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COLLI EUGANEI RISERVA DELLA BIOSFERA UNESCO: «ORA LANCIAMO PROMOZIONE E SVILUPPO»

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L’area collinare e termale è stata proclamata “Riserva della Biosfera” Unesco, un riconoscimento che può dar vita a una nuova stagione per l’intero territorio. Abbiamo intervistato in esclusiva Alessandro Frizzarin, presidente del Parco Colli Euganei, al rientro dalla proclamazione avvenuta in Marocco: «Avremo accesso a bandi che prima erano preclusi. Su di noi gli occhi del mondo». Con l’Orto Botanico e Padova Urbs Picta salgono a 3 i World Heritage padovani riconosciuti dall'Agenzia delle Nazioni Unite.

 

Non nasconde la sua emozione, Alessandro Frizzarin. Ad Agadir, in Marocco, durante i lavori della 36^ Sessione dell’International Coordinating Council of the Man and the Biosphere (MAB) Programme, è salito sul palco per raccontare le meraviglie dei Colli Euganei subito dopo la proclamazione dell’area a “Riserva della Biosfera” Unesco. «E devo ancora riprendermi del tutto, perché dal punto di vista emotivo è stato uno choc. Nella mia testa mi sono immaginato a lungo il giorno della proclamazione, ma posso dire di aver avuto sul serio la piena percezione di quanto stava accadendo solo quando ho varcato la porta del Congresso di Agadir, dove erano presenti circa 600 persone in rappresentanza di 180 delegazioni mondiali. Lì ho percepito in tutta la sua concretezza come ci fossero gli occhi del mondo su di noi. Quando è partito l’applauso dopo le parole “Colli Euganei” è stata una vera onda d’urto, che mi spiace di non aver potuto subito condividere con tutti gli stakeholders e i cittadini. Ma proprio per questo stiamo lavorando per festeggiare sul territorio l’ottenimento di questo riconoscimento».

Può svelare qualcosa di più?

«Allestiremo un evento celebrativo che si svolgerà entro la prima metà di agosto. E servirà anche a illustrare alla comunità dei Colli e delle Terme cos’è la Biosfera. Ci siamo inoltre impegnati a ospitare il primo forum mondiale della Gioventù Unesco in vista del Congresso Mondiale Unesco che si terrà nel 2025 in Cina. Sarà il primo atto dei Colli Euganei come Riserva della Biosfera».

Quali sono i primi passi da compiere, adesso?

«Da quando sono rientrato in Italia mi sono messo subito al telefono. Per la gestione della Biosfera struttureremo una governance ad hoc, il cui modello è già previsto nel dossier di richiesta, che stabilisce anche un preciso piano d’azione a cui già stiamo lavorando: c’è un piano di gestione da predisporre, che in questo momento richiede tutte le nostre forze. L’Ente Parco si occuperà del coordinamento e terrà i rapporti con Parigi, sede internazionale dell’Unesco. L’organigramma di questo Comitato di Gestione sarà composto da 25 membri, tra i quali un delegato del Parco, 5 referenti dei 15 Comuni, 3 delle associazioni ambientaliste e i restanti delle categorie e dei portatori di interesse».

Avvocato, l’avevamo intervista poco meno di un anno fa, al lancio della candidatura, e aveva sottolineato come il riconoscimento Unesco avrebbe portato a «nuove e più efficaci opportunità di collaborazione con altri territori». Torniamo su questo punto: cosa significa in concreto?

«Abbiamo già preso contatti con le Riserve a noi più vicine, quelle del Delta del Po, del Monte Grappa e del Po Grande, e con le Colline del Prosecco, per fare sinergia e studiare le loro azioni. Inoltre ci stiamo già muovendo per stringere rapporti di collaborazione transfrontalieri. Il riconoscimento Unesco ci permette di entrare nella rete delle realtà che già sono inserite, circa 750 al mondo, e di usufruire del loro sostegno, agevolandoci nella partecipazione a bandi internazionali legati a interventi utili al territorio e consentendoci di ricevere nuovi impulsi e stimoli per progetti concreti e sostenibili, grazie allo scambio di buone pratiche e alla partnership della rete MaB (il programma Unesco Uomo e Biosfera, ndr). In questo senso si apre la prospettiva di nuove e più efficaci opportunità di collaborazione e apertura a nuove relazioni culturali, sociali ed economiche con altri territori che stanno affrontando le stesse sfide della sostenibilità».

Prima di tornare al capitolo bandi e a quello legato all’indotto sul territorio, sa indicarci se al mondo esistono altri modelli che presentano caratteristiche simili a quelle dei Colli?

«I Colli Euganei sono unici al mondo per le biodiversità presenti, ed è stata propria questa peculiarità a portarci al riconoscimento. Però esistono riserve che affrontano problematiche simili alle nostre e con cui potremo rapportarci, e penso in particolare alla Riserva della Biosfera del Lussemburgo, dove c’è una estesa attività estrattiva. Questo per confrontarci sul tema delle cave, anche se va precisato che l’attività estrattiva nel Parco Colli è molto limitata, vorrei dire quasi artigianale e di pregio, ed è presente al di fuori dalle zone di protezione speciale. Inoltre i volumi estraibili sono assolutamente compatibili e rispettano tutte le direttive previste dalle normative».

Esistono bandi internazionali specifici rivolti alle riserve MaB?

«Ci sono prospettive di accesso a bandi di finanziamento legati alla mobilità sostenibile, all’efficientamento energetico e al turismo. Strutturarci ci consentirà di partecipare ai bandi europei e mondiali che possono aiutarci molto per lo sviluppo del territorio: bandi specifici destinati espressamente alle Riserve della Biosfera e bandi pubblici aperti anche ad altri enti ma ai quali partecipare da una posizione di vantaggio essendo noi, appunto, una Riserva della Biosfera».

I Colli Euganei possono diventare un polo di attrazione di investimenti delle imprese?

«Si aprono nuove fonti di finanziamento a beneficio di chi vive e lavora in questi territori: parliamo di interventi e infrastrutture che coinvolgeranno le imprese locali. Di fatto, l’obiettivo è quello di far convivere in maniera sostenibile, nel pieno rispetto della natura e della salvaguardia della biodiversità, chi lavora e produce reddito sui Colli e alle Terme con chi utilizza queste aree a scopo turistico-ricreativo. La valorizzazione turistico-ricettiva avrà ricadute per l’economia locale e, a cascata, per tutti: l’esperienza di Riserve come Monte Grappa o Po Grande ci dice di un incremento potenziale del 200% negli arrivi nel territorio. Ma per ottenere i benefici attesi è essenziale il coinvolgimento di tutti gli stakehalders, un aspetto, quello della partecipazione, che riteniamo fondamentale».

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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