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CASASCO: «L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E’ UNO DEI VOLANI PER USCIRE DALLA CRISI»

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Riportiamo l'intervento tenuto dal Presidente Maurizio Casasco nel corso dell'evento "Il Mondo a portata di pmi" organizzato a Torino nell'ambito del partenariato con l'ICE: «Tanti gli strumenti messi in campo ma dobbiamo lavorare ancor più in sinergia con Istituzioni e Governo»

 

In collaborazione con l’ICE stiamo realizzando un ciclo di iniziative in vari territori allo scopo di fornire alle nostre imprese un’informazione adeguata, efficace e mirata in materia di internazionalizzazione ed introdurre le nostre PMI a mercati stranieri di potenziale interesse.

Crediamo che momenti come questi siano un’ottima occasione per confrontarci con gli stakeholder locali elaborando strategie, valutando occasioni di collaborazione e rilevando i fabbisogni e le criticità dei territori.

La piccola e media industria si trova direttamente coinvolta nel fenomeno della globalizzazione. Da un lato ha acquisito sempre più consapevolezza dell’importanza di accedere e consolidarsi su mercati internazionali, dall’altro ha puntato su nuovi fattori di competitività e su strategie aziendali meno tradizionali.
Oggi, il processo di internazionalizzazione assume per le nostre imprese un ruolo cruciale non solo per la crescita, ma per la loro stessa sopravvivenza. Il nostro Paese, grazie al prestigio riconosciuto al Made in Italy, ha un ruolo di primo piano sui mercati internazionali: risulta, infatti, con una quota di mercato pari al 2,8% – l’ottavo Paese esportatore al mondo, preceduto da Cina, Stati Uniti, Germania, Giappone, Paesi Bassi, Corea del sud e Francia.
L’Italia detiene all’interno dell’Unione Europea il secondo avanzo commerciale manifatturiero dopo la Germania ed è uno dei cinque mercati al mondo (insieme a Cina, Corea del sud, Giappone e, ovviamente, Germania) che vanta un surplus nel settore all’industria manifatturiera – superiore a 100 miliardi di dollari.
È un fenomeno che presenta potenzialità, ma al contempo rischi, prospettive di crescita ma anche ostacoli davanti ai quali il ruolo delle Associazioni come la nostra può essere determinante nel sostenere le imprese, non potendo tuttavia prescindere da un solido supporto delle istituzioni.

Sulla base di quanto emerge dalla Relazione semestrale del Ministero dello Sviluppo Economico, relativa al periodo marzo-settembre 2015, l’Export è cresciuto del 5% nel primo semestre 2015, più precisamente del 3,7 all’interno della UE e del 6,5 nei Paesi extra UE.
Inoltre, da quanto si ricava dal rapporto ICE 2015, “L’Italia nell’economia internazionale”, il numero degli esportatori italiani nel 2014 ha continuato a crescere arrivando a 212.023 unità, 774 in più rispetto all’anno precedente.
Anche le aziende del Sistema Confapi confermano questo dato. Da un’indagine sull’internazionalizzazione, che abbiamo realizzato lo scorso luglio presso un nostro campione di aziende associate, si evince che solo il 34% del campione intervistato lavora esclusivamente sul mercato domestico, mentre circa il 66% esporta i propri prodotti all’estero.
La presenza delle nostre aziende sui mercati esteri assume prevalentemente la forma di esportazione diretta e di accordi commerciali, mentre resta ancora piuttosto bassa la percentuale di imprese che sviluppano accordi di collaborazione industriale o effettuano investimenti produttivi in loco
In questo contesto, sono convinto che soprattutto nei mercati “difficili” o in quelli dove le imprese si affacciano per la prima volta, un supporto istituzionale che aiuti l’Associazione nel proprio lavoro di accompagnamento delle imprese sia a dir poco necessario.
Spesso le nostre imprese sono di piccole dimensioni, a gestione familiare, dove manca la figura professionale dell’export manager e spesso il tempo di studiare il mercato al fine di individuare contatti istituzionali in loco utili al loro progetto.
La strategia migliore è quella di poter contare sulla competenza degli uffici dell’ICE all’estero soprattutto nella fase iniziale, quella in cui una piccola o media impresa decide di affrontare per la prima volta un mercato straniero.

Negli ultimi anni CONFAPI ha riorganizzato e rafforzato le sue attività e servizi in funzione dell’internazionalizzazione delle nostre imprese.

Abbiamo recentemente costituito un centro di ricerca sul Made in Italy presso la Facoltà di Economia dell’Università UNINT, che svolge un’attività di ricerca sistematica ed innovativa sull’evoluzione delle caratteristiche strutturali e manageriali dei settori del Made in Italy.

CONFAPI fa inoltre parte di un “Network” di associazioni di PMI e camere di commercio straniere che è promotore di meeting istituzionali, seminari, incontri d’affari e di partenariati in vista anche di progetti finanziati dalla Commissione europea. Risale allo scorso anno la sigla di un Memorandum di intesa tra CONFAPI e l’Associazione delle PMI coreane i cui contatti iniziali sono stati promossi proprio dalla nostra ambasciata a Seul.

L’ICE rappresenta per il nostro mondo un punto di riferimento, non solo per le numerose iniziative promozionali che esso organizza in tutto il mondo a favore delle PMI, ma anche sotto il versante istituzionale, avendo nel 2012 dato vita al Gruppo di lavoro per le PMI (a cui CONFAPI partecipa) che costituisce un momento di confronto in cui viene data alle associazioni rappresentative delle piccole e medie imprese la possibilità di contribuire in modo fattivo alla definizione delle strategie promozionali dell’ICE.

CONFAPI è altresì impegnata sul fronte europeo attraverso CEA-PME, di cui sono Vice Presidente. Ho deciso di investire in CEA-PME, che rappresenta le associazioni delle PMI a livello europeo, in quanto per la sua specificità rappresenta un efficace soggetto attraverso il quale promuovere le istanze delle PMI davanti alle istituzioni comunitarie.
Negli ultimi 6 mesi, anche attraverso CEA-PME, CONFAPI ha vinto due progetti finanziati dalla Commissione europea, che avranno una ricaduta diretta sulle imprese.
Uno riguarda la possibilità per le imprese di avere al proprio interno studenti provenienti da istituti professionali nell’ambito di un programma di alternanza scuola-lavoro, che prevederà anche un tirocinio all’estero. Con l’altro le imprese potranno inviare per un periodo di 1-2 mesi un proprio dipendente all’estero, presso aziende straniere.

Tanti gli strumenti e le azioni messe in campo finora. Ma non sono sufficienti. Dobbiamo collaborare ancora di più e agire sinergicamente con le Istituzioni e il Governo affinchè i processi di internazionalizzazione possano rappresentare uno dei volani per uscire da una crisi che, oramai da troppo tempo, attanaglia il nostro tessuto economico.

Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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