All’Assemblea Generale di Confapi Padova presentate le opportunità a disposizione grazie a Confapifidi, che prosegue nel supporto alle imprese per l’accesso al credito con la nuova autorizzazione di Banca d’Italia.
Il Presidente di Confapifidi Virginio Novali imprenditore bresciano nel settore metalmeccanico: «Da pochi giorni abbiamo cambiato nome, superando la connotazione esclusivamente lombarda (Confapi Lombarda Fidi). Lo abbiamo fatto perché era doveroso però riconoscere, anche nella denominazione, che il Confidi mette al centro le imprese, siano esse lombarde, venete, piemontesi, o di altre regioni d’intervento. Questo, pochi mesi dopo l‘iscrizione da parte di Banca d’Italia al nuovo Albo degli intermediari finanziari vigilati, art. 106 del Testo Unico Bancario. La decisione di fare domanda di iscrizione al nuovo Albo di Banca d’Italia non era un passaggio obbligato per Confapifidi, ma è stata fortemente voluta dal Consiglio che presiedo per meglio supportare le piccole e medie imprese in un contesto creditizio che permane complesso. È nostra intenzione continuare con la missione originaria del Confidi nel concedere garanzie valutando soprattutto la possibile continuità delle imprese tenuto conto degli aspetti qualitativi che le caratterizzano e non solo dei numeri».
Confapifidi viene costituito il 7 novembre 2001 su iniziativa delle Associazioni provinciali della Lombardia aderenti a Confapi, la Confederazione italiana piccola e media industria privata: da qui la denominazione sociale fino a qualche giorno fa, Confapi Lombarda Fidi. Nel biennio 2005 e 2006 si porta a compimento il progetto iniziale: unire tutti i Confidi provinciali della Lombardia di emanazione Confapi, attivi fin dagli anni 60, per adeguare la dimensione aziendale alla necessità delle imprese, mantenendo nel contempo la matrice prevalentemente industriale. Una chiara connotazione che è da intendere come una scelta di preservare una specializzazione in un mercato del credito in cui la fanno da padrone gli indici di bilancio e le probabilità di default. Inizia quindi la prima operatività fuori regione Lombardia, in Alessandria e Novara, ampliando le sinergie con il sistema associativo di riferimento. Nel 2010 il primo riconoscimento, l’assoggettamento alla vigilanza di Banca d’Italia, ex art. 107 del TUB. Prosegue quindi lo sviluppo a Terni, Cosenza e Piacenza. Ora, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di avviare dal mese di Luglio l’operatività in Veneto, attuando sinergie con le Associazioni di Padova e Verona, ma al vaglio ci sono già ulteriori ipotesi in altre Regioni.
«La scelta del Consiglio di Amministrazione è stata di credere e investire sulla possibilità di restare un Confidi sottoposto a vigilanza di Banca d’Italia senza perdere la prossimità con il territorio e la vocazione a valutare le imprese quale soggetto che, prima di rappresentare numeri, esprime idee, progetti e lavoro. Il confidi oggi si affianca alle imprese cercando di anticipare la necessità di credito, preaffidando le imprese ritenute prospetticamente solvibili al fine di fornire loro una “credenziale” per il sistema bancario, deliberando nella stragrande maggioranza dei casi prima della banca. Ogni impresa è valutata, permettetemi il termine, con la “dignità” che merita, come entità unica e diversa dalle altre, anche se i numeri ci portano ad assimilarle in raggruppamenti per determinare statisticamente la probabilità di default. Così facendo, si riesce a fornire alla banca finanziatrice una delibera supportata non solo dall’analisi dell’ufficio fidi e del Comitato Esecutivo ma dal parere di un Comitato Tecnico che è composto da imprenditori della zona di competenza i quali si riuniscono ogni settimana (gratuitamente lo devo dire) per dare un parere di conoscenza sulle imprese, conoscenza data dall’appartenenza allo stesso territorio o settore. Ed è proprio vicino alle territoriali, che il nostro confidi sta crescendo, forte dell’iscrizione al 106, il nuovo albo dei soggetti vigilati, stipulando accordi con gli istituti bancari per plafond dedicati a specifiche iniziative ed a tassi convenzionati».
Con l’approvazione del bilancio 2016 si consolida la patrimonializzazione del Confidi, che supera gli 8 milioni di Euro e un Total Capital Ratio del 28,12%. Virginio Novali, riconfermato Presidente a maggio dello scorso anno con il rinnovo del C.d.A., guida un Consiglio in parte rinnovato, affiancato dal Vicepresidente vicario Franco Colombo e dal Vicepresidente Vittorio Bertasi. Le imprese assistite nell’ultimo quinquennio sono più di 3 mila ed hanno beneficiato della garanzia del Confidi su oltre 4 mila finanziamenti per oltre 380 milioni di Euro di finanziato. Trattasi in prevalenza di piccole imprese: quelle fino a 10 dipendenti rappresentano circa l’85% del totale, fino a 50 dipendenti il 98% e, con riferimento alle attività esercitate, circa il 50% sono del settore industriale.
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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CONFAPIFIDI ARRIVA IN VENETO: Nuovi strumenti per l’accesso al credito delle pmi
04.07.2017