Audizione in videoconferenza del presidente di Confapi Padova, in rappresentanza della Confederazione nazionale, davanti alla Commissione Industria e Agricoltura del Senato: al centro le osservazioni sui disegni di legge 571 e 607 (Incentivi imprese). «Il necessario riordino delle misure agevolative dovrebbe essere accompagnato dal ritorno delle aliquote fiscali 4.0 precedenti al 2023. Latitano misure a sostegno dell’efficientamento energetico e del capitale umano».
Carlo Valerio ha rappresentato Confapi nazionale nell’audizione al Senato della Repubblica di martedì 16 maggio. In videoconferenza di fronte alla Commissione Industria e Agricoltura, il presidente di Confapi Padova ha avanzato le osservazioni della Confederazione relative ai disegni di legge numero 571 e 607, relative alla revisione del sistema di incentivi alle imprese.
«Le piccole e medie imprese sono il motore dell’economia nazionale, generando occupazione e stimolando la crescita economica», ha premesso il presidente Valerio. «Tuttavia, molte Pmi si trovano ad affrontare ostacoli nel loro cammino verso lo sviluppo, come l’accesso limitato a finanziamenti e risorse. Al fine di promuovere un ambiente favorevole al loro sviluppo è fondamentale riordinare le misure agevolative esistenti. Questo riordino dovrebbe concentrarsi sulla semplificazione delle procedure, sulla personalizzazione delle agevolazioni in base alle specifiche esigenze delle Pmi e sull’adozione di soluzioni innovative per migliorare la loro competitività».
«Per favorire gli investimenti delle Pmi in beni strumentali è necessario potenziare e armonizzare le misure esistenti, come la Nuova Sabatini, i fondi rotativi regionali e le misure fiscali in materia di transizione 4.0, dando loro una durata di almeno cinque anni, che consenta agli imprenditori di programmare i propri investimenti. Le misure fiscali in materia di transizione 4.0, che incentivano l’adozione di tecnologie avanzate e la digitalizzazione delle imprese, svolgono un ruolo cruciale nel migliorare l’adeguamento tecnologico e, quindi, la competitività. Tuttavia, per massimizzare il loro impatto, è necessario ripristinare le aliquote fiscali precedenti al 2023, rendendo più vantaggiose le agevolazioni fiscali per le imprese che investono in tecnologie innovative. Il taglio repentino delle aliquote potrebbe generare un’inversione di tendenza nei trend di crescita di interi comparti industriali. Allo stesso modo, i fondi rotativi delle regioni, che forniscono finanziamenti agevolati alle volte integrati con quote a fondo perduto alle imprese locali, dovrebbero essere potenziati nella dotazione, spesso insufficiente. Questi fondi garantiscono una sussidiarietà territoriale e un’interazione virtuosa con il sistema creditizio come si è visto con la dgr 885 di Veneto Sviluppo, che andrebbe rifinanziata».
Tra le proposte avanzate da Confapi, «un’opzione da considerare è la defiscalizzazione degli utili reinvestiti in capitale sociale. Questa misura incentiverebbe le imprese a reinvestire gli utili generati nell’azienda stessa, contribuendo a rafforzare il patrimonio e a sostenere la crescita delle PMI. Inoltre, è necessario rifinanziare la misura di Sace Simest sul miglioramento e salvaguardia della solidità patrimoniale delle imprese esportatrici».
Attenzione, infine, è stata posta al fatto che nel panorama agevolativo italiano, che pure contempla centinaia di strumenti, latitino misure a sostegno dell’efficientamento energetico, tema più che mai cruciale oggi, così come alle numerose misure mirate alla creazione di valore legate ai beni strumentali non fa da contraltare la creazione di strumenti destinati alla formazione di quella che è la più grande risorsa delle imprese, ovvero il capitale umano».
Nella foto un momento dell’audizione in Senato del presidente di Confapi Padova Carlo Valerio
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova