L'idrovia Padova-Venezia deve rientrare fra le priorità del piano nazionale delle opere pubbliche, in quest'ottica Confapi Padova è stata tra i promotori di un utile incontro di approfondimento a Battaglia Terme. Il presidente Valerio: «Non è una questione legata ai partiti ma alla salvaguardia del territorio». Il caustico intervento del professor D’Alpaos: «Se ne parlerà solo dopo una catastrofe». Le slides con i dati e la cronistoria del progetto presentate nell'occasione.
Si è tenuto, venerdì 17 marzo, l’incontro dedicato all’idrovia veneta a Battaglia Teme organizzato dal Gruppo per l’Idrovia con la perfetta organizzazione dell’Amministrazione locale che ha offerto anche il patrocinio dell’evento.
Dopo il saluto di rito del sindaco Massimo Momolo e di Paolo Cestaro per il Gruppo per l’Idrovia, la giornalista Sara Zanferrari, brillante conduttrice della serata ha introdotto due dei redattori del progetto preliminare, Massimo Coccato ed Enrico Frank, chiamati a illustrare le parti essenziali dell’opera. Essenziali ma estremamente significative per la sicurezza dal rischio idraulico dei territori veneti, per le positive opportunità ambientali offerte, per l’apporto di sedimenti e acqua dolce per la laguna oltre che le enormi potenzialità economico offerte dall’opera (soprattutto in presenza futura di un necessario porto d’altura che superi gli oggettivi limiti del porto veneziano in laguna) dal punto di vista trasportistico, dal progetto preliminare approvato nel lontano 2016.
Molti gli interventi da parte delle associazioni componenti il Gruppo per l’idrovia, a partire da quella di Paolo Cestaro, presidente di Legambiente (Circolo di Selvazzano) e di Carlo Valerio, presidente Confapi (Associazione delle medie piccole imprese di Padova), che ha rimarcato: Il presidente Valerio: «Il nostro territorio è ormai tutto artificiale, questa è un’opera fondamentale per salvaguardarlo. Questa non è una questione legata a questo o quel partito, ma alla messa in sicurezza di un ampio territorio minacciato dalle alluvioni. Un’area che comprende i bacini del Brenta e del Bacchiglione, dunque le città di Padova e Vicenza, oltre che la parte occidentale della Laguna Veneta».
Sono poi intervenuti Augusta Sasso, vicepresidente dell’associazione Brenta Sicuro, il sindaco di Bovolenta Anna Pittarello oltre che il prof. emerito Luigi D’Alpaos, luminare di ingegneria, che ha usato la sua proverbiale schiettezza sullo scarso interesse attorno alle tematiche del rischio idraulico e geologico, constatando che sull’idrovia l’interesse dei decisori politici è direttamente proporzionato alla criticità in atto. «È molto probabile, quindi, che dell’opera si tornerà a parlare in modo serio, e costruttivo pe la sua realizzazione, solo all’indomani di eventi catastrofici che, dicono in modo unanime gli esperti, accadranno. Non abbiamo una data ma stanti le manutenzioni e soprattutto le opere realizzate (solo una parte di quelle necessarie) gli eventi alluvionali sono perfettamente prevedibili».
Vi è stato anche un intervento telefonico della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, che ha riconfermato piena disponibilità a condividere la battaglia del Gruppo per l’idrovia e di tutti quei cittadini che ritengono indispensabile l’opera. A questo punto è necessario che l’intera politica Veneta si mobiliti, e trascini tutte le forze politiche nazionali, per l’iniziale traguardo della progettazione avanzata (definitiva ed esecutiva), che permetterebbe di accedere alle molteplici fonti di finanziamento per terminare l’opera. Senza un risveglio della necessità di completamento dell’opera siamo destinati alla mediocrità e costantemente esposti, come cittadini ed economia, al rischio idraulico.
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Ufficio Stampa Confapi Padova