E' candidato da indipendente per il centrodestra a Brescia: «Voglio fare qualcosa di concreto e di utile per l'Italia»
Si è svolta mercoledì 31 agosto la Giunta nazionale di presidenza di Confapi. Il presidente Maurizio Casasco, a fronte della sua candidatura alle prossime elezioni politiche - è stato candidato come indipendente da Forza Italia a Brescia, per il collegio plurinominale della Camera e per rappresentare la coalizione nel collegio uninominale della città - ha ribadito la sua intenzione di lasciare il vertice della Confederazione seppur lo statuto ne preveda la possibile continuazione. La Giunta tutta ha espresso la massima stima e unanime apprezzamento per l’operato, la passione e l’impegno profusi da Casasco in questi ultimi dieci anni a favore della confederazione e più in generale nel portare avanti le istanze e i bisogni della piccola e media industria privata italiana.
Casasco resterà in carica per accompagnare Confapi alla prossima elezione del nuovo presidente.
Numerose le interviste concesse da Casasco in questi giorni. Riportiamo integralmente quella del quotidiano indipendente BsNews.
La sua investitura è arrivata dall’alto e lo stesso Berlusconi, in un’intervista lasciata a Bresciaoggi, ne ha elogiato pubblicamente la discesa in campo, che “rafforza il legame di Brescia con il mondo dell’impresa”. Maurizio Casasco (classe 1954), il 25 settembre, sarà candidato con Forza Italia nell’uninominale cittadino e nel plurinominale, sempre per la Camera. Una corsa a elezione “certa”, che imprime una netta svolta netta al suo già ricco curriculum: presidente di Confapi dal 2012, presidente della confederazione europea Cea-Pme (che raccoglie 2,1 milioni di imprese), presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, presidente dell’Executive Board della Federazione europea di medicina dello sport e membro del Coni. BsNews l’ha intervistato.
DOMANDA – Cosa l’ha convinta a candidarsi?
RISPOSTA – Ho 67 anni, sono bresciano, rappresento un’importante organizzazione imprenditoriale e ho 40 anni di esperienza lavorativa sulle spalle. A convincermi è stata la necessità, in un momento tanto difficile, di fare qualcosa di concreto e di utile per l’Italia e per Brescia. Il Paese, oggi, non ha bisogno di teoremi astratti, ma di soluzioni urgenti a problemi concreti. È il momento della responsabilità: la società civile ha il dovere di scendere in campo. Il presidente Draghi e il Papa hanno invitato tutti ad andare a votare: credo sia essenziale, oggi più che mai, farlo per non rinunciare alla libertà e al futuro. Se non si vota saranno altri a decidere per noi.
D – Cosa risponde a chi teme che lei, indipendente e scelto dai vertici, dopo l’elezione si possa “dimenticare” di Brescia e del centrodestra?
R – Mi viene da sorridere. Lascio la confederazione che guido da 10 anni per dedicarmi interamente alla città in cui sono la mia famiglia e la mia impresa. Non credo serva aggiungere molto altro: sarò sul territorio e il mio impegno prioritario sarà per Brescia. Il fatto di poterlo fare, da indipendente, con una forza che incarna i valori del Partito Popolare Europeo, europeista e atlantista, è una garanzia in più.
D – Quali sono, secondo lei, i temi prioritari in questa campagna elettorale?
