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CONFAPI: «EUROPARLAMENTARI VENETI, ORA NON CI SONO PIU’ SCUSE»

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«I risultati delle elezioni europee hanno dato credito alla politica del Governo Renzi, che adesso è però chiamato a passare dalle promesse ai fatti sui temi dell’economia, del lavoro e delle tasse» afferma Patrizia Barbieri, presidente di Confapi Industria Veneto. «Dal canto nostro ci siamo segnati le promesse rivolte agli elettori, vigileremo sul lavoro degli europarlamentari veneti».


«Ora non ci sono più scuse». Patrizia Barbieri, presidente di Confapi Industria Veneto, lancia un messaggio chiaro. «I risultati delle elezioni europee mostrano un’apertura di credito molto forte nei confronti del Governo Renzi anche nel nostro territorio, con il Partito Democratico capace di toccare in Veneto il 37,5% e a Padova il 41,4%. Una fiducia che adesso deve essere ripagata passando ai fatti. Per questo ci siamo segnati le promesse rivolte agli elettori in campagna elettorale in favore della crescita economica e in materia di riduzione della pressione fiscale e di taglio alla spesa pubblica, tanto su scala nazionale quanto in una prospettiva europea».

Sono sei i veneti sicuri di andare a Bruxelles: la vicentina Alessandra Moretti e il padovano Flavio Zanonato nelle file del Partito Democratico; il trevigiano David Borrelli per il Movimento 5 Stelle; la padovana Elisabetta Gardini e il trevigiano Remo Sernagiotto per Forza Italia; il veronese Flavio Tosi per la Lega Nord. «Ci rivolgiamo a loro e in particolare a chi è uscito vincente alle elezioni. Parliamo di un Paese, l’Italia, che ha perso il 25% della produzione industriale e un milione di posti di lavoro in cinque anni. Solo nel Veneto, nel 2013, le aziende che hanno chiuso i battenti sono state 1.143 (+11,9% rispetto all’anno precedente) e, di queste, 281 erano padovane. Per questo ci siamo appuntati in particolare gli impegni presi dal Pd, primo partito nel Paese, e da Forza Italia, elemento fondamentale del PPE, primo partito in Europa».

Nel programma economico del Pd, si punta a ridare centralità al lavoro attraverso un taglio selettivo della spesa pubblica che possa ridurre le tasse alle imprese. In quello di Forza Italia, sugli stessi temi, si prospetta il superamento del tetto del 3% nel rapporto debito/Pil, una riduzione della spesa pubblica di 800 miliardi e, contemporaneamente, una riduzione della tassazione dal 45% al 40%. «Ricordiamo che il Partito Democratico si è impegnato a rendere permanente la detrazione di 1.000 euro all’anno per 10 milioni di italiani. Si è inoltre impegnato a ridurre il cuneo fiscale, che è uno dei veri spread che ci separano dall’Europa: lavoratori e imprese oggi pagano il 2% di Pil in più rispetto ai lavoratori e aziende francesi o tedesche. Sono 30 miliardi di euro di tasse in più» afferma Patrizia Barbieri. «Quando citiamo i programmi da rispettare ci riferiamo a queste promesse a cui tener fede».

Per quanto riguarda il lavoro, a livello europeo nel programma economico del Pd si prospetta un coordinamento rafforzato per le politiche e le prestazioni in materia di assistenza e occupazione e la creazione di un sistema di incentivi ad assumere mirato alle singole debolezze dei paesi: in Italia la vulnerabilità maggiore sul mercato del lavoro riguarda le donne, i giovani e gli over 55. Forza Italia mette tra i suoi primi punti la creazione di un’unione amministrativa a livello europeo declinata in 4 unioni: bancaria, economica, fiscale e politica. «In tutti e due i programmi si propone una politica industriale e per il lavoro comune in tutto il continente, ed è quanto chiede anche il mondo dell’impresa, tanto più oggi in cui affacciarsi sui mercati esteri è diventato di vitale importanza per le nostre aziende. Sono scelte necessarie perché è tutto il sistema produttivo europeo oggi a essere sotto lo scacco della competizione globale. Anche sotto questo aspetto ci aspettiamo segnali concreti» afferma Patrizia Barbieri.

«Troppe volte le piccole e medie imprese sono state escluse dal dibattito italiano sull’economia e sul lavoro, mentre è un dato di fatto incontestabile che la crescita del Paese passi attraverso la competitività delle nostre aziende. Per questo ai politici veneti eletti nell’europarlamento diciamo: ci ricordiamo degli impegni che avete preso, ora vediamo se le promesse saranno mantenute. Chi ha responsabilità di impresa distingue meglio di altri un impegno serio e credibile da uno slogan elettorale. Vigileremo sul vostro operato».

Ecco come Libero e L'Adige hanno ripreso il comunicato Confapi:

EUROPEE: CONFAPI A EUROPARLAMENTARI VENETI, ORA NON CI SONO PIU' SCUSE - LIBEROQUOTIDIANO 27 MAGGIO 2014

CONFAPI: "EUROPARLAMENTARI VENETI, ORA NON CI SONO PIU' SCUSE" - L'ADIGE 27 MAGGIO 2014

Nella foto gli europarlamentari veneti

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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Stampa Stampa CONFAPI: «EUROPARLAMENTARI VENETI, ORA NON CI SONO PIU’ SCUSE»

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