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CONFAPI PADOVA: «NO A LOGICHE DA TIFOSERIA: SU STADIO E OSPEDALE I CANDIDATI PRESENTINO BUSINESS PLAN CREDIBILI»

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ELEZIONI ALLE PORTE, GUERRA DI CIFRE SULLE GRANDI OPERE

3 milioni o 11,5 da investire per ristrutturare il Plebiscito? Il presidente dell’Associazione delle piccole e medie imprese Carlo Valerio a pochi giorni dall’appuntamento elettorale dell’11 giugno: «Temi cruciali non possono essere ridotti a un gioco di prese di posizione: i candidati offrano certezze sulle coperture economiche. E, per quanto riguarda lo stadio, è bene che l’intervento pubblico sia il più leggero possibile». 

Tre milioni, come sostiene Massimo Bitonci, o 11,5, come invece calcola Antonio Foresta, candidato da “Area civica” per Sergio Giordani? La differenza dell’investimento necessario rimettere a nuovo lo Stadio Plebiscito è sostanziosa. Di certo il tema, al centro del dibattito in vista delle elezioni dell’11 giugno, divide, come si è capito anche dalle interviste di Confapi Padova ai candidati sindaco (disponibili a questo link). Sergio Giordani, Arturo Lorenzoni, Simone Borile, Rocco Bordin e Luigi Sposato sono per il no al Plebiscito. Sul versante del sì restano Massimo Bitonci e Maurizio Meridi.

«Non sta a noi prendere posizione a favore del Plebiscito o dell’Euganeo come impianto del Calcio Padova» premette Carlo Valerio, presidente dell’Associazione territoriale di Confapi, «ma su un punto è il caso di fare chiarezza: è bene che il coinvolgimento della comunità - detto in altri termini: l’uso dei soldi pubblici - in questo tipo di interventi sia il più leggero possibile. Oggi si citano giustamente come esempio gli stadi gioiello di Juventus e Udinese, ma sono, appunto, impianti costruiti con finanziamenti privati. Ecco: che i privati con il loro denaro facciano ciò che vogliono, ma non ha senso che un’amministrazione pubblica si leghi a una società - che oggi può esserci e domani può allo stesso modo ridimensionare le sue ambizioni o sparire - investendo i soldi di tutti negli interessi di una sola parte della cittadinanza. Quale che sia la decisione presa dal futuro sindaco, alla base dovrà esserci un business plan credibile, che offra certezze sulle coperture economiche e che assicuri che la spesa sia commisurata all’effettivo interesse dei padovani. I dissesti economici causati dai Giochi Olimpici di Atene e Rio de Janeiro, per quanto riguardino situazioni diverse da quella padovana, sono da tenere presenti come un monito e consigliano seriamente di evitare di lanciarsi in opere il cui impatto sia sproporzionato rispetto alle reali esigenze della città».

«Una semplice ristrutturazione dello Stadio Plebiscito, oggi sottoutilizzato e non più a norma da anni, permetterà di risparmiare milioni e milioni di euro in fondi pubblici e di ricreare quell’effetto “fossa dei leoni” che chi frequentava lo storico Stadio Appiani ricorderà bene» le dichiarazioni di Bitonci a Confapi. «Trasformare il Plebiscito nello stadio del Calcio Padova è una stupidaggine colossale, oltretutto costosa. Il Plebiscito rimane il tempio del rugby, l’Euganeo quello del calcio, con l’impegno a trovare una soluzione per portare i tifosi più vicini ai giocatori. E i soldi risparmiati, parliamo di 6-7 milioni di euro, non di briciole, li utilizzerò nel riqualificare il quadrante Arcella-San Carlo-Pontevigodarzere» la replica di Giordani all’Associazione, con Foresta che ha calcolato come il Coni parli «di una spesa di 6,8 milioni per il primo stralcio, senza considerare i parcheggi nord (riservato ai tifosi ospiti) e sud, che tra espropri e opere costano 2,2 milioni». A cui aggiungere un nuovo manto erboso da 150 mila euro, 203 mila già spesi in progettazione, l’installazione dei nuovi seggiolini e corrimano già costata 350 mila euro e la ristrutturazione dello Stadio Colbachini per ospitare il meeting internazionale di atletica, che viene 1,8 milioni. «Così arriviamo a 11,5 milioni». «Demagogia pura» sostiene invece Bitonci, «è un investimento che comunque va fatto perché quello stadio non è a norma. Lo abbiamo già trasformato radicalmente spendendo solo 350 mila euro per i seggiolini. Verrà fuori una “bomboniera” con 3 milioni. Mentre la realizzazione del secondo stralcio è condizionata alla presenza di uno sponsor che paghi i lavori».

Questo il batti e ribatti politico. Ma l’altro argomento che imperversa nella discussione pre-elettorale è il nuovo ospedale, un tema attorno al quale le interviste realizzate da Confapi Padova hanno riscontrato la convergenza nelle posizioni del pentastellato Borile e Bitonci verso l’area di Padova Est, con Lorenzoni (Coalizione Civica) che non è il solo a distinguere tra un ospedale d’eccellenza per l’alta specializzazione e un polo di medicina del territorio (che vorrebbe confermato nell’attuale sede, mentre per Bitonci sarebbe «Il Sant’Antonio l’ospedale dei padovani»).

«Qui la questione è diversa rispetto al “capitolo stadio”: parliamo di soldi di tutti spesi nell’interesse di tutti» sottolinea Valerio. «Ma l’imperativo di fondo è lo stesso: smettiamola con i ragionamenti da tifosi, basati sulla mera appartenenza a questo o a quello schieramento politico e imperniamo ogni decisione sull’efficacia del servizio che sarà offerto ai cittadini, ascoltando in primo luogo chi ha competenze tecniche per valutare pro e contro e sappia spiegare chiaramente quali sono le prospettive di ogni scelta compiuta, a partire da medici e ricercatori».

Infografica a cura di Simone Longato (www.simonelongato.it)

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

 

 

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