Intervista a Dante Carolo, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Padova: «Negli aumenti di retribuzione occorre premiare il merito e non guardare solo all’inflazione»
«E’ necessario iniziare a lavorare per ridurre le tipologie contrattuali per una vera semplificazione e uno snellimento della eccessiva burocrazia. Si tratta di riflessioni che la commissione di studio in materia di lavoro e contrattualistica dell’Ordine dei Commercialisti padovano sta portando avanti da tempo» Parola di Dante Carolo, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Padova. Vi proponiamo la sua intervista sul tema della moltitudine dei contratti di lavoro sollevato da uno studio di Fabbrica Padova.
Attualmente i contratti collettivi attivi in Italia per l’impresa manifatturiera sono 52: non ritiene che siano troppi?
«Il numero dei contratti collettivi di lavoro è eccessivo e la medesima considerazione vale anche in altri ambiti rispetto a quello dell’impresa manifatturiera. La moltiplicazione dei contratti troppo spesso avviene anche all’interno dello stesso settore di attività, ed è espressione delle rappresentanze sindacali anziché delle effettive esigenze di regolamentazione. Un sistema più snello rappresenterebbe sicuramente un passo in avanti verso la semplificazione».
Dal punto di vista del lavoratore, ritiene che le differenze di retribuzioni esistenti a parità di mansioni svolte siano giustificabili?
«Il meccanismo dato dall’aumento delle retribuzioni su base storica, in considerazione del tasso di inflazione che avviene ad ogni rinnovo contrattuale, non va nella stessa direzione di premiare il merito, bensì verso un sistema in cui le retribuzioni sono sganciate da ogni parametro legato alla mansione, alla capacità ed all’impegno concreto del lavoratore».
Pensa che approdare a un contratto unico sia possibile o la soluzione è destinata a rimanere irrealizzabile?
«Arrivare ad un contratto unico, almeno in questa fase, temo rappresenti una soluzione difficilmente raggiungibile. Certamente è necessario iniziare a lavorare in tal senso, poiché solo riducendo le tipologie contrattuali si può parlare di vera semplificazione e snellimento della eccessiva burocrazia. Si tratta di riflessioni che la commissione di studio in materia di lavoro e contrattualistica dell’Ordine dei Commercialisti padovano sta portando avanti da tempo. Naturalmente occorre prestare attenzione a non rendere "ingessato" il mercato del lavoro, con effetti controproducenti per lavoratori e datori di lavoro».
E’ un’opinione comune: più le norme sono complesse più c’è spazio per l’attività del professionista… qual è la posizione dell’Ordine che lei rappresenta in materia di semplificazione normativa?
«La semplificazione normativa non rappresenta un pericolo all’attività del professionista. Troppo spesso, infatti, il legislatore e la Pubblica Amministrazione costringono i cittadini e le imprese a rivolgersi ai professionisti per questioni burocratico-amministrative. Inoltre, troppo spesso, i professionisti sono costretti ad affrontare dibattiti sull’interpretazione delle norme, invece che potersi concentrare sulla consulenza qualificata che rappresenta il vero valore aggiunto per il cliente. Il commercialista è portatore di conoscenze specialistiche e multidisciplinari che consentono all’imprenditore di confrontarsi con il giusto interlocutore con cui condividere le scelte aziendali strategiche. In questo contesto la complessità normativa non offre nuovi spazi di lavoro, ma li restringe, sottraendo certezze all’imprenditore».
Confapi Padova ritiene che a essere normato debba essere il lavoro e non le imprese e i lavoratori. E’ d’accordo?
«Una norma è efficace quando è semplice, chiara, facile da applicare. L’importante è la qualità delle norme che regolano il mercato del lavoro, oltre che i destinatari».
LO STUDIO SUI CCNL ELABORATO DA FABBRICA PADOVA
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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