«È necessario affrontare la questione con pragmatismo: il territorio necessita di molte opere, quindi è fondamentale stabilire le priorità per risolvere le criticità e l’invecchiamento della rete stradale». Daniele Canella parla dall’alto di un osservatorio privilegiato. Quello di chi è allo stesso tempo Vice Presidente Vicario della Provincia di Padova, con delega alla Pianificazione territoriale e Urbanistica, e Sindaco di uno dei comuni più interessati dai cambiamenti degli ultimi anni in tema di viabilità. Non per niente, il suo sarà uno degli interventi più attesi all’interno di “Alta Padovana: le strade che creano sviluppo”, convegno che, sotto l’organizzazione di Confapi Padova, si terrà il 16 giugno alle ore 17.30, nella Sala Consiliare di Piazzola sul Brenta.
Vice Presidente, sono soprattutto due i nodi strategici: la SS 47 e la SR 308.
«Occorre una programmazione a breve, medio e lungo termine, considerando sia le arterie principali sia la rete di distribuzione locale, che comprende le strade provinciali essenziali per il traffico. Da un lato, bisogna garantire maggiore fluidità e velocità alle due strade per migliorare i collegamenti; dall’altro, è necessario organizzare meglio il trasporto interno e garantire la sicurezza delle infrastrutture. L’Alta Padovana, infatti, è un’area produttiva diffusa, con poli industriali e un’alta domanda di collegamenti, inclusi quelli interni. Oggi è fondamentale analizzare la situazione attuale e individuare le priorità per risolvere i problemi che ci sono. Inoltre, è il momento di definire una strategia comune tra istituzioni territoriali, con il supporto dello Stato, dato che questi interventi richiedono finanziamenti nazionali».
Partiamo dalla situazione della Valsugana, per cui da anni si attende il passaggio sotto il controllo dell’Anas. Ci sono novità alle porte?
«Non mi occupo direttamente della questione, ma come responsabile del patrimonio provinciale confermo che procederemo con gli atti di trasferimento non appena sarà deciso. Purtroppo, da anni si parla della conclusione imminente della procedura, ma ancora si attende».
Per quanto riguarda la Nuova strada del Santo, la situazione è in parte diversa.
«Per la 308 sono stati effettuati importanti interventi di manutenzione, con altri in programma. Rispetto a due anni fa, la strada è più ordinata, salvo alcuni tratti che necessitano di ulteriori miglioramenti. Il futuro della 308 è strettamente legato alla costruzione del Policlinico di Padova: sarà necessario risolvere il nodo dell’Arco di Giano e ampliare le corsie in ingresso, almeno tra Cadoneghe e Padova. Inoltre, si deve prevedere un collegamento con la Pedemontana, realizzabile in più fasi. Attualmente, i flussi di traffico sono diretti verso Padova al mattino e in uscita la sera. Tuttavia, un collegamento diretto con la Pedemontana, attraverso investimenti progressivi, migliorerebbe l’infrastruttura stradale. L’obiettivo è ampliare i tratti esistenti: dove oggi ci sono due corsie, portarle a tre; dove ce n’è una, farne due».
Il nodo, anche qui, è finanziario. Per essere concreti: chi pagherebbe per questi interventi?
«Si tratta di un progetto stimato in circa un miliardo di euro, una cifra che richiede, per forza di cose, investimenti statali, perché non alla portata delle realtà locali. In questo senso, la Pedemontana ha reso ancora più urgente questa necessità, imponendo una visione strategica per il quadrante nord, un’area con forte vocazione produttiva».
Uno dei punti focali riguarda però la necessità di mettere d’accordo i sindaci coinvolti negli eventuali espropri. È così?
«I sindaci del Padovano, sia per la 308 che per la Valsugana, sono compatti nel riconoscere la necessità di investimenti. Sebbene queste opere richiedano espropri e modifiche territoriali, c’è consenso sul loro valore per il futuro della mobilità della zona».
E tuttavia, pare di capire, per SS 47 e la SR 308 servono strategie diverse.
«La 308 è una strada a scorrimento veloce con basi solide per un rafforzamento, e il suo raddoppio è discusso da anni. Per la Valsugana, almeno fino a Campo San Martino, la difficoltà principale è l’assenza di tracciati alternativi: servono investimenti per migliorare attraversamenti e velocizzare il percorso. Per entrare nello specifico, tra Campo San Martino e Cittadella si possono valutare alternative: potenziare il tracciato esistente o costruire una bretella parallela a San Giorgio in Bosco, come previsto dalla pianificazione. Nel tratto da Campo San Martino a Padova, invece, il contesto urbano rende difficile immaginare nuove strade. Fino a Paviola, si dovrebbe intervenire con sottopassaggi, rotonde, cavalcavia e altre opere per velocizzare il percorso».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova