Lettera di Confapi Padova al Presidente Zaia e ai Consiglieri regionali sul caso che ha coinvolto l’azienda veneta JVP sas. Carlo Valerio, titolare dell’impresa, denuncia: «Abbiamo presentato il miglior progetto di pavimentazione ma siamo stati ingiustamente penalizzati con un’inspiegabile marcia indietro che ha favorito un’azienda tedesca. Questo sistema deve cambiare».
«Fare in modo che episodi come questo non si verifichino più». E’ l’obiettivo della denuncia pubblica di Carlo Valerio, titolare dell’azienda di Piove di Sacco JVP sas, ingiustamente penalizzata in merito alla pavimentazione del nuovo ospedale di Schiavonia. Dopo aver interpellato infruttuosamente la Direzione dell’Ulss 17, competente sulla questione, Valerio, attraverso Confapi Padova - Associazione delle Piccole e Medie Industrie del territorio a cui la sua azienda è associata - ha deciso di rivolgersi con una lettera aperta al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ai padovani eletti nel Consiglio regionale, all’Assessore alla Sanità Luca Coletto, all’Assessore al Bilancio Roberto Ciambetti e ai sindaci del Comune di Este Giancarlo Piva e Monselice Francesco Lunghi. Ma ecco i fatti, esposti dallo stesso Valerio.
«Partiamo dall’inizio: il nuovo Ospedale di Schiavonia è stato costruito con un Progetto di Finanza, con investimento di circa 135 milioni di euro al 50% tra Ulss 17 e privati. L’aggiudicazione è avvenuta con un appalto concorso, vinto all’epoca dell’affidamento, a fine 2009, da una cordata di imprese che comprendeva la Sacaim di Venezia. L’assegnazione è avvenuta anche considerando le migliorie progettuali proposte, in particolare in relazione all’uso di pavimento sopraelevato al posto del massetto di calcestruzzo: il pavimento sopraelevato pesa molto meno del massetto, è più veloce da montare, non contiene acqua che debba asciugarsi, si può ispezionare in futuro con facilità senza dover demolire, ha caratteristiche di resistenza superficiale assai superiori al cemento dei massetti e altri vantaggi ulteriori» spiega Valerio.
Contattata da Sacaim, JVP ha presentato la propria offerta per il pavimento sopraelevato, rispondendo esattamente alle specifiche del progetto vincitore dell’appalto, per un valore complessivo di oltre un milione e 800 mila euro. «Il progetto vincitore riporta la descrizione di un preciso tipo di pavimento sopraelevato completamente rivestito in lamiera d’acciaio zincata che enfatizza le caratteristiche tecniche che ho appena descritto. I disegni, le descrizioni, le caratteristiche tecniche, le certificazioni e le prestazioni contenute nel progetto vincitore sono riferite al sistema JVP 4x4, modello C4TTM, prodotto dalla ditta che rappresento e che ha il proprio stabilimento operativo a Cantarana di Cona, a circa 35 chilometri dal cantiere».
JVP sas, vale la pena di ricordarlo a questo punto, è leader tra i produttori europei del pavimento sopraelevato, con oltre otto milioni di metri quadrati prodotti e installati. Realizza cantieri in tutto il mondo, per esempio per il palazzo Shard a Londra, progettato da Renzo Piano e inaugurato per le Olimpiadi nel 2012; per il ristrutturato palazzo Etoile, sede della Commissione Europea a Bruxelles, e per la nuova piastra operatoria dell’Ospedale di Conegliano, solo per citarne alcuni.
«La situazione si evolve nell’ottobre del 2012, quando, a causa di difficoltà finanziarie, la Sacaim lascia il cantiere: al suo posto è subentrata la cooperativa CMSA di Montecatini Terme» prosegue Valerio. «CMSA ha individuato alcune alternative al pavimento sopraelevato incapsulato, identificando un prodotto alternativo assai diverso costituito da pannelli in gesso nudo molto meno performanti a parità di pesi e spessori. Questo sistema alternativo è prodotto completamente in Germania e viene poi importato da varie aziende Italiane che si occupano della sola posa in opera: non risponde assolutamente ai disegni, alle caratteristiche e alle descrizioni contenute nel progetto originario che, nella sua completezza, aveva vinto la gara d’appalto. Conseguentemente, necessita di una variante, atto indispensabile per il prosieguo dei lavori».
Ed è proprio a partire da queste considerazioni che Valerio ha deciso di rendere pubblica la piega presa dagli eventi, portando il caso in Regione: «Abbiamo più di una perplessità su questa operazione. Se il progetto originario era stato approvato e giudicato vincitore della gara, di sicuro era anche stato validato dalla parte tecnica della Ulss 17: è opportuno ora variarlo anche in presenza della chiara disponibilità sul mercato del pavimento sopraelevato? E se il prodotto era stato considerato idoneo all’atto dell’aggiudicazione del progetto, che tipo di miglioria deve venire proposta ora per giustificarne la sostituzione?».
«So che difficilmente si potrà tornare indietro» conclude Valerio, «ma oggi la mia diventa una battaglia di principio: occorre mettere la parola fine a questo tipo di processi. Se i soldi necessari alla realizzazione dell’Ospedale vengono dalla Regione del Veneto e dai suoi cittadini è opportuno in questa difficilissima fase economica che, anche in presenza di aziende locali in grado di fornire quanto originariamente previsto dal contratto di aggiudicazione, si ricorra a produzioni provenienti dalla Germania?».
Leggi la lettera inviata da Confapi Padova alle autorità competenti
Leggi gli articoli sulla vicenda usciti su Mattino e Gazzettino di Padova:
"BOICOTTATI PER I LAVORI ALL'OSPEDALE" - IL MATTINO 28 MARZO 2014
LA COMMESSA SFUMATA FINISCE SUL TAVOLO DI ZAIA - IL GAZZETTINO DI PADOVA 28 MARZO 2014
"NESSUN RAPPORTO CON LE AZIENDE" - IL GAZZETTINO 29 MARZO 2014
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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