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Fondo Salva-imprese, «Ci vuole trasparenza per gestire 150 milioni»

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L'intervento di Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova, intervistato da Mattino, Tribuna, Nuova e Corriere delle Alpi sul Fondo Salva-imprese

Il fondo Salva-imprese? Ottima idea: salvare gli artigiani e le Pmi venete in ginocchio per il credit crunch è un obiettivo condiviso da tutte le categorie economiche che chiedono però la massina trasparenza nell'assegnazione dei fondi. Ieri sul nostro giornale Giorgio Grosso, presidente della finanziaria Veneto Sviluppo controllata dalla Regione del Veneto, aveva dichiarato che sono già in cassa 150 milioni di euro pronti per garantire le aziende che hanno in bilancio titoli deteriorati delle popolari venete. Con il moltiplicatore adottato in questo tipo di operazioni di garanzia dei fidi si arriva alla cifra complessiva di ben 2 miliardi di euro. Accade infatti sempre più spesso che alcune banche richiedano il rientro dei fidi alle aziende e quest'ultime si trovino in difficoltà proprio a seguito del drastico taglio del valore delle azioni delle due popolari che avevano dato in garanzia. In questo tipo di situazioni Veneto Sviluppo è pronta ad intervenire subito, garantendo i fidi. Ma non si esclude che la finanziaria intervenga anche a garanzia del credito per le altre aziende. Nell'ultimo anno infatti si è registrata in Veneto una riduzione dei prestiti alle società da parte del sistema bancario di ben 4 miliardi di euro.

«Per noi tutto ciò che è a sostegno delle imprese e realtà economiche in difficoltà con le due Popolari è positivo» hanno commentato dalla Confartigianato Marca Trevigiana. «Ma dobbiamo prestare attenzione, entrando nel merito di come si andrà a strutturare questo fondo. Nelle intenzioni la scelta è positiva, ora la problematicità sta nel modus operandi: prima di dare giudizi completi bisogna verificare come si strutturerà nel concreto l'operazione». Per gli artigiani della Marca trevigiana l'aiuto deve andare alle aziende che hanno avuto «difficoltà oggettive».

Spostandoci a Padova la proposta del fondo raccoglie consensi. «L'iniziativa è certamente positiva, è un segno di grande attenzione da parte della Regione a favore delle aziende contro la spregiudicatezza della finanza» dichiara Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova. «Ma facciamo dei distinguo. Siamo contrari ad aiuti che mantengano in piedi le aziende per forza: se non sono in grado di farlo con le proprie forze, si rischia di inguaiare anche gli altri». Per Confapi di Padova l'intervento del fondo Salva-imprese deve essere destinato ad aziende «che sono state obbligate da alcune banche ad acquistare azioni o obbligazioni in cambio di fidi con i titoli iscritti nei loro bilanci». E che rischiano di essere in difficoltà economica: «In questo caso va benissimo la copertura del rischio, ma non altri tipi di operazioni. La cifra pronta per essere utilizzata è imponente per il Veneto, serve dunque un sistema chiaro che abbia come prospettiva la crescita delle aziende e vincolato solo all'accesso al credito e mai a fondo perduto: mi auguro sia proprio così», conclude il presidente Valerio.

Nicola Brillo

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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