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IMPRESE, ECONOMIA E FINANZA: ECCO COSA C’È SCRITTO NEI PROGRAMMI DEI PARTITI

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L’8 e 9 giugno 2024 in Italia si voterà per eleggere 76 nuovi componenti del Parlamento europeo. In questo articolo abbiamo raccolto le proposte dei partiti, da sinistra a destra, che, sondaggi alla mano, hanno la possibilità di essere rappresentati per quanto riguarda più direttamente gli interessi delle imprese (nell'infografica in alto l'attuale ripartizione dei seggi nel Parlamento UE).

 

SOCIALISTI E DEMOCRATICI (S&D) - PARTITO DEMOCRATICO

--> LA PAGINA DEDICATA A ECONOMIA E IMPRESE NEL SITO S&D

“Sosteniamo il completamento dell’Unione di capitali, per consentire alle imprese di raccogliere finanziamenti privati alle stesse condizioni, e dell’Unione Bancaria con un meccanismo di protezione dei depositi a livello europeo e un fondo di liquidità per garantire la stabilità finanziaria”, sostiene il programma del PD.

E inoltre “È urgente rimettere al centro dell’agenda europea la creazione di una capacità fiscale comune, e superare un’impostazione che dà ancora prevalenza in particolare ai contributi nazionali. Un bilancio che corrisponde all’1% del Pil europeo è del tutto inadeguato alle sfide cui l’Unione è chiamata, deve essere significativamente rafforzato”.

Il PD dice inoltre sì alla cosiddetta Tobin Tax: “L’Ue deve continuare gli sforzi per introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, rilanciando il processo di cooperazione rafforzata e, in assenza di un accordo globale sulla ridistribuzione dei diritti fiscali, attuando una tassa comune nel mercato interno per le multinazionali che operano nell’Ue”.

E poi, “Sosteniamo l’attuazione di una tassazione coordinata sui capital gains negli Stati membri. Appoggiamo la richiesta di armonizzare le basi imponibili sul reddito delle società, in linea con il processo in corso presso OCSE e G20”.

“Serve superare l’unanimità in materia fiscale, per armonizzare il livello di tassazione infraeuropeo secondo parametri di equità e di trasparenza. Non tolleriamo l’esistenza di paradisi fiscali all’interno dell’Ue… vogliamo quindi fissare un principio semplice: le tasse vanno pagate dove si realizzano i profitti”.

Il programma del Partito Democratico

 

RENEW EUROPE - STATI UNITI D’EUROPA

--> LA PAGINA DEDICATA A ECONOMIA E IMPRESE NEL SITO DI RENEW EUROPE

Al piano per favorire investimenti e crescita è dedicato il capitolo 7 del programma del partito, presentato da Matteo Renzi e Riccardo Magi. Ma la dichiarazione programmatica è contenuta nel capitolo 11:  "Il programma economico che la Lista Stati Uniti d’Europa vuole realizzare è semplicemente il programma che il Presidente Draghi ha proposto al Paese e all’Europa".

“L’Europa ha perso competitività rispetto ad altre grandi potenze le cui politiche si sono rivelate più efficaci, in un quadro di tensioni innescate dalla pandemia e dalla guerra, nel proteggere il loro sistema produttivo, nell’orientare gli investimenti verso le loro economie domestiche o nell’aumentare la nostra dipendenza da esse”, si legge.

Mario Draghi ha suggerito un radicale cambio di paradigma: bisogna passare da un’Europa dei trasferimenti, in grado solo di allocare risorse agli Stati nazionali in tensione competitiva tra loro, a un’Europa degli investimenti, in grado di investire direttamente su un’economia che poggia su grandi punti di forza: la pace e la stabilità interna, il mercato unico più grande del mondo, una moneta unica e forte. In questo senso la produttività europea ha ampi margini di crescita che prescindono dalla competizione per sottrarre quote di crescita agli altri. Ma il bilancio europeo ammonta solo all'1% della somma dei PIL nazionali, cifra nettamente insufficiente, e l’Unione europea non ha oggi gli strumenti né le competenze per dare risposte tangibili ai cittadini europei. Occorre identificare nuove risorse con l’obiettivo di raggiungere il 5% dei PIL e dotarsi di una vera e propria unione fiscale come completamento imprescindibile dell’unione monetaria.