R – Vanno date risposte concrete alla sfiducia di imprese e famiglie, che sono la stessa cosa e hanno esigenze di fatto coincidenti. Servono risposte convincenti a partire dal caro energia, che è la questione più urgente, e dall’abbattimento del cuneo fiscale per dare soldi ai lavoratori e aumentarne il potere d’acquisto, e alle imprese, perché possano investire nello sviluppo. Bisogna varare misure per il sostegno della natalità, che è una sfida per il futuro, anche sul versante dello sviluppo economico. Nello specifico di Brescia, poi i temi da affrontare urgentemente sono numerosi. Penso alla viabilità, anche quella secondaria, alle infrastrutture come la metropolitana (da sviluppare verso Est e verso Nord) e all’aeroporto, che Brescia merita anche per il valore del suo sistema produttivo. Penso ancora alle fiere, all’ambiente e alle bonifiche Caffaro, al problema carcere, alla cultura (su cui bisogna coinvolgere anche la Provincia), alle scuole pubbliche e paritarie, con medesima dignità. Da anni sento parlare di questi temi e nessuno è riuscito ad affrontarli in maniera convincente. Io, con la mia storia, credo di aver dimostrato di prendere le cose sul serio e di essere concreto nel cercare di affrontarle.
D – Concretezza e responsabilità sono due delle parole che lei usa più spesso. Come valuta l’esperienza del governo Draghi? Non crede che Forza Italia avrebbe dovuto sostenerlo fino alla fine?
R – L’esperienza di Draghi è venuta meno per le scelte folli e irresponsabili di Giuseppe Conte. Forza Italia ha sostenuto lealmente il Governo e io ne ho apprezzato molto l’azione. Anche se si sarebbe potuto fare di più. Da tempo – già dai primi gennaio, prima della guerra – andavo dicendo pubblicamente che il problema dell’inflazione era strutturale e non passeggero a differenza di quanto detto da Christine Lagarde (presidente Bce, ndr), e che il tema dell’energia era preoccupante, proponendo un patto tra le associazioni e interventi sugli extra profitti. Il 26 luglio, con Confapi, avevo incontrato Draghi chiedendo l’intervento dello Stato sul costo dell’energia e sostegni concreti a imprese e famiglie: sono temi ancora urgenti e attuali. Come, per Brescia, è essenziale avere l’autorevolezza e la capacità di aumentare gli investimenti sul territorio.
D – Lei, nel collegio uninominale di Brescia, se la dovrà vedere soprattutto con l’ex presidente nazionale di Acli Roberto Rossini: è una sfida tra sindacato e impresa?
R – Affatto. Ho sempre avuto un rapporto straordinario con il sindacato: già nel 2012, con Confapi, feci inserire nel contratto di lavoro contributi extra per i lavoratori finalizzati al Welfare (sostegno al reddito, natalità, asili nido, libri scolastici e PC per i giovani, disabilità, contributi per le lauree etc). Non vedo questa contrapposizione. Io voglio rappresentare gli interessi di tutti – imprese, artigiani, lavoratori, agricoltori, commercianti, famiglie – che non sono affatto in conflitto tra loro. Il mio ruolo è quello di essere l’anello di congiunzione tra politica ed economia reale.
D – Per farlo al meglio lascerà, dunque, la presidenza di Confapi in caso di elezione?
R – Si, perché serve serietà e, come detto, io non voglio rappresentare gli interessi di una sola confederazione, ma di un territorio intero.
LA SCHEDA
Bresciano d’adozione, Maurizio Casasco è nato a Rivanazzano Terme (Pv) nel 1954. Laureato in medicina e specializzato in medicina dello sport, ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali. È stato eletto presidente di Confapi il 26 luglio del 2012 e riconfermato all’unanimità per la quarta volta il 30 luglio 2021.
Già vicepresidente europeo Cea-Pme (Confederazione europea della piccola e media industria), nel marzo del 2021 viene eletto Presidente.
Nel dicembre del 2021 viene nominato Vicepresidente dell’Insme, il network internazionale delle Piccole e Medie Industrie.
Attualmente, oltre ad essere presidente ed amministratore delegato di un’azienda bresciana operante nel settore della diagnostica strumentale, ricopre la carica di presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana e di presidente dell’Executive Board della Federazione europea di medicina dello sport.
È membro del Consiglio federale del Coni. Dal 2011 al 2014 è stato alla guida di Apindustria Brescia, associazione che rappresenta più di mille imprese. Le sue parole d’ordine: “Mai aver paura del cambiamento”.
Ufficio Stampa Confapi Padova