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ENERGIA, SOVRANITÀ DELLE FILIERE PRODUTTIVE, SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI: LE PRIORITÀ DEL MINISTRO URSO

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Tutti i dossier sul tavolo dell'ex presidente del Copasir (che più volte è stato ospite di Confapi Padova)

 

Già relatore nelle aule di S.Pa.D.A. - la business school dell’Associazione - Adolfo Urso è stato più volte ospite di Confapi Padova e conosce sicuramente bene la realtà del mondo imprenditoriale nordestino. A lui le congratulazioni per il nuovo ruolo di Ministro delle imprese e del Made in Italy. Ma quali sono i dossier oggi sul suo tavolo e quali le priorità del suo mandato? Urso ha già avuto modo di metterli sul piatto nelle prime interviste, nelle quali ha chiarito la volontà di far diventare il Mise «dal “ministero delle crisi” a “difensore civico delle imprese”, sostenendole negli investimenti, snellendo i processi autorizzativi e lavorando contemporaneamente su due fronti: in Europa per la sovranità delle principali filiere produttive (e di quelle strategiche) e in Italia per difendere i prodotti e la tecnologia Made in Italy».

Chiaro come inflazione e caro energia siano i temi più caldi oggi, interessante notare però che già dalle sue prime parole traspaia la necessità di dare al Paese una visione industriale che vada oltre dalle crisi legate all’attualità. Alla Stampa ha spiegato come sia necessario «difenderci da una dinamica di esproprio della nostra tecnologia, che è in atto», sull’esempio di quanto già fatto dal Governo Draghi che in più di un’occasione ha applicato la legislazione anti-takeover (la cosiddetta “Golden Power“) per respingere offerte indesiderate in settori ritenuti di importanza strategica. Torna in mente quanto raccontò nel corso di una sua lezione a S.Pa.D.A. nel novembre del 2019, circa le modalità che lo Stato poteva avere per tutelare le sue imprese: «Ricordo l’accordo di libero scambio che, quando ero Viceministro alle attività produttive con delega al commercio, l’Europa prese con la Corea del Sud. Feci inserire delle clausole per tutelare l’industria automobilistica italiana, perché la Fiat lo temeva molto, ma alla fine l’Italia ebbe solo da guadagnarci». Nella stessa occasione, Urso proseguì spiegando che «sappiamo bene che ci sono servizi di intelligence che segnalano quali nostre aziende possiedono i migliori brevetti tecnologici, favorendo così l’acquisizione di queste aziende da parte di compagnie controllate da nazioni straniere. Ne consegue che lo Stato può fare molto per tutelare l’impresa italiana, valutando come comportarsi».

Al Corriere Urso ha fatto presente che il Ministero accompagnerà le aziende italiane negli investimenti, anche esteri, necessari alla sovranità europea, «come nel campo dei semiconduttori, delle batterie elettriche, dei chip, del digitale, dei nuovi materiali e dell’aerospazio. Una strategia orientata alla creazione di partnership paritetiche con i nostri vicini europei, seguendo una logica “win-win”, orientata a riportare in Europa (quando non è possibile farlo a livello nazionale) le filiere produttive che con la globalizzazione sono state spostate all’estero, soprattutto in Asia».

In questo settore, occorre saper rispondere alle emergenze, ma al contempo l’obiettivo è «l’aumento della produzione energetica nazionale, con tutte le tecnologie disponibili, a cominciare dalle rinnovabili, senza alcuna preclusione o tabù».

Già il Governo Draghi (in sinergia con l’orientamento dell’UE) attraverso il  il “Decreto Aiuti Bis” dello scorso agosto, ha introdotto delle “aree di interesse strategico nazionale” – filiere della microelettronica e dei semiconduttori, delle batterie, del supercalcolo e calcolo ad alte prestazioni, della cyber sicurezza, dell’internet delle cose (IoT), della manifattura a bassa emissione di Co2, dei veicoli connessi, autonomi e a basse emissioni, della sanità digitale e intelligente e dell’idrogeno – per le quali il MiSE ha il potere di avocare a sé processi autorizzativi dinanzi alla inadempienza di altre amministrazioni. È il tema della deregulation: «Le autorizzazioni non possono restare inevase per anni. È ora di cambiare. È in gioco il futuro del nostro Paese, la sua indipendenza, la sua capacità di produrre ricchezza».

Nato a Padova nel 1957, Urso è presidente della Fondazione Farefuturo e senatore per Fratelli d’Italia dal 2018, è stato già deputato alla Camera dal 1994 al 2013, per un totale di 5 legislature. Dal giugno 2021 è presidente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti, carica da cui si è dimesso dopo la sua nomina a ministro.

 

Nella foto Urso assieme a una delegazione di imprenditori di Confapi Padova

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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