LA ZONA INDUSTRIALE NON HA MENO DIGNITÀ DEL CENTRO STORICO: PERCHÉ NON DESTINARE UNA PARTE DEI 4 MILIONI CHE LE IMPRESE VERSANO DI IMU A SISTEMARE I PARCHEGGI?
Riportiamo integralmente la lettera aperta del presidente dell’Associazione Carlo Valerio indirizzata al primo cittadino, al Presidente della Provincia e al Presidente della Camera di Commercio per chiedere di incontrare le Associazioni di categoria e valutare assieme il futuro della zona industriale di Padova, la più vasta dell’intero Nord Est. «Quello dei parcheggi insufficienti è un problema che si trascina da troppi anni e va risolto senza “tassare” i 27 mila lavoratori dell’area, tanto più se si considera l’assoluta insufficienza dei mezzi pubblici a disposizione. L’avevamo detto prima delle elezioni e lo ribadiamo: a Padova serve un assessore all’industria, che pensi sul serio a come ridare impulso al settore manifatturiero e a valorizzare l’area». Ecco il testo.
Gentilissimi,
il dibattito cittadino sul futuro della zona industriale di Padova periodicamente torna a ridestarsi. Oggi succede per la proposta di predisporre parcheggi a pagamento, e perché, parallelamente, ci si interroga sul destino del Consorzio Zip. È soprattutto la prima questione a toccarci, ma la seconda non può essere elusa.
Come tutti sappiamo, parliamo della più grande area industriale dell’intero Nord Est, capace di occupare circa 1.050 ettari (vale a dire un 1/10 della superficie del Comune di Padova) e di ospitare 1.500 aziende. Sono circa 27.000 i lavoratori che ogni giorno la vivono, senza considerare, ovviamente, chi non la frequenta quotidianamente ma ha comunque la necessità di raggiungerla con regolarità per lo svolgimento della propria attività. Ed è proprio pensando a loro che, a nome di Confapi Padova, vogliamo far sentire la nostra voce contro il progetto di introdurre parcheggi a pagamento nell’area, quella che si rivelerebbe un’ulteriore tassa pagata da chi non frequenta certo la zona industriale per motivi di svago ma lo fa per lavoro. Allo stesso tempo, chiediamo che tutte le associazioni di categoria siano coinvolte nelle decisioni che riguardano il futuro della zona, che è anche il futuro di tutto noi, attraverso un incontro pubblico che, gentilissimi Sindaco Giordani, Presidente Bui e Presidente Santocono, vi invitiamo a convocare quanto prima.
Lo abbiamo ribadito più volte, anche attraverso il manifesto “Diamo valore alla zona industriale” che stiamo facendo girare fra gli imprenditori e che alleghiamo a questa lettera: i parcheggi “selvaggi” non sono il problema ma una conseguenza del vero problema, che è la mancanza di posti per i mezzi di chi lavora in zona industriale. Penuria, questa, che si assomma al numero insufficiente di mezzi pubblici. A questo riguardo, è facile proporre una stima: l’unica linea di autobus che circola nella zona è la 7, che non arriva a coprire tutta l’area. In tutto sono 26 le corse giornaliere, 11 delle quali concentrate fra le 6 e le 9 del mattino e soltanto una (!) fra le 18 e le 19. Ipotizzando 50 persone a corsa, all’andata arriveremmo a garantire la copertura del tragitto casa-lavoro per 550 persone, al ritorno appena per 50. E le altre 26.500?
E qui torniamo ai parcheggi, vista la necessità di raggiungere il posto di lavoro in qualche modo. Recentemente l’Assessore Lorenzoni ha sostenuto che i parcheggi servono, ma l’operazione si deve autofinanziare. Noi, da imprenditori, amiamo rispondere con i numeri. E i numeri dicono che le imprese padovane solo di Imu nel 2018 hanno versato nelle casse del Comune circa 4 milioni di euro (teniamo come base i 4,7 milioni del dato relativo agli immobili di categoria D), senza contare quanto versano di imposte aggiuntive e Ires. Le tasse servono a pagare i servizi che l’amministrazione offre alla comunità e tra i servizi da corrispondere non vi è anche la manutenzione delle strade? Perché non destinare una parte di quelle imposte - già pagate dagli imprenditori padovani - al cambio destinazione delle banchine, senza stalli a pagamento?
