Con i suoi 44 milioni di fatturato è già il primo Interporto d'Italia. Ora però il centro logistico di corso Spagna punta a diventare una delle maggiore infrastrutture nel settore del trasporto merci a livello europeo. A spiegare la natura e le motivazioni dell’operazione, in questa intervista esclusiva per Confapi Padova, è il professor Luciano Greco, presidente di Interporto Padova.
Quali sono gli obiettivi a lungo termine che questa operazione mira a raggiungere per l'Interporto e la zona industriale?
«Interporto Padova cresce ed è cresciuto molto, soprattutto negli ultimi 10 anni ha fatto molti investimenti nel settore dell’intermodalità, oltre 50 milioni di euro, e oggi è un operatore molto importante a livello nazionale ed anche europeo. Siamo leader da un punto di vista tecnologico e anche di movimentazione, oggi per la prima volta facciamo un ragionamento prospettico non dovuto alla necessità, ma dovuto all’opportunità. Siamo un player importante a livello nazionale e vogliamo diventare parte di un’alleanza più ampia a livello internazionale. L’obiettivo è rafforzarci in un mondo che cambierà, ci saranno sfide nuove, noi adesso siamo in una posizione di forza relativa rispetto anche ad altre realtà simili alla nostra ed è quindi il momento giusto per rafforzarci ulteriormente. Negli ultimi anni abbiamo diversificato la nostra capacità di reagire ai rapidi mutamenti del mercato, quali possiamo anche immaginare potranno accadere in futuro alla luce dell’attuale scenario internazionale. Oggi noi non facciamo solo traffici marittimi, ma anche semirimorchi che sono traffico tipicamente terrestre. Questo vuol dire che, a seconda di come muteranno le relazioni commerciali internazionali - soprattutto cambierà la geografia del commercio internazionale - Interporto Padova potrà essere in grado di rispondere con nuove e diverse rotte commerciali. La ricerca di un’alleanza per irrobustire quello che già siamo, serve proprio a questo, a rispondere in tempo reale alle nuove contingenze».
Come pensa che questa cessione influenzerà l'economia locale e le piccole imprese della zona?
«Intanto non parliamo di cessione ma di “partnership pubblico-privata”, perché al termine del percorso di individuazione del player logistico andremo a costituire una newco della quale saremo soci determinanti, sia pure con una quota di minoranza. Al di là di questo gli effetti saranno quelli di mettere a disposizione del territorio un Interporto ancora più in grado di assicurare alle imprese manifatturiere, migliori collegamenti con i mercati mondiali. La partnership con un operatore logistico di caratura internazionale assicura più relazioni, offre più opportunità perché inserisce Interporto Padova in una rete globale più ampia di quella attuale. E questo è particolarmente importante proprio ora: se i dazi che gli Stati Uniti saranno davvero come sono stati presentati in queste ultime due settimane, è evidente che molte imprese saranno spinte a cercare altri mercati. Disporre di un sistema logistico che offre già i collegamenti con questi nuovi mercati è un fattore competitivo determinante per il tessuto produttivo del Nord-est. Aggiungo che l’accesso a queste relazioni è assicurato anche alle piccole e medie imprese, non è e non sarà necessario movimentare decine di container alla volta per poter salire sui treni che partono dal nostro interporto».
Quali misure concrete sono state previste per garantire che il controllo pubblico rimanga su aspetti fondamentali dell'Interporto?
«Riprendo quello che dicevo prima: non confondiamo Interporto Padova Spa, che è e rimarrà un’impresa a maggioranza pubblica, con la newco che andiamo a creare. L’operazione che noi realizziamo riguarda solo il terminal intermodale che è poco più di un decimo della superficie totale di proprietà dell’Interporto e che, tra le molteplici attività, pur essendo molto importante per l’attività complessiva, assicura una marginalità bassa. Interporto Padova svolge anche un’importantissima attività di locazione dei suoi oltre 300 mila mq di magazzini logistici, attività che assicura la maggior parte dei ricavi. La percentuale di locazione è da anni al 99% e c’è la lista d’attesa degli operatori logistici per insediarsi nelle nostre strutture. Quindi la governance di Interporto Padova rimarrà invariata. E dirò di più: anche se non avremo la maggioranza nella nuova società che andrà a gestire il terminal, nello statuto saranno inserite clausole di salvaguardia del ruolo di Interporto Padova a tutela dell’interesse pubblico. In questo senso, la newco realizzerà un partenariato pubblico-privato di tipo istituzionale. Ad esempio non sarà possibile cambiare la destinazione d’uso del terminal stesso. Inoltre, il terminal intermodale dovrà rimanere aperto a tutti gli operatori della logistica e dovranno essere assicurati i posti di lavoro e le condizioni contrattuali dei lavoratori. Interporto, con questa operazione, assume la responsabilità di vigilare sul raggiungimento di questi obiettivi».
Quali criteri verranno utilizzati per selezionare il partner internazionale e come si assicurerà che sia allineato con gli interessi locali?
«Ovviamente i dettagli saranno esplicitati nel bando di gara che contiamo di mettere a punto una volta completato l’iter di approvazione del progetto da parte dei soci pubblici di riferimento. Adesso possiamo dire che sarà una gara che valuterà l’offerta economicamente più vantaggiosa. Non guarderemo solo l’offerta economica al rialzo sul valore della partecipazione che metteremo in gara ma anche il progetto industriale che ci verrà sottoposto. A tutela degli interessi del tessuto economico e sociale territoriale, la partnership porterà ad una crescita dei traffici del terminal, noi pensiamo che in alcuni anni si possa passare dai circa 410 mila TEU (semplificando, container) di oggi a 750 mila. Questo obiettivo sarà raggiunto grazie ai nuovi collegamenti ferroviari e alle nuove relazioni che potremo sviluppare attraverso il nostro partner (le infrastrutture ferroviarie esistenti ci permettono raddoppiare quasi gli 8000 treni/anno di adesso). Tutto il Nord-est avrà accesso, attraverso l’Interporto di Padova, a nuove possibilità di connessione con i porti di tutto il mondo e gli interporti di tutta Europa».
Ufficio Stampa Confapi Padova