Valerio: «Sempre più importanti gli strumenti di welfare aziendale»
«Si ferma la corsa degli stipendi a Padova. Anzi, la provincia euganea perde tre posizioni nella classifica nazionale dei luoghi in cui si guadagna meglio: è al 37° posto in Italia, ben lontana dalla capolista Milano (34.302 euro) e dietro altre città del Veneto». Comincia così l’ampio servizio dedicato dal Mattino di Padova alla “classifica degli stipendi” in base ai dati elaborati dal “Jp geography index” di JobPricing.
Emerge che nel Nordest si guadagna in media meno che in tutto il resto del Nord Italia. E Venezia è la provincia della Regione dove il reddito è più basso con 28.691 euro all’anno, - 2,6% rispetto alla media regionale (29.447 euro) e 39^ posizione in Italia, ma è tutto il Veneto che perde posizioni negli stipendi dei lavoratori privati. Verona, ottava in Italia nel 2017, quest’anno scende al 12° posto con 30.375 euro. Vicenza perde sette posizioni finendo 19^ con 29.874 euro. La peggiore è Treviso, meno otto posizioni, precipita al 35° posto (29.030 euro). Sorprendente il buon andamento di Rovigo: perde tre posizioni finendo 36^ con 28.810 euro annui, superando però Padova (28.793 euro) e Belluno (28.722 euro).
Sul tema è stato interpellato il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio, che ha così commentato il report: «Rispetto al 2017 ritengo che quest’anno si potranno riscontrare dei piccoli aumenti sugli stipendi, perché sono stati firmati alcuni rinnovi contrattuali, come quello dei metalmeccanici. Oltre agli aumenti diretti, sempre più importanti stanno diventando gli strumenti di welfare aziendale: è un modo per non assoggettare alla tassazione vorace dello Stato quanto percepito dal dipendente. La mia sensazione è che da qui ai prossimi anni questo tipo di strumenti sarà sempre più utilizzato». Valerio aggiunge però una postilla: «Da parte degli imprenditori è sacrosanto rivendicare maggiore attenzione da parte del Governo alle politiche che rilancino gli investimenti e quindi le assunzioni, in modo da ottenere gli sgravi fiscali che le favorirebbero. Allo stesso tempo ritengo che gli stessi imprenditori dovrebbero impegnarsi a rivalutare per quanto possibile salari e stipendi dei propri dipendenti e collaboratori, come già è stato fatto negli ultimi anni da parte dei loro colleghi in Germania e in Francia».
Scarica l’articolo, a pagina 3 del Mattino di Padova di martedì 11 dicembre 2018
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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