E ancora, l’Assessore Lorenzoni ha dichiarato: la tariffa di un euro al giorno a cui abbiamo pensato dimostra che non vogliamo fare cassa con questo progetto. Noi diciamo: come si può seriamente sostenere una tesi del genere? Ipotizziamo che una metà dei 27.000 lavoratori dell’area la paghi in ognuno dei 240 giorni lavorativi dell’anno, il conto è presto fatto: sono 3.240.000 euro. Non è far cassa questo? Un’azienda di 15 dipendenti si troverebbe a pagare 75 euro in una settimana di 5 giorni lavorativi. In tutto, contando una media di 4,33 settimane, farebbero 325 euro al mese. Più di quanto la stessa azienda spende per i costi di telefonia fissa e mobile dei propri dipendenti.
Non lo nascondiamo, l’impressione è che la zona industriale sia sempre stata considerata un corpo estraneo alla città, pur avendo contribuito molto più di altre alla ricchezza e prosperità di Padova. Una sorta di sorella minore. Ma, se non cominciamo a considerarla alla pari di ogni altro quartiere e ad assegnarle una parte a pieno titolo nella comunità, non si potrà mai pretendere di comprenderne i bisogni. La zona industriale non vale meno del centro storico e di ogni altro quartiere. Non solo, le azioni intraprese in zona industriale influenzano anche la vita delle aree circostanti e quindi devono essere valutate a livello più ampio. Quello che non serve assolutamente alle imprese è essere trascinate nello sterile dibattito sul futuro di una partecipata, il Consorzio Zip, che, stando ai costi dichiarati, pesa per un migliaio di euro l’anno su ogni singola azienda, ma che, al di là delle cifre, è evidentemente diventato il capro espiatorio di una serie di mancate decisioni che ha aggravato la situazione dell’area.
Già nel corso dell’ultima campagna elettorale, l’Associazione che presiedo ha voluto sollecitare i candidati a rivolgere particolare attenzione alle istanze che provengono dal mondo dell’industria. Abbiamo voluto farlo perché eravamo consapevoli che, come si usa dire, i nodi sarebbero giunti al pettine, come sta avvenendo. Oggi restiamo dell’idea che sarebbe stato necessario istituire un assessorato espressamente dedicato all’industria, la semplice delega alle “attività produttive” presente tra le competenze dell’assessore al commercio, così com’è, non risponde in maniera adeguata alle esigenze aziende manifatturiere del territorio.
Padova, lo abbiamo ribadito pubblicamente in più occasioni, ha bisogno di recuperare la sua vocazione manifatturiera. Per riuscirci, deve poter contare su una zona industriale all’altezza. La nostra è senza dubbio tra le più importanti d’Italia, ma negli anni è andata incontro a una svalutazione che rischia di renderla una periferia degradata della città. E invece riteniamo che sia prioritario e non più procrastinabile dotarla di un contesto di infrastrutture, a partire dalla viabilità, dai parcheggi e da un servizio di mezzi pubblici adeguato, che la rendano nuovamente attrattiva per le imprese.
Da parte nostra, siamo disponibili sin d’ora a confrontarci in ogni momento e, con l’occasione, chiediamo di potervi incontrare quanto prima assieme ai rappresentati delle altre associazioni di categoria per affrontare questioni non più procrastinabili, sicuri di trovare in voi degli interlocutori pronti ad ascoltare.
In attesa di un cortese riscontro e della proposta di una convocazione, porgo a tutti i più cordiali saluti,
Il Presidente
Carlo Valerio
Nell'immagine in alto la tabella con i numeri della zona industriale, a questo link il manifesto “Diamo valore alla zona industriale di Padova”
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova