Per la prima volta verso Venezia Mosco e Micalizzi. Dentro anche i sindaci Bedin, Giacinti e Pasqualon. Confapi Padova rilancia il dialogo con imprese e politica.
Il nuovo Consiglio regionale del Veneto si presenta con una composizione che ridisegna gli equilibri politici. La Lega porta venti consiglieri, compreso il presidente eletto Alberto Stefani; il Partito Democratico ne conta dieci, guidati dal candidato alla presidenza Giovanni Manildo; Fratelli d’Italia si ferma a nove, Forza Italia a tre, mentre Alleanza Verdi Sinistra e Resistere Veneto ne eleggono due ciascuno. A completare il quadro, un consigliere per Movimento 5 Stelle, Uniti per Manildo, Civiche venete per Manildo, Udc e Liga Veneta Repubblica.
I 9 ELETTI PADOVANI
In chiave padovana, la rappresentanza passa da dieci a nove consiglieri, con un ricambio significativo: sei volti nuovi. Nella maggioranza entrano Eleonora Mosco e Giorgia Bedin per la Lega, Filippo Giacinti per Fratelli d’Italia, Eric Pasqualon per l’Udc e Alessio Morosin per la Liga Veneta Repubblica. All’opposizione, invece, debutta Andrea Micalizzi (Pd), già vicesindaco di Padova. Restano confermati soltanto tre nomi: Roberto Marcato (Lega) ed Elisa Venturini (Forza Italia) nel centrodestra, ed Elena Ostanel (Avs) nel centrosinistra.
LE PREFERENZE
Il conteggio definitivo delle preferenze ha consegnato numeri rilevanti. A Padova il primato spetta al vicesindaco Andrea Micalizzi, che con 18.051 voti è risultato il secondo consigliere più votato in Veneto dopo Luca Zaia, capace di raccogliere oltre 203mila preferenze. Un risultato straordinario per un debuttante, che tuttavia siederà tra i banchi dell’opposizione. Tra i più votati del centrodestra spicca Filippo Giacinti, sindaco di Albignasego, con 12.229 preferenze: il miglior risultato per Fratelli d’Italia in tutta la regione e il più alto a Padova dopo Zaia. Lo segue Roberto Marcato, assessore uscente della Lega, che pur lontano dai record del 2020 ha confermato la sua forza con 11.500 voti.
La tornata elettorale ha premiato anche Eleonora Mosco, consigliera comunale leghista, che con 8.125 preferenze entra per la prima volta in Regione, e la sindaca di Monselice Giorgia Bedin, forte di 4.283 voti. Buona conferma per Elisa Venturini, che con 8.843 preferenze garantirà continuità a Forza Italia. L’Udc conquista un seggio con il sindaco di Carmignano, Eric Pasqualon, sostenuto da 4.712 voti, mentre la Liga Veneta Repubblica porta in Consiglio Alessio Morosin, eletto con appena 399 preferenze grazie al meccanismo dei resti. Una dinamica che ha escluso candidati con numeri ben più consistenti, come la democratica Vanessa Camani (9.285 voti) ed Enoch Soranzo (6.219).
IL DIALOGO CON CONFAPI
Accanto ai numeri, va ricordato il percorso che Confapi Padova ha avviato nei mesi precedenti al voto. L’associazione ha organizzato un fitto programma di incontri con il mondo politico e istituzionale, convinta che solo attraverso il dialogo costante tra imprese, amministratori e candidati si possa costruire una visione condivisa per il futuro del Veneto. «Il nostro obiettivo è molto chiaro: vogliamo che chi si candida a guidare il Veneto ascolti le imprese, capisca le loro esigenze e si impegni a dare risposte concrete», ha spiegato Franco Pasqualetti, vicepresidente di Confapi Padova e coordinatore dello sviluppo istituzionale. «Il dialogo con il mondo istituzionale deve essere continuo, non episodico. Per questo stiamo incontrando tutti i candidati, di ogni schieramento, con spirito costruttivo e senza pregiudizi».
Il nuovo Consiglio regionale, dunque, non è soltanto il risultato delle urne, ma anche il punto di partenza di un dialogo che Confapi Padova ha già avviato e che intende proseguire, con l’obiettivo di dare voce alle imprese e contribuire a costruire un Veneto più competitivo, inclusivo e capace di guardare lontano.
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Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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