Fratelli d’Italia diventa il primo partito: passa dal 6 al 37%. Pieno di preferenze per Elena Donazzan (seconda donna più votata dopo la premier) che lascerà il posto nella giunta Zaia, in Europa anche i consiglieri regionali Daniele Polato (FdI) e Cristina Guarda (Verdi).
Fratelli d’Italia diventa il primo partito veneto: passa dal 6 al 37%. Pieno di preferenze per Elena Donazzan (seconda donna più votata dopo la premier), che rilancia la sua leadership in Veneto. Pensando anche al futuro. Perché se è vero che sui social Donazzan si esprime così: «63.251 grazie a tutti voi che mi avete dato la vostra fiducia per andare a rappresentare il Veneto e l’Italia in Europa. Sono emozionata e commossa da un risultato che ha superato le mie aspettative, essere la donna di Fratelli d'Italia più votata a livello nazionale dopo la nostra immensa Giorgia mi riempie di orgoglio perché questo risultato esprime il vostro giudizio positivo sul mio operato in questi tanti anni da assessore regionale. E ora… pronti a cambiare l’Europa!». Nelle interviste a commento del voto, però, non si nasconde: «Io presidente della Regione? È sempre il mio sogno e quello resta. Certamente il 37% che Fratelli d’Italia ha registrato in Veneto, con il più alto scarto in positivo, fa ben dire che nel caso in cui non dovesse esserci una modifica di legge, e quindi Zaia non potesse più fare il presidente, Fratelli d'Italia potrebbe non rivendicare ma proporre una candidatura alla presidenza. Non nascondo che tra questi io metto sempre la mia disponibilità, al servizio dei veneti e di Fratelli d’Italia».
Ma chi potrebbe prendere il suo posto nella Giunta Regionale, dove teneva deleghe importantissime essendo assessore a Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità? I rumors di palazzo vedono tra i candidati il padovano Enoch Soranzo, per dieci anni da sindaco di Selvazzano Dentro e, nel mezzo, Presidente della provincia di Padova. Un consenso vasto, da quasi 6 mila preferenze alle ultime elezioni regionali per lui, che nel caso dovrebbe abbandonare il ruolo da coordinatore padovano di Fratelli d’Italia. In Consiglio Regionale al posto di Donazzan dovrebbe invece entrare il veronese Stefano Casali, non eletto alle Regionali del 2019. A lasciare il Consiglio anche il veronese Daniele Polato, pronto a volare a Bruxelles al posto della premier Meloni e, probabilmente, la vicentina Cristina Guarda (Verdi) se Mimmo Lucano opterà per il seggio di un'altra circoscrizione.
In generale, in Italia la Lega si ferma al 9%, nel Nord Est arriva al 10 perde ben 31 punti rispetto alle precedenti Europee (mentre il Pd resta stabile ma sale al secondo posto). Nelle file del Carroccio i malumori sono evidenti. Il più pungente è l’assessore Roberto Marcato che sui social scrive ironicamente: «Mettiamoci una decima sopra», collegandosi alle ultime “sparate” del generale Roberto Vannacci e i suoi riferimenti alla fascista X Mas. Un risultato deludente, gratificante solo per Salvini, che su Vannacci ha puntato tutta la campagna elettorale.
Così invece il governatore Luca Zaia: «Oggi la vincitrice di questa tornata è senza dubbio Giorgia Meloni. Ma io ho visto parecchie elezioni simili a queste: penso alla Forza Italia dei grandi risultati, ma anche l’enfant prodige Renzi che alle Europee del 2014 fece il 42% in Veneto e poi la Lega nel 2019 con il 49,9%. Ma domani è un altro giorno. Bisogna non farsi condizionare troppo in un’elezione che ha avuto una bassa affluenza alle urne e a in un tipo di elezione che è quello che affascina meno gli elettori».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it