A corredo della presentazione dello studio di Fabbrica Padova sul diluvio di documenti piovuto sulle imprese venete a seguito dell’emergenza Covid-19, il Gazzettino ha raccolto la testimonianza dell’imprenditore Alberto Boldrin: «A marzo è andata abbastanza bene, abbiamo tenuto grazie allo strascico di lavoro accumulato dall'inizio dell'anno. In aprile è stata più dura». Ecco l'articolo.
RUBANO. «Tanti annunci e troppe carte, ma pochi aiuti concreti». Si esprime così l’imprenditore padovano Alberto Boldrin, terzo di quattro fratelli, responsabile dell’omonima azienda di gas combustibili e tecnici. Nel mese di aprile l'azienda di Rubano ha visto calare il fatturato di oltre il 15%, ma causa dei limiti della burocrazia non riceverà aiuti finanziari governativi. Il Gruppo Boldrin (Boldrin srl, Tag Tech srl e Nrg Tech srl) è leader nella progettazione e produzione di tecnologie, sistemi ed apparati in ambito regolazione, misura e sicurezza degli impianti gas infiammabili e tecnici. Quello che è iniziato come il progetto visionario del fondatore Emanuele Boldrin, oggi è una realtà che conta 30 dipendenti e oltre 30 collaboratori commerciali, per un'espansione del proprio business in oltre 50 nazioni nel mondo.
L'INNOVAZIONE
Un'azienda di famiglia che, in 60 anni, si è contraddistinta per la sua innovativa capacità di soddisfare i bisogni di un mercato sempre più esigente. «Facendo richiesta alla Prefettura ammette Boldrin siamo riusciti a lavorare anche durante il lockdown, perché abbiamo a che fare con il settore primario per l'erogazione di gas combustibili e tecnici nel pubblico e nel privato. Gestiamo metano, gpl, azoto e ossigeno. In particolare abbiamo garantito forniture per l'ossigenoterapia in campo sanitario durante l'emergenza Coronavirus. A marzo è andata abbastanza bene, abbiamo tenuto grazie allo strascico di lavoro accumulato dall'inizio dell'anno. In aprile è stata più dura. Abbiamo usufruito della cassa integrazione in deroga, ma comunque abbiamo cercato di turnare il personale in modo da non gravare sulla singola famiglia». Il continuo susseguirsi di nuove norme, però, non ha aiutato. «Da un lato il presidente Zaia ha cercato di snellire certi passaggi, adattandoli alle esigenze regionali - afferma Boldrin ma dall'altro ha trovato il muro del governo centrale. Le promesse sui finanziamenti alle imprese sono state un'amara delusione. La burocrazia è troppa, noi non ne faremo uso. Se non ti arrangi da solo e chiedi una mano a fornitori o collaboratori, difficilmente lo Stato ti dà aiuti. Gli unici fondi che abbiamo sfruttato finora risalgono al periodo pre-Covid, sono relativi ai bandi europei. In questo senso Confapi ci ha guidati verso un concreto progetto di crescita».
LA LEZIONE
Con Alberto Boldrin lavorano Francesco, responsabile della produzione e della logistica, e Gabriele, a capo dell'ufficio tecnico e della strategia per l'export. Ancora operativi i genitori, il padre Emanuele, presidente onorario, e la madre Maria Alessandra, impegnata in amministrazione. «Il Coronavirus ha trasmesso qualche insegnamento. L'unione fa la forza a livello imprenditoriale. Affiancarsi ad altre realtà per far sinergia crea opportunità di business. É necessario potenziare la rete di comunicazione: il mondo del web, le vendite on-line e lo smartworking sono la chiave per il futuro».
Elisa Fais
Ufficio Stampa Confapi Padova