Viene adottato lo standard REM, che dà valore legale alle comunicazioni in UE. L’indirizzo non cambia ma ci sono un paio di operazioni da eseguire.
Fin dal 2005, anno della sua creazione, la posta elettronica certificata è rimasta quasi del tutto identica. Ma dal 2022 è iniziato il percorso di adeguamento al Regolamento europeo 910/2014 -eIDAS, che quest’anno si concretizzerà seguendo lo standard Rem (Registered electronic mail).
In sostanza, la nostra Pec diventa interoperabile in tutta Europa ed è utilizzabile anche per le comunicazioni con valore legale tra cittadini di paesi europei. Lo standard europeo ETSI EN 319 532-4 amplia i suoi confini grazie all’introduzione della Csi (Common service interface), l’interfaccia tecnologica condivisa che permette lo scambio sicuro tra i gestori e tra gli utilizzatori di servizi di recapito qualificato.
La nuova infrastruttura, tramite due funzioni, provvede al settaggio di requisiti tecnici necessari per verificare e certificare l’indirizzo di posta: l’identità del cittadino Ue possessore di un indirizzo di posta certificata; l’integrità del contenuto; la data e l’ora d’invio e di ricezione del messaggio.
L’indirizzo non subirà cambiamenti, ma si adatterà alle normative europee, mantenendo invariate le modalità di accesso e le funzionalità. Rafforzata la sicurezza grazie a due semplici operazioni, eseguibili in pochi minuti:
- il riconoscimento dell’identità (tramite Spid, la firma digitale, Cie, Cns o il video riconoscimento con operatore)
- attivazione della verifica in due passaggi (2FA): oltre alle tradizionali username e password di accesso, verrà richiesta una ulteriore autorizzazione sul dispositivo associato, come sms, email, app o token.
Non adeguare la propria Pec agli standard europei obbligatori si tradurrà nell’impossibilità di usarla per comunicazioni con valore legale in Italia e all’estero. In pratica la Pec resta attiva ma i messaggi inviati e ricevuti non sono più certificati.
Ufficio Stampa Confapi Padova