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DONAZZAN: «I NOSTRI IMPRENDITORI HANNO GIÀ FATTO MIRACOLI, STA ALLA POLITICA SOSTENERLI»

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Lavoro, istruzione, formazione, pari opportunità. Sono le deleghe dell’Assessore della Regione Veneto Elena Donazzan. E sono anche alcuni dei temi trattati nell’intervista recentemente concessa a Radio Confapi. Confapi Padova l’ha intervistata sviluppando alcuni degli argomenti sollevati in quell’occasione.

Partiamo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza declinato in chiave veneta: quale l’impatto delle risorse in campo per l’attività del suo Assessorato e, di conseguenza, per i lavoratori e per le imprese?

«È necessario un approccio di sostanza e serve pensare a misure flessibili nell’ambito delle politiche per il lavoro previste dal PNRR: questo per rispondere in maniera precisa e puntuale ai bisogni specifici che ci pone in questo momento il mondo del lavoro. La Regione del Veneto impiegherà parte dei 55 milioni di euro previsti nell’ambito del programma GOL - acronimo di “Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori” - per rifinanziare l’esperienza positiva dell’Assegno per il Lavoro, una misura che ha permesso di prendere in carico più di 73 mila veneti dando vita a 52 mila contratti di lavoro. Faremo un Assegno per il Lavoro Gol che guardi all’essenza del problema che si vuole risolvere, che dia alla persona in cerca di occupazione la possibilità di rimettersi in gioco, investendo sulla sua professionalità in maniera personalizzata».

L’Unità di crisi aziendali della Regione del Veneto, nata da una sua intuizione, è un modello riconosciuto. Quali sono gli aspetti che la rendono punto di riferimento imprescindibile anche a livello nazionale?

«Ogni crisi ha una storia a sé: sono diverse le aziende coinvolte, diversi i territori, diverse le tipologie di crisi e diversi gli strumenti attivati. Ma c’è un’unica costante, l’Unità di Crisi aziendali ed il metodo con cui ci occupiamo delle crisi aziendali. Noi tendiamo sempre al coinvolgimento di tutte le parti e abbiamo sempre un obiettivo di industrializzazione o re-industrializzazione che porti con sé la soluzione occupazionale. Due sono dunque le funzioni dell’Unità di Crisi aziendali: creare subito le occasioni per una rigenerazione dell’azienda ed evitare che i lavoratori perdano competenze e stiano fuori dal mercato del lavoro».

Sono da poco stati diramati i dati relativi all’occupazione in Veneto nel primo trimestre 2022. Sono positivi, con un incremento di 23.500 posti di lavoro dipendente rispetto allo stesso periodo del 2021 (di cui oltre 3.600 nel territorio padovano). E, tuttavia, dal caro energia alle conseguenze dell’invasione ucraina, sono diverse le minacce che incombono sulle nostre imprese.

«Preoccupano le ricadute sull’economia reale, e dunque sul mercato del lavoro, del conflitto in Ucraina, della spinta inflazionistica e dell’aumento record dei costi per l’energia e per le materie prime. L’inizio dell’aumento dei costi precede la guerra ed è legato alla pandemia, ma anche a scelte politiche e alla speculazione che c’è stata, soprattutto nell’automotive.  Elementi che stanno pesando in maniera insostenibile sulla capacità di produrre di molte imprese venete ed italiane.  Le nostre imprese sono molto internazionalizzate e sono perlopiù composte da terzisti inseriti nella supply chain, che vedono scaricarsi su di loro questi aumenti. Le previsioni economiche sono concordi nell’ipotizzare in futuro forte ridimensionamento della crescita del Pil, col timore che una piena ripresa ed un ritorno ai livelli pre-covid possano slittare al 2023. Noi abbiamo il dovere di essere vicini alle imprese e veloci nelle risposte e nelle misure di analisi e accompagnamento, mettendo i nostri strumenti in campo. In questo senso le associazioni di categoria possono fare sintesi dei bisogni e trasmetterli al corpo politico: credo molto nel loro lavoro».

E a livello nazionale, la politica fa abbastanza in questo senso?

«C’è bisogno di una politica nazionale forte, che faccia da faro. La domanda è corretta: sta facendo abbastanza? Faccio alcuni esempi: il 110% è utile alla nostra edilizia? Secondo me no, perché incentivare troppo crea una bolla. Il reddito di cittadinanza fa l’interesse nazionale, considerando che le nostre imprese hanno invece bisogno di investire sul capitale umano, su competenze e formazione? Facciamo l’interesse nazionale se non abbiamo politiche energetiche e il nostro ministro degli esteri, anzi, dice alla Croazia: trivellate pure anche a casa nostra? Potrei andare avanti molto, il punto è che per aiutare le imprese serve una governance nazionale decisa. Gli imprenditori stanno già facendo miracoli e vanno sostenuti. Vanno alleggerite le tasse e ridotto il cuneo fiscale, perché l’imprenditore sta pagando un’iradiddio e il lavoratore ha un potere d’acquisto molto basso. E si deve lavorare per una semplificazione a tutti i livelli. Ma queste sono, appunto, scelte della politica nazionale».

Ha parlato di formazione e competenze. Ebbene, a fine marzo è nata la rete regionale degli ITS per la formazione tecnica post diploma. Può arrivare proprio da queste strutture la risposta alla cronica difficoltà delle imprese metalmeccaniche del territorio nel reperire manodopera specializzata?

«Gli ITS-Academy si stanno dimostrando lo strumento più efficace per rispondere alle sempre più specifiche ed esigenti richieste del mercato del lavoro, in Italia e nella nostra regione. Nuove competenze, aggiornamento veloce, formatori operativi ed un raccordo forte con le imprese: sono queste le caratteristiche che permettono ai percorsi dell’alta formazione delle Fondazioni ITS-Academy del Veneto di svettare in tutti i monitoraggi promossi a livello nazionale. L’attenzione della Regione del Veneto verso il sistema ITS Academy è massima, con un obiettivo chiaro di mandato che è quello del raddoppio degli iscritti nel prossimo quinquennio».

 

 

ASCOLTA L’INTERVISTA ALL’ASSESSORE DONAZZAN - RADIO CONFAPI, 19 APRILE 2022

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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