L’intervento del presidente: «Continua il nostro lavoro condiviso»
“Il mondo produttivo, quel mondo che nel secondo Dopoguerra si è rimboccato le maniche e ha portato un’Italia semidistrutta e arretrata ad essere la seconda manifattura d’Europa, ha bisogno di fiducia e di responsabilità. Fiducia nelle istituzioni; in una politica che abbandoni l’interesse “particulare” a favore di quello generale; nell’indirizzare e nell’utilizzare bene le risorse che abbiamo a disposizione. Responsabilità. La stessa che ci portato nel pieno della pandemia a riaprire le nostre imprese, con tutte le sicurezze e precauzioni del caso e che ci ha spinto a modificare convinzioni e dati ormai acquisiti; che ci ha portato a vaccinarci per noi e per gli altri, che ha condotto voi manager, anche in questo terribile periodo, ogni giorno in azienda per lavorare fianco a fianco dei vostri collaboratori, nella considerazione che il lavoro è il bene comune da salvaguardare e far crescere. Solo accompagnati da questo sentire, possiamo affrontare le molteplici sfide che attendono il nostro Paese”. Lo ha detto il Presidente di Confapi, Maurizio Casasco, nel corso del suo intervento all’Assemblea di Federmanager.
“Crescita, sviluppo e lavoro non nascono, e non si riproducono – ha spiegato il Presidente - se non vi sono le condizioni ottimali per praticare l’attività d’impresa. Questo è quanto, con semplicità e con forza, dobbiamo continuare a chiedere a tutti gli attori in campo. E dunque è lapalissiano che il nostro mondo, quello della piccola e media industria privata, ha bisogno di voi manager, delle vostre capacità, della vostra esperienza. Senza se e senza ma. E su questo dobbiamo lavorare insieme, innalzando anche la consapevolezza e i livelli di competenza manageriale dei nostri imprenditori”.
Casasco ha quindi ricordato che “siamo stati capaci di creare, nel corso degli anni, un consolidato e proficuo rapporto che ha portato a brillanti e concreti risultati: la firma di contratti innovativi e la creazione di ben cinque enti bilaterali che hanno lavorato e stanno lavorando bene in un’ottica di sistema e che riescono a fornire servizi e prestazioni in linea con i cambiamenti del mercato del lavoro. Visto da lontano ma anche da vicino è un bel percorso che dobbiamo proseguire. Dobbiamo agire, lavorare sul campo, ma anche riprendere a sognare, ad avere il coraggio di rischiare per un’idea, anche a fallire per poi ripartire. Allora – ha concluso - avremmo fatto tutto quello che le nuove generazioni si aspettano”.
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