio della città e dai tanti, tantissimi sostenitori che credono nel nostro progetto e vogliono farci riprendere questo cammino da dove delle trame di palazzo l’hanno interrotto, a novembre 2016. Quei soldi ci servono per raggiungere la gente e raccontare quante cose abbiamo fatto durante questi due anni e mezzo. C’è molta disinformazione a riguardo, certi organi di stampa cercano di denigrare il lavoro che abbiamo svolto e la sensazione marcatissima è che lo facciano per tornaconto personale».

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Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

 

 

 

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