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CUTRERA: «IL RUOLO DEI CONFIDI? MITIGARE LE RIGIDITÀ DEL SISTEMA AUTOMATICO DEL FONDO DI GARANZIA»

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Parla Fabio Cutrera, direttore di Confapifidi, tra i relatori dell’incontro Competere & Crescere: Le Regole del Gioco 2018”, organizzato da Confapi Credit per il 15 marzo a Villa Italia.

Dallo scoppio della crisi finanziaria su scala mondiale, il Fondo centrale di garanzia ha rappresentato la principale misura governativa contro il razionamento del credito alle Pmi e ha continuato a esserlo indipendentemente dal colore di governi che si sono succeduti. Ma cosa cambierà con la riforma del Fondo e quale ruolo, nello specifico, andranno a ricoprire i Confidi? Ne parliamo con Fabio Cutrera, direttore di Confapifidi, il Confidi emanazione del sistema associativo che, in qualità di intermediario finanziario vigilato da Banca d’Italia e accreditato dal Fondo di Garanzia a certificare il merito di credito, può ampliare le possibilità di accesso al credito con le Banche convenzionate.

LE INCOGNITE. «La riforma del Fondo, basata sull’introduzione del modello di rating, ha vissuto negli scorsi mesi una fase “sperimentale” limitata alle operazioni della “Nuova Sabatini”», sottolinea Cutrera. «E tuttavia le imprese che hanno avuto accesso alla “Nuova Sabatini” erano per forza di cose sane, occorrerà valutare cosa succederà nel momento in cui la riforma diventerà operativa e quindi più estesa, e capire se davvero il duplice obiettivo con cui è stata pensata - vale a dire ridurre l’assorbimento di risorse pubbliche e allo stesso tempo migliorare l’accessibilità dello strumento e quindi raggiungere un numero maggiore di imprese - può essere raggiunto».

MITIGARE. «Il credito alle Pmi, ammissibili alla garanzia di Stato, passa tramite il Fondo di Garanzia, nel rapporto diretto tra Banche e Stato. Di fatto continua a rappresentare la principale opportunità, ma anche discriminante, per la concessione del credito da parte delle Banche. In altre parole lo Stato provvede direttamente a garantire perché le imprese siano finanziate dalle banche. Il sistema di accesso alla garanzia è però pressoché automatico, basato sui dati degli ultimi due bilanci approvati, e quindi su dati anche di due anni e mezzo prima. È un sistema valido, direi persino robusto, ma che, come tutti i sistemi automatici presenta delle rigidità. Ed è qui che intervengono i Confidi, appunto mitigando queste rigidità relative alla classificazione delle imprese. E questo perché il Confidi è “fatto” da imprenditori, è presente direttamente sul territorio, valuta caso per caso, discute con l’imprenditore per cercare di capire cosa è successo, cosa potrà accadere, raccoglie informazioni e a quel punto, se è il caso, garantisce».

IL RISCHIO TRIPARTITO. «Non solo, i confidi potranno utilizzare sui finanziamenti sino a 120 mila euro senza passare dal rischio del “rating” previsto dalla riforma del Fondo di garanzia, le operazioni dette “a rischio tripartito”. Su queste il confidi copre una quota pari ai 2/3, metà della quale, pari a 1/3, è riassicurata dal Fondo. E, per le aziende costituite da meno di tre anni i confidi rimangono l’unica possibilità di accesso alle garanzie».

Fabio Cutrera parlerà del ruolo Ruolo del consorzio per il credito bancario nelle Pmi all’interno dell’incontro “Competere & Crescere: Le Regole del Gioco 2018”, organizzato da Confapi Credit per il 15 marzo a Villa Italia.

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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