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COME LA GEOPOLITICA INFLUENZA LE ESPORTAZIONI

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Nel Master Confapi - Federmanager un viaggio tra Libia, petrolio e… chiavette Usb, per capire come prepararsi alle esportazioni

In che modo la geopolitica influenza i mercati esteri? Come ci si può preparare alle esportazioni? A queste domande ha provato a rispondere Alessandro di Paolo, Professore di Business Ethics al Master di eccellenza in Innovazione Sociale Strategica all’Università Ca’ Foscari di Venezia e docente di Sostenibilità Aziendale alla Facoltà di Economia dell'Università di Padova, nella lezione inaugurale del percorso “Sales manager nella PMI”, con cui è ripartito il Master in “Management dei processi di innovazione sostenibile” (Mapis), organizzata da Confapi Padova in collaborazione con Federmanager e Istituto Salesiano San Marco. In precedenza, lo stesso di Paolo aveva aperto i lavori del percorso “Manager e leader nella PMI” affrontando il tema “Analisi strategica aziendale e modelli di business”, mentre sabato 22 ottobre partirà anche il terzo percorso del Master, “Finance manager nelle PMI”.

«I media si limitano a riportare quanto succede, ma raramente spiegano perché i fatti avvengono, quali sono le cause e cosa comporteranno nel futuro, in modo che chiunque, anche non esperto, possa comprenderne l’importanza» ha introdotto la lezione il professor di Paolo. «Ma è anche vero che molto spesso è la stessa società civile che “non vuole sapere” e delega un mandato ai politici perché prendano decisioni le cui ragioni sono dolorose da accettare». Tanti gli esempi che si potrebbero proporre a riguardo. Ma un caso lampante è quello della Francia, che decise di bombardare la Libia nel 2011, nonostante Nazioni Unite e Nato avessero inizialmente disapprovato l’intervento. Alla base - ma questo non poteva essere rivelato pubblicamente ai cittadini - il desiderio del governo Sarkozy di ottenere una quota maggiore della produzione di petrolio della Libia (a danno dell’Italia), il tutto mentre l’Autorità nazionale competente per la sicurezza nucleare stabiliva che 8 delle 18 centrali nucleari nel territorio transalpino non erano sufficientemente sicure e dunque si sarebbero dovute fermare. Avrebbero barattato, i cittadini francesi, un intervento militare costato vite umane in cambio della sicurezza del proprio approvvigionamento energetico?

Ma, come emerso nel corso dei lavori, sono davvero numerosi gli esempi che si potrebbe proporre: dal Donbass e dalla crisi fra Ucraina e Russia, con ripercussioni in tutta Europa, a quello che accade nei territori del Medio Oriente, ogni giorno arrivano notizie di attentati, di cui viene dato conto dai media, senza che sia analizzato, tuttavia, il perché si è arrivati al deflagrare dei rispettivi conflitti. «Ed è chiaro» ha sottolineato di Paolo, «che chi esporta deve arrivare pronto, conoscere con quali realtà si rapporta e avere un quadro chiaro delle dinamiche fra i macro-drivers che condizionano la sfera geopolitica nei singoli paesi, e quale prevalga tra quello economico, quello sociale e quello politico». Anche perché, come sa bene qualsiasi imprenditore, «gli investimenti sono possibili soltanto laddove c’è stabilità politica». E, di converso, l’instabilità - creata anche manu militari, come accaduto in Libia - «è una via per ridefinire gli equilibri economici».

Chi può emergere in un quadro tanto complesso? Chi ha idee e prontezza nel prendere le decisioni. E chi sa leggere la situazione meglio degli altri. Nel corso del confronto sono emersi anche esempi positivi. Uno fra i tanti citabili, molto curioso, riguarda un’azienda veneta. La storia è quella di “Maikii”. L’idea è venuta a Matteo Fabbrini e Francesco Poloniato, all’epoca non ancora trentenni. Assieme, a Treviso, nel 2008, hanno fondato Maikii, l’azienda che ha trasformato la chiavetta Usb da mera memoria portatile a oggetto da collezione. Hanno lanciato l’idea delle chiavette Usb personalizzate e hanno fatto il botto, tanto da chiudere il 2014 con un fatturato di 11 milioni di euro, una sede operativa inaugurata in California e una produttiva in Cina, con impiegati 65 dipendenti cinesi sotto la direzione di personale italiano. La svolta è arriva con la creazione del marchio Tribe attraverso il quale l’azienda ha iniziato a vendere chiavette a forma di animaletti, acquisendo le rispettive licenze: dai Puffi, in coincidenza con l’uscita del film nei cinema, passando per Star Wars, Marvel, Disney, i Simpson, Hello Kitty, l’Ape Maia e i Minions, solo per citarne alcuni. Facile no?

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

 

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