Confapi: «L’incertezza preoccupa ma non ci saranno ripercussioni dirette per le nostre aziende»
Il sistema economico e produttivo padovano guarda con apprensione alla crisi greca di questi ultimi giorni, dopo il “no” al Referendum che metteva sul tavolo l'accettazione o meno del piano proposto dai creditori internazionali in cambio di un nuovo programma di supporto finanziario ad Atene. A preoccupare le aziende padovane è la capacità del tessuto economico ellenico di assorbire i prodotti che fino ad ora da Padova hanno preso la via del vicino paese ellenico. E la provincia, nel solo 2014, ha prodotto valore per 82,4 milioni di euro di esportazioni, una cifra che nel solo primo trimestre di quest'anno aveva raggiunto i 22 milioni di euro con una crescita di circa il 5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Macchine utensili, e metalmeccanica in generale (oltre 14 milioni di euro) ma anche forniture mediche (7,7 milioni di euro), materie plastiche (6,6 milioni di euro), abbigliamento e calzature (circa 10 milioni di euro) e carni in scatola (5,8 milioni di euro) sono le principali voci delle esportazioni padovane in un paese la cui capacità produttiva autonoma è molto ridotta.
Sulla questione l’agenzia di stampa nazionale Adnkronos ha chiesto un intervento a Confapi Padova: «La crisi economica della Grecia è parte della crisi del debito sovrano europeo. Parliamo dunque di una situazione che riguarda tutti i paesi dell’Unione e l’Italia più di altri, e che non può non preoccuparci. Non credo, però, che nell’immediato quello che accade in Grecia avrà ripercussioni dirette sulla nostra economia, se non per un clima di sfiducia e incertezza generale - e l’incertezza, lo sappiamo, è la peggior nemica degli investimenti» la considerazione del presidente Carlo Valerio.
«Se poi consideriamo l’insieme dell’esportazioni del territorio padovano verso la Grecia - oltre 82 milioni di euro nel 2014, 22 milioni di euro nel primo trimestre del 2015 -, il tema diventa quello della tenuta del sistema bancario: quello che dobbiamo sperare è che la struttura tenga nel suo insieme. Considerato tutto questo, se conserviamo fiducia nel futuro dei rapporti economici tra l’Italia e il territorio ellenico è perché la Grecia dovrà comunque continuare a contare sull’estero per comprare tutti quei manufatti che altrimenti non è in grado di produrre, a partire da quanto importa nel settore metalmeccanico, la voce principale nel volume delle nostre esportazioni».
Se il problema Grexit crea più di un grattacapo al sistema produttivo locale, il rischio finanziario per i padovani sembra essere minimo: «Dei 330 miliardi di debito greco solo il 15% circa è nelle mani dei privati, banche comprese» spiega al mattino di Padova Alberto Lanzavecchia, docente di finanza aziendale all’Università di Padova» si tratta di poco più di 50 miliardi di euro distribuiti in tutto il mondo. Titoli tossici che hanno una scarsa probabilità di essere finiti nei portafogli dei risparmiatori padovani». Ed in effetti il debito pubblico greco è più che altro nelle mani di istituzioni Pubbliche come il Fondo Salva Stati.
Ampio risalto dai media alla nota rilasciata da Confapi Padova all’agenzia Adnkronos:
GRECIA: CONFAPI PADOVA, CRISI NON AVRÀ CONSEGUENZE SU NOSTRA ECONOMIA - IL TEMPO.IT 30 GIUGNO 2015
GRECIA: CONFAPI PADOVA, CRISI NON AVRÀ CONSEGUENZE SU NOSTRA ECONOMIA - PADOVANEWS 30 GIUGNO 2015
GRECIA: CONFAPI PADOVA, CRISI NON AVRÀ CONSEGUENZE SU NOSTRA ECONOMIA - BORSAITALIANA 30 GIUGNO 2015
GRECIA: CONFAPI PADOVA, CRISI NON AVRÀ CONSEGUENZE SU NOSTRA ECONOMIA - WALLSTREETITALIA 30 GIUGNO 2015
EXPORT PADOVA, A RISCHIO 82 MILIONI - IL MATTINO DI PADOVA 30 GIUGNO 2015
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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