La voce delle imprese: «Competenza e disponibilità», «Scoperti errori che potevano costarci caro», «Ci ha mostrato aspetti che non consideravamo»
Sta per partire il minimaster “Gestire il commercio estero”, focalizzato sulla pianificazione e gestione delle operazioni di import ed export, in programma da martedì 8 aprile nella sede di Confapi Padova. E chi meglio delle aziende che hanno frequentato le scorse edizioni può consigliare o meno l’iscrizione? Ecco i pareri, a campione, di alcuni dei partecipanti.
«Dopo aver frequentato il corso organizzato nel 2013 abbiamo cambiato il nostro modo di lavorare» sottolinea Silvia Comis di Revarc Spa, società che si occupa del commercio di ricambi per veicoli industriali. «In particolare, ci ha permesso di considerare aspetti che prima trascuravamo, e penso ad esempio alla tracciabilità delle spedizioni e alle bollette doganali. Nel nostro caso, ci stavamo affacciando per la prima volta ai mercati esteri e ne abbiamo ricavato informazioni più che utili».
Ma anche chi ha rapporti con l’estero più consolidati nel tempo riporta un giudizio favorevole. E’ il caso di Meccanica Marcato Srl, come afferma Eva Rubin: «Il motivo è semplice: ci siamo accorti che davamo per scontato che diversi passaggi fossero corretti, mentre abbiamo capito che non era così. Faccio un esempio: per la procedura dell’Euro 1 abbiamo scoperto che non usavamo il modulo adatto. Inoltre ora posso dire di saper leggere in modo esauriente una bolla doganale e so come comportarmi. Partiamo dal presupposto che certi errori possono costare anche il blocco della merce in dogana per molto tempo: il corso insegna a evitarli».
Orianna Zorzo, che ha partecipato al corso per Off Carr Srl, azienda che produce ausili per disabili, si sofferma invece sulle qualità del docente, Walter Signorelli, presidente dell'Associazione doganalisti di Padova e spedizioniere doganale dal 1980: «Abbiamo trovato in lui un interlocutore preparato e disponibile all’interazione e questo ci ha permesso di rispondere a problemi del nostro settore: abbiamo frequentato il corso proprio per chiarire alcuni aspetti specifici legati alle nostre esportazioni».
«Esauriente e chiaro». Sono questi, invece, gli aggettivi che usa Loredana Carraro, responsabile amministrativo di Agoplast, che si occupa di stampaggio di materie plastiche a iniezione: «L’ho già frequentato e mi iscriverò anche alla prossima edizione, perché è bene aggiornarsi continuamente sugli argomenti trattati. In particolare, trovo che sia molto utile la visita in dogana prevista per il 13 maggio: permetterà di approfondire alcuni aspetti trattati durante il corso».
“Approfondire” è la parola chiave. Come riconosce anche Daniele Moro, di Vebi Istituto Biochimico Srl, che si occupa di prodotti derattizzanti e fitosanitari per l’agricoltura: «L’ho frequentato io, nel 2011, e poi il corso è stato frequentato da una mia collega, a dimostrazione che consiglio la partecipazione. E la consiglio sia per chi si affaccia ai mercati esteri per la prima volta, sia per chi ha già rapporti con le dogane, proprio perché è interessante affrontare certi aspetti legati all’export e perché il corso ha un taglio operativo utile per le aziende».
«A noi, ad esempio, ha permesso di risolvere alcuni problemi che avevamo con l’Iran» aggiunge Cinza Iraca, di Panta Rei Srl, azienda che progetta, realizza e installa impianti di trattamento delle acque. «Premetto che il 99% della nostra attività è rivolta all’estero e, nel caso specifico parlo dell’Iran perché, a causa dell’embargo internazionale a cui è sottoposto, segue una legislazione diversa dagli altri paesi. La consulenza del docente Walter Signorelli ci ha permesso di evitare un blocco doganale».
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