Parla il nuovo presidente: «A noi un ruolo di coordinamento su viabilità, scuole superiori, ambiente, pianificazione urbanistica e protezione civile. Mi auguro che venga rivista la norma che ci ha depotenziato»
É Fabio Bui il nuovo presidente della Provincia di Padova, eletto dagli amministratori dei 102 Comuni del territorio. Un’elezione che ha visto la convergenza della maggioranza dei sindaci e degli amministratori della provincia di Padova, che hanno riconosciuto in Fabio Bui - 53 anni, primo cittadino a Loreggia, espondente del Pd, nella vita extra-politica funzionario Ulss - capacità di sintesi, concretezza e disponibilità, già dimostrata nei 4 anni precedenti, dove ha ricoperto la carica di Vice Presidente. A lui, che presenterà la sua squadra di governo a gennaio, le congratulazioni e l’in bocca al lupo di Confapi Padova per il nuovo importante ruolo ricoperto.
«Ho accolto la candidatura con grande soddisfazione», dichiara il neo presidente, «vista l’indicazione così ampia e trasversale di tanti colleghi amministratori dei Comuni della provincia di Padova e credo abbiano intravisto nella mia persona una figura adatta a fare sintesi rispetto alle diverse sensibilità, idee e identità territoriali. In questi anni abbiamo maturato la consapevolezza che oggi la Provincia ha necessariamente un ruolo di servizio e coordinamento verso le municipalità. Guardo con attenzione e interesse al dibattito parlamentare in corso sulle Province e mi auguro che quanto prima venga rivista la norma che ha depotenziato la capacità di intervento. Le cose cambiano se le cambiamo assieme, ed è necessaria una riflessione approfondita sulla frammentazione del nostro territorio. Solo mettendo insieme le singole esperienze e disponibilità potremo raggiungere gli obiettivi prefissati e soddisfare le esigenze dei cittadini». Un concetto che Bui ha rimarcato successivamente anche nel discorso fatto in occasione del suo insediamento: «La riforma delle Province, pur presentando elementi di positività nella sua impostazione, è stato un caso esemplare di come sull’altare della demagogia, si possano rovinare esperienze amministrative di assoluta eccellenza. E Padova è una di queste eccellenze. E’ stata proprio la Provincia di Padova, anche grazie al ruolo del Presidente Soranzo all’interno dell’UPI, a sapere essere “faro” per il mantenimento di un buon livello dei servizi e a coordinare alcune politiche strategiche territoriali sostenendo tanti Comuni in moltissime opere, specie nel settore della viabilità e dell’edilizia scolastica».
Il programma del presidente Bui può sintetizzarsi in due parole: ascolto e concretezza. Le priorità sono rappresentate dai 102 Comuni del territorio con le loro richieste e necessità, soprattutto quelle dei più piccoli che diversamente non riuscirebbero a realizzare opere e infrastrutture per il loro territorio. Il modello “Provincia di tutti” adottato in questi anni dall’Amministrazione uscente ha dimostrato che si possono raggiungere risultati insperati, anche dove le normative nazionali condizionano negativamente la possibilità di risolvere i problemi. Con la riforma Delrio le Province sono diventati enti di secondo livello, ma secondo il neopresidente si dovrà ripensare a ridare una capacità strutturale di governo ad un Ente che, pur tra mille difficoltà, ha dimostrato di sapere dare risposte concrete ed efficaci nelle materie di competenza.
Nell’ente Provincia, i Comuni hanno bisogno di trovare un luogo di raccordo per materie come la viabilità, le scuole superiori, l’ambiente, la pianificazione urbanistica, la protezione civile etc.
«Oggi non c’è bisogno di promettere opere straordinarie», continua Bui, «ma di tanta quotidiana concretezza per adottare le migliori soluzioni rispetto alle necessità espresse dal territorio. E’ a queste esigenze che guarderò con attenzione, ponendomi come sindaco tra i sindaci e non come soggetto altro rispetto ai problemi. La Provincia dei Sindaci ha dimostrato di saper trovare anche nelle difficoltà le azioni giuste per rispondere ai cittadini. Mi piacerebbe che la politica affrontasse in maniera meno gridata i problemi, partendo dal confronto e non dallo scontro. Credo in una politica dove non ci sono avversari, ma persone che la pensano diversamente da me su alcune questioni: le diversità sono il lievito della politica e del progresso di una comunità».
Fabio Bui è convinto che nel panorama della politica italiana, i Sindaci siano gli amministratori che dovrebbero essere maggiormente ascoltati e valorizzati perché, restando a contatto con le necessità dei cittadini, sviluppano la virtù della concretezza.
«Tante sono le esigenze dei territori che oggi stentano a trovare una risposta nei palazzi romani», conclude Bui, «ma con più amministratori che abbiano fatto gavetta nei municipi, forse i problemi troverebbero una soluzione. La Provincia inoltre ha competenze precise in tutti quegli aspetti sovracomunali necessari alla vita civile capaci di dare risposte vere e veloci ai cittadini. Per questo mi piacerebbe iniziare il mio mandato visitando tre luoghi che mi hanno segnato personalmente in questi anni: la Città della Speranza per quanto sta facendo per la ricerca e la cura sanitaria, il Cuamm, orgoglio della Padova solidale che si mette a servizio delle popolazioni bisognose con medici specializzati e la Fonderia Anselmi di Camposampiero che per me è divenuta il simbolo di come si possano ottenere risultati inaspettati quando le Amministrazioni e la politica non si girano troppo presto dall’altra parte dicendo “questo non è affar mio”. Sono fiducioso che questo atteggiamento, segni la strada anche per il nuovo consiglio che si insedierà a gennaio».
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