Inoltre, il Recovery Fund ha dimostrato che il debito comune si può fare ed è conveniente per tutti. Ci batteremo per renderlo strutturale. Tra i tanti – regole fiscali, politica monetaria, concorrenza, unione bancaria, ecc. – l’unione del mercato dei capitali è il fronte dell’integrazione economica che è rimasta più indietro: nell’Unione Europea abbiamo ancora 27 mercati dei capitali diversi, con regolamentazioni diverse, con tassazioni diverse, con procedure diverse. Invece per finanziare lo sviluppo anche dal punto di vista privato, e per allargare le opportunità dei risparmiatori europei, dobbiamo andare verso un unico mercato dei capitali: in prospettiva persino una unica Borsa, ma nel frattempo sarebbe sufficiente armonizzare le regole dei mercati nazionali e allargare lo spazio di regolamentazione e supervisione attribuito all’ESMA, l’autorità di regolamentazione europea che ad oggi ha solo funzioni di coordinamento delle autorità nazionali.

Diversamente dal mercato dei capitali, l’unione bancaria ha fatto alcuni importanti passi sia in termini di attribuzione di compiti ad un’autorità federale (in questo caso la Banca Centrale Europea) sia in termini di regole comuni. Ma servono due, decisivi, passi: lo schema comune di assicurazione per i depositi, per spezzare definitivamente il circolo vizioso tra crisi bancarie e bilanci nazionali e instaurare vere forme di condivisione del rischio; regole di risoluzione bancaria comuni anche per gli istituti più piccoli, che però superino la rigidità inutile del decennio scorso e prendano l’esempio da quanto accade negli USA, dove hanno un quadro di intervento flessibile che riesce a intervenire con successo prima che il danno sia irreparabile.

E inoltre, "il sistema industriale deve rappresentare player fondamentale e volano in un percorso di decarbonizzazione che, contemperando sviluppo e rispetto dell’ambiente, sappia competere e concorrere con USA e Cina".

Il programma della lista “Stati Uniti d’Europa”


RENEW EUROPE - AZIONE-SIAMO EUROPEI

--> LA PAGINA DEDICATA A ECONOMIA E IMPRESE NEL SITO DI RENEW EUROPE

“L’impegno per la transizione ambientale è non solo necessario per salvare il pianeta, ma rappresenta anche un’opportunità per cittadini e imprese” è scritto nella parte economica del programma di Azione. “Pensiamo che vada riformato tutto l’impianto del ‘Green deal’. Sappiamo che molti obiettivi in esso contenuti non sono materialmente raggiungibili e alcune delle normative approvate (es. Case Green) risultano insostenibili finanziariamente. Riteniamo che ogni misura debba essere rivista alla luce di una serie di analisi di impatto tecnologicamente neutrali, corredate da una chiara indicazione delle fonti di finanziamento. Per ciò che riguarda la produzione elettrica, va garantito pari sostegno normativo e finanziario a tutte le tecnologie a bassa emissione, incluso il nucleare della migliore tecnologia oggi disponibile.

“Riteniamo fondamentale che nasca finalmente una politica industriale comune, sostitutiva degli strumenti nazionali. Questi, la cui ampiezza è aumentata dopo il Covid anche per effetto della ridefinizione dei limiti degli aiuti di Stato, stanno danneggiando irreparabilmente il mercato unico. La politica industriale comune dovrà avere un capitolo relativo alla sicurezza degli approvvigionamenti e prendere atto dell’instabilità delle catene globali del valore, dovuta all’aumento della complessità del quadro geopolitico. In questo contesto dobbiamo necessariamente armonizzare le aliquote fiscali e le basi imponibili per ciò che riguarda la tassazione degli utili e delle imprese, anche per evitare la nascita di paradisi fiscali interni all’Unione. Come ha recentemente spiegato Mario Draghi al Parlamento Europeo, l’Europa ha bisogno di un massiccio piano di investimenti. Riteniamo che questo piano straordinario per gli investimenti e le competenze vada gestito direttamente dalla Commissione Europea.

