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GIORDANI: «PADOVA È UN’UNICA GRANDE REALTÀ, ECCO LA MIA VISIONE PER IL FUTURO DEL TERRITORIO»

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Dal rilancio della fiera («Dobbiamo dimenticarci i modelli di 5-10 anni fa») alle risorse del PNRR che il territorio può ancora accaparrarsi, dalla crisi di BusItalia alle sinergie tra comuni («La città metropolitana esiste già, ma non possono ignorare quelli più piccoli»). In questa intervista esclusiva per Confapi il sindaco Sergio Giordani, insediatosi a Palazzo Santo Stefano a settembre, spiega quali saranno le sue priorità nelle vesti di presidente della Provincia di Padova.

 

Presidente, quali sono le priorità del suo mandato?

«Provincia e Comune sono due realtà molto diverse anche da un punto di vista giuridico e amministrativo, ma io penso che applicando lo stesso modus operandi che ho adottato da sindaco, e cioè il confronto, il dialogo e la collaborazione con tutti - ovviamente nel rispetto dei ruoli e delle differenti collocazioni politiche - sia possibile fare molto per il nostro territorio.

Tra le priorità ovviamente ci sono le infrastrutture, sia quelle stradali e ferroviarie che quelle digitali, fondamentali perché l’economia di tutti i comuni della Provincia possa svilupparsi. E strettamente correlati sono i trasporti pubblici, che qualche grattacapo lo stanno dando. Poi naturalmente le scuole, che con ambiente e transizione energetica sono diventate priorità assolute».

Attorno alla città gravitano i principali centri urbani, industriali e commerciali della Provincia. Una pluralità di centri che va messa in rete per produrre e rafforzare sinergie di sistema utili a tutta l’economia. È la Grande Padova: se ne dibatte da anni, la sua elezione a presidente della Provincia è una spinta in questa direzione?

«Che i comuni gravitanti attorno a Padova abbiano relazioni strette con il capoluogo è un dato di fatto, esiste, già al di là dei riconoscimenti giuridici, una città metropolitana che ha confini più ampi del Comune di Padova. Detto questo però, non mi piace pensare alla Grande Padova come alla soluzione dei problemi di tutta la provincia. Bisogna che noi immaginiamo di creare reti e sinergie tra tutti i 102 comuni, Padova compresa. Non c’è alcuna intenzione di privilegiare il capoluogo e i comuni immediatamente limitrofi a scapito degli altri».

Di recente Padova Hall ha presentato alle associazioni di categoria il piano strategico di rilancio della Fiera, come lo valuta e quali ricadute avrà per il territorio?

«Le Fiere come le abbiamo conosciute fino a 5-10 anni fa non esistono più, e anche se il ritrovarsi in presenza è un’esigenza che sentiamo tutti, è un modello che non è più adeguato ai tempi. Padova Hall grazie all’eccellente lavoro del presidente Nicola Rossi e del direttore Marco Valsecchi ha adesso un ambizioso, ma realistico, piano strategico di rilancio che passa da un lato per piccole manifestazioni fieristiche molto specialistiche, e dall’altro nel far convergere nell’area di via Tommaseo una serie di funzioni diverse tutte a sostegno dell’economia del territorio non solo provinciale, ma come minimo regionale. Parlo del Centro Congressi inaugurato ad aprile, del Competence Center, della presenza dell’Università con la facoltà di ingegneria. Creiamo un hub della conoscenza e del trasferimento dei saperi che è fondamentale per supportare il nostro tessuto economico».

PNRR, c'è ancora la possibilità di intercettare fondi per il territorio provinciale?

«Le occasioni che giungeranno dal PNRR non sono finite, ma tutto dipende anche dalla situazione che avremo nei prossimi mesi. Dobbiamo in ogni caso costruire una macchina amministrativa e le condizioni progettuali per coglierle fino all’ultimo centesimo. I comuni più piccoli hanno oggettive difficoltà a produrre nei tempi i progetti e poi a seguirne la realizzazione con i tempi strettissimi dati dal PNRR bisognerà trovare il modo di supportarli».

Tra le questioni più urgenti c'è quella relativa alla crisi di BusItalia, tra bilanci in rosso, poco personale, autisti in fuga e corse che saltano. Che soluzioni vede alle porte?

«Proprio in questi giorni è stato nominato il nuovo amministratore delegato e direttore di BusItalia Veneto Gino Colella, che ho già incontrato e con il quale ho avviato un dialogo costruttivo. Il fatto che sia padovano non è una mera questione campanilistica, è un fatto importante perché vuol dire che conosce bene il territorio della provincia e la nostra città.

Ovviamente deve avere il tempo di prendere in mano una situazione che, come abbiamo visto tutti, non è facile da affrontare specialmente sul fronte sindacale, cosa che poi si ripercuote inevitabilmente sul servizio e sui viaggiatori. Sono convinto che ci siano dei margini per trovare delle soluzioni condivise capaci di riportare l’azienda a fornire un buon servizio, nonostante tutte le difficoltà che le aziende del Trasporto Pubblico Locale hanno sul fronte dei costi.  Il trasporto pubblico è una priorità della Provincia, che vuol dire garantire il diritto alla mobilità delle persone, anche quelle che non possono muoversi con mezzi privati».

 

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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