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Dal 2014 sarà operativo il brevetto unico europeo

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Sulla base del Regolamento n. 1257/12 che il Parlamento europeo ha approvato l’11 dicembre 2012, a partire dal 1 gennaio 2014 dovrebbe diventare operativo il brevetto europeo con effetto unitario in 25 stati UE, ad eccezione di Italia e Spagna, non Parti di questo accordo.

Il brevetto unitario si prefigge di stimolare la crescita degli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, garantendo l’accesso a un sistema di tutela della proprietà industriale facilmente accessibile e più coerente ed uniforme.

In base alle nuove disposizioni, volte a diminuire le formalità e i costi necessari per ottenere la tutela brevettuale in Europa, la domanda di brevetto unitario verrà depositata presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti con sede a Monaco di Baviera; la domanda dovrà essere tradotta in una delle lingue ufficiali della Convenzione sul Brevetto Europeo (inglese, francese o tedesco); una volta concesso, il brevetto unitario avrà efficacia nei 25 Paesi aderenti, senza bisogno di procedere alle fasi di convalidazione nei singoli Stati (si tratta quindi di un brevetto unico, gestito dall’Ufficio Europeo dei Brevetti, senza ulteriore coinvolgimento degli Uffici nazionali)

Tra i propositi, vi è quello di rendere possibile una protezione brevettuale a beneficio delle imprese di tutta l’Unione e, in particolare, delle PMI. Le prime stime indicano un risparmio in termini di oneri complessivi per la brevettazione unitaria considerevole nell’ordine del 60/70%.

La competenza del Tribunale unificato (con una divisione centrale con sede a Parigi) si estenderà a tutti gli aspetti del contenzioso in materia brevettuale, ivi inclusa la tutela d’urgenza e risarcitoria. Le lingue ufficiali per le cause in materia brevettuale dinanzi al Tribunale saranno l’inglese, il francese e il tedesco.

Da segnalare che l’Italia ha aderito all’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti in data 19 febbraio 2013, così come hanno fatto gli altri Stati dell’Unione Europea (ad eccezione della Spagna e della Polonia), ma non ha ancora sottoscritto il Regolamento sul brevetto unitario, che rimarrebbe pertanto estraneo al nostro sistema di tutela della proprietà industriale. In particolare il governo italiano, insieme a quello spagnolo, si è rivolto alla Corte di Giustizia della Comunità Europea opponendosi, nella sostanza, all’adozione delle tre lingue ufficiali ritenendole discriminatorie. Su tale ricorso si è, per il momento, espresso l’avvocato Generale suggerendo alla corte di respingere il ricorso.

 

Ufficio Stampa Confapi
stampa@confapi.org

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