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I COLLI EUGANEI DIVENTANO RISERVA DELLA BIOSFERA UNESCO: 34 MILA ETTARI E SEI ZONE “CORE” DA PRESERVARE

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L’area collinare e termale è il ventesimo sito in Italia a ottenere il riconoscimento Unesco. Ora ci sono due anni per formare la governance che reggerà il nuovo organismo, 25 i componenti del Comitato di gestione, 15 i comuni coinvolti.

 

Venerdì 5 luglio, durante i lavori della 36^ Sessione dell’International Coordinating Council of the Man and the Biosphere (MAB) Programme ad Agadir (Marocco), è stata ufficialmente proclamata la Riserva della Biosfera “Colli Euganei” all’interno del programma MAB UNESCO.

La candidatura dei Colli Euganei, coordinata dall’Ente Parco Colli Euganei, è stata riconosciuta per il suo eccezionale valore naturale e culturale, nonché per l’impegno dimostrato nella promozione di pratiche di sviluppo sostenibile che rispettano e valorizzano le risorse ambientali locali. Questo prestigioso riconoscimento conferma l’importanza dell’area collinare come esempio di equilibrio tra conservazione della biodiversità e sviluppo umano.

La decisione è stata presa all’unanimità dai delegati dei 35 Stati membri del Consiglio intergovernativo in rappresentanza degli oltre 180 Stati parte del programma MAB dell’UNESCO. La rete delle Riserve mondiali MAB UNESCO si compone di 748 siti in tutto il mondo di cui 20 in Italia.

IL TERRITORIO

La candidatura dei Colli Euganei è stata avanzata a settembre 2023 dal presidente del Comitato Nazionale MAB UNESCO, professor Pier Luigi Petrillo. Nel documento si evidenziavano le caratteristiche dei Colli Euganei che vantano un paesaggio spettacolare caratterizzato da un gruppo di 81 pittoresche colline vulcaniche di altezza variabile da 300 metri a 600 metri nella Pianura Padovano-Veneta a sud-ovest della città di Padova, tra cui il Monte Venda, la collina più alta della regione, oltre a centri termali e a una rigogliosa pianura agricola con numerosi uliveti e vigneti.

La riserva MAB UNESCO dei Colli Euganei è il più grande bacino termale d’Europa, con una superficie di circa 23 km2. L’area totale del sito ora iscritto nella lista dell’UNESCO è di 34.090 ettari, ed è divisa in tre zone.

La più significativa è la “Zona Core”, in cui senza alcun ostacolo o attenuante va preservata la biodiversità vegetale e animale: comprende il Monte Grande-Monte Madonna, che si estende poi anche ai monti Altore, Comun, Pendice, Pirio, Venda, Vendevolo, Rua, Monte delle Valli, Alto, Ventolone, Rusta, Calbarina, comprendendo sei aree centrali che coprono una superficie di 2.980,51 ettari, vale a dire 8,74% del sito proposto.

Ci sono poi le zone cuscinetto che coprono un totale di 5.331 ettari e rappresentano il 15,21% dell’area: qui è prevista la presenza umana ma con attività a basso impatto, e comunque in termini di silvicoltura, agricoltura ecologica ed ecoturismo.

Infine le aree di transizione, che coprono 25.925 ettari e corrispondono al 76,05% del territorio totale del sito.

Il sito proposto comprende 15 comuni in provincia di Padova con una popolazione complessiva di 111.368 abitanti: Abano Terme, Arquà Petrarca, Baone, Battaglia Terme, Cervarese Santa Croce, Cinto Euganeo, Este, Galzignano, Lozzo Atestino, Monselice, Montegrotto Terme, Rovolon, Teolo, Torreglia, Vo’. Si estende in parte nel parco regionale dei Colli Euganei e in parte in altre aree esterne al Parco.

IL “BOLLINO” UNESCO

Il Programma MAB UNESCO (Man and the Biosphere Programme) nasce nel 1971 come programma intergovernativo volto a fornire basi scientifiche alle azioni di impulso all’uso sostenibile e razionale, oltre che alla conservazione, delle risorse della cosiddetta “biosfera”, incoraggiando, allo stesso tempo, formule equilibrate di gestione nel rapporto uomo/ambiente a livello globale. Uno degli elementi “euganei” su cui ha puntato la candidatura è la presenza di una marcata biodiversità. I Colli, infatti, sono un mosaico di habitat e specie unico nel loro genere e che si compone di elementi di carattere continentale e sub-mediterraneo. Sono inoltre presenti 8 habitat di interesse - di cui 4 di importanza prioritaria - e 44 habitat di specie e biotipi unici. Comprendono corsi d’acqua, sorgenti fredde e calde e laghetti termali. In questo contesto crescono ben 1.592 piante vascolari, di cui due endemiche e molte sub-endemiche.

L’ITER

Il lungo percorso che ha portato al successo è stato avviato a ottobre 2021, con la comunicazione al comitato Mab (Man and the Biosphere) Unesco nazionale. Nei primi mesi del 2022, i 15 Comuni coinvolti hanno votato una delibera di pre-adesione non vincolante e, nel frattempo, è stata intrapresa un’attività di divulgazione dell’iniziativa. La fase pubblica invece è iniziata l’8 ottobre 2022 con un convegno a Lozzo Atestino. La redazione del dossier è stata accompagnata da incontri con la cittadinanza, tavole rotonde con le amministrazioni, approfondimenti con giovani, operatori del turismo e dell’economia locale, nonché con altre Riserve della biosfera italiane e internazionali. A settembre dell'anno scorso il dossier di candidatura è stato consegnato al comitato tecnico nazionale Mab a Roma. A fine agosto, i 15 Comuni avevano firmato a Este un atto vincolante che certificava la volontà di andare avanti.

Per certi versi, però, questo percorso ha le sue origini nel lontano 1971, con l’approvazione della legge Romanato-Fracanzani. Con tre cementifici all’attivo, i Colli erano il territorio con la più alta produzione al mondo di cemento per chilometro quadrato. Raccogliendo le istanze della cittadinanza, i parlamentari veneti Carlo Fracanzani e Giuseppe Romanato presentarono un progetto di legge che non lasciasse margini di interpretazione ai cavatori che, giorno dopo giorno, divoravano un ecosistema millenario. La legge n. 1097, promulgata il 29 novembre 1971, passò alla storia come la “Romanato-Fracanzani”. Degli anni 80 è la riscoperta e valorizzazione del valore ambientale del territorio, mentre nel 1989 è stata istituita l’area protetta del Parco Regionale dei Colli Euganei.

LA GOVERNANCE

L’Unesco dà alla nuova Biosfera un arco di tempo di due anni per formare pienamente la governance che reggerà il nuovo organismo. Il ruolo di Coordinatore sarà del Parco Colli, che sarà affiancato da un Comitato di Gestione formato dai rappresentanti dei principali portatori di interesse del territorio: 25 componenti, tra cui un delegato del Parco, 5 referenti dei 15 Comuni del territorio, un rappresentante ciascuno per Regione e Provincia, ma anche i portavoce di istituti scolastici, categorie, Camera di Commercio, Gal, Pro loco, Ogd, Consorzio di bonifica, Bioce, Fondazione Caroparo e altri ancora, fino ai 3 rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Altre due realtà fondamentali saranno la Cabina di Regia e l’Assemblea. La prima è organo ristretto e operativo del Comitato di Gestione: i componenti, 8 in tutto, vengono pescati proprio da questo comitato. L’Assemblea è strumento ampio che avrà il compito di stimolare e monitorare l’operato del Comitato di Gestione.

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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