Da un’indagine realizzata tra metà marzo e metà aprile 2013 dal Centro studi di Confapi Padova su un panel di 159 utenti dello Sportello Impresa Futura, arrivano importanti segnali per quanto riguarda la voglia di fare impresa nonostante la crisi economica: il 71% di chi ha chiesto aiuto allo Sportello Impresa Futura e ha utilizzato i voucher di consulenza, è poi riuscito a far nascere un’impresa.
Dai voucher di consulenza allo Sportello Impresa Futura, sino al nuovo Decalogo per limitare al minimo il rischio di fallire: Confapi Padova apre la propria cassetta degli attrezzi anticrisi.
Lo fa attraverso il progetto “Fabbrica Padova”, avviato da alcuni anni con il contributo della Camera di Commercio di Padova per monitorare e valorizzare la piccola e media impresa manifatturiera padovana. Tra le azioni intraprese per la realizzazione di questa iniziativa, nel 2012 è stato costituito dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confapi Padova, il Tavolo Impresa Futura, un vero e proprio gruppo operativo di coordinamento per le attività di sostegno ai futuri imprenditori.
Ed oggi, proprio Fabbrica Padova mette in campo strumenti utili per sostenere chi vuole mettersi in gioco nonostante il perdurare della crisi. In primis, l’aspetto consulenziale e di supporto per i futuri imprenditori. L’indagine conoscitiva, realizzata tra metà marzo e metà aprile 2013 dal Centro studi di Confapi Padova sul totale dei 159 contatti registrati fra il servizio di Sportello Impresa Futura e quello legato alla fornitura di voucher consulenziali nel biennio 2011-2012, offre infatti risultati particolari e molto indicativi. Sei le questioni poste agli intervistati: dalla capacità o meno nel far nascere un’impresa al settore economico scelto e alle motivazioni che hanno spinto a tale scelta; l’appartenenza o meno a una famiglia imprenditoriale; l’utilità dei voucher consulenziali e del supporto dello Sportello; il grado di utilizzo delle tecnologie ICT per avviare l’attività.
Attraverso interviste telefoniche mirate, i risultati hanno evidenziato come il 71% del campione (un quinto del quale è composto da donne) sia riuscito effettivamente a far nascere un’impresa, contro un 29% che ha ammesso di non esservi riuscito o di essere ancora in una fase embrionale. Davvero eterogenei i settori scelti per una nuova start up d’impresa dal pool di intervistati che per il 62% proviene da una famiglia imprenditoriale: prevenzione incendi e sicurezza sul lavoro, edilizia, mondo delle autovetture da corsa, energia rinnovabile, marketing e comunicazione, commercio di opere d’arte, allestimento facciate industriali in vetro e serramenti, agricoltura, formazione, servizi alla persona, social network, consulenza acustica, metalmeccanica, produzione di prodotti chimici.
Entrando nel merito dell’esperienza maturata grazie all’utilizzo dei voucher consulenziali messi a disposizione da Confapi Padova, il direttore dell’associazione Davide D’Onofrio evidenzia come «le risposte pervenute dimostrano quanto questi strumenti formativi di supporto possano essere utili e soprattutto pratici per chi ha un’idea d’impresa e vuole avviarla, ma prima vuole darle forma e sostenibilità. Per il 70% del campione i voucher sono stati utili, mentre per 3 su 10 l’effetto non è stato positivo o sono serviti molto poco». In un solo caso il voucher è stato richiesto ma non utilizzato. «La consulenza fornita da questi voucher e dallo Sportello Impresa Futura -riprende Davide D’Onofrio- va dall’analisi degli investimenti iniziali alla consulenza fiscale, alla gestione dell’attività,al modo per reperire finanziamenti pubblici o agevolati, sino ai modi per fissare prezzi di mercato adeguati e a strategie di marketing. In questo modo sosteniamo gli imprenditori di domani mettendo a disposizione i migliori professionisti per trasformare le idee di business in vere e proprie imprese».
Dall’indagine emerge inoltre un dato molto interessante, che dimostra come chi vuol mettersi in gioco oggi sappia quanto peso hanno sul mercato globale le tecnologie informatiche e il mondo dell’ICT: 9 contatti ogni 10 utilizzano “molto” le tecnologie informatiche o digitali per il proprio lavoro o per l’avvio d’impresa, contro un residuo 10% che ne fa scarso uso.
I risultati dell’ultimo punto trattato dal focus confermano uno dei problemi più seri e consolidati dell’attuale mondo economico-imprenditoriale: la difficoltà ad ottenere credito e incentivi per l’avvio d’impresa. Alla domanda “quanto è difficile ottenere un aiuto a livello di incentivi, bandi e finanziamenti regionali per aprire o avviare un’attività o una start up innovativa?” (la possibilità di risposta era tripla: MOLTO-POCO-PER NIENTE) tutti gli intervistati hanno risposto “MOLTO”.
Al Tavolo di coordinamento per le attività di sostegno ai futuri imprenditori il presidente del Gruppo Giovani di Confapi Padova, Jonathan Morello Ritter, ha presentato anche il nuovo decalogo per non fallire. «Il perdurare di questa crisi economica sta accentuando un dato statistico nazionale secondo cui circa 8 aziende su 10 muoiono entro i primi 5 anni di attività. Questo decalogo raccoglie una serie di spunti ed elementi strategici per aiutare le nuove start up innovative e i futuri imprenditori a non fallire, o perlomeno ad abbassare il grado di rischio. La prtesenza di un ambiente innovativo che promuova la ricerca scientifica e un tessuto imprenditoriale in grado di trasformarne in business di successo i risultati, è una condizione necessaria per lo sviluppo di un sistema industriale competitivo all’interno delle economie moderne. Con questo progetto, Confapi Padova mira perciò a fornire il proprio contributo per creare le condizioni ideali per lo sviluppo di start up innovative di successo».
Nella foto il tavolo dei relatori: da sinistra a destra il prof. Giuseppe Milan, l'Assessore al lavoro del Comune di Padova Marta Dalla Vecchia, il Presidente del Gruppo Giovani di Confapi Padova Jonathan Morello Ritter, Daniele Donà (Provincia di Padova), la prof.ssa Maddalena Carraro (preside Istituto Marconi) e Tiziana Nardo (Cciaa)
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