Sul piano degli accordi economici internazionali “Va ripreso il percorso per un accordo commerciale con gli USA. Il negoziato per il Transatlantic Trade and Investment Partnership va rilanciato. Con la riduzione delle opzioni di mercato derivanti dal mutato quadro geopolitico, l’apertura reciproca dei mercati agli investimenti e al commercio, eliminando le barriere tariffarie e non tariffarie, diventa un’assoluta priorità per Stati Uniti e UE. L’EU-US Trade Technology Council va rafforzato e reso permanente”.

Il programma di Azione-Siamo europei

 

PARTITO POPOLARE EUROPEO (EPP) - FORZA ITALIA

--> LA PAGINA DEDICATA A ECONOMIA E IMPRESE NEL SITO EPP

Tra le riforme proposte la “Messa in comune del debito. Una strategia per affrontare le crisi finanziarie in modo più efficace, distribuendo il carico del debito in modo equo tra i Paesi membri”. E lo “Sviluppo di un’unica area finanziaria e bancaria all’interno dell’Ue per ridurre al minimo il rischio di crisi bancarie future”.

Ma anche “Una nuova politica commerciale vantaggiosa. Allineata ai nostri interessi, valori e standard europei, basata sul principio di reciprocità, contrasto al dumping e difesa settori strategici da pratiche sleali extra-Ue”.

Contro i cosiddetti “paradisi fiscali” occorre “Contribuire a ridurre le disparità tra i Paesi membri e promuovere la stabilità economica. Questo potrebbe includere l’armonizzazione delle aliquote fiscali e la collaborazione nella lotta all’elusione fiscale”.

Riguardo ai colossi del Web, secondo Forza Italia occorre “Condividere informazioni finanziarie e sviluppare regole fiscali uniformi, che impediscano ad alcune aziende di ridurre fittiziamente le loro passività fiscali”.

Capitolo Green: “Difesa della casa e revisione della Direttiva Case Green. Un Piano Europeo per la tutela della Casa che tenga conto delle specificità degli immobili in ciascun Paese, volto ad incentivare chi investe in efficientamento energetico. Tutela della filiera dell’automotive”.

E poi “Garantire incentivi per motori endotermici di ultima generazione verso una consistente riduzione delle emissioni di carbonio. Principio di neutralità tecnologica e decarbonizzazione… Sosteniamo lo sviluppo di carburanti alternativi, tecnologie a idrogeno e nuovi sistemi di alimentazione per veicoli”.

Il programma di Forza Italia-Noi Moderati

 

CONSERVATORI E RIFORMISTI EUROPEI ECR - FRATELLI D’ITALIA

--> LA PAGINA DEDICATA A ECONOMIA E IMPRESE NEL SITO ECR

No all’austerità. Nel programma è scritto che “la politica di austerità che l’Europa ha conosciuto negli anni passati non deve tornare”. Fratelli d’Italia propone quindi di “migliorare il Patto di Stabilità e Crescita nell’ottica di una maggiore flessibilità, tenendo conto delle esigenze finanziarie degli Stati membri” e “Favorire la spesa per investimenti che produce crescita economica, contribuisce a creare ricchezza e riduce il debito pubblico”.

FdI punta a “rafforzare il dialogo con la BCE affinché i tassi di interesse ufficiali possano essere ridotti fortemente, a beneficio di mutui e altri finanziamenti”.

Legata indirettamente alle imprese anche la questione dei “dazi di civiltà nei confronti degli Stati che non rispettano i nostri standard qualitativi e le buone pratiche ambientali”. Inoltre si propone di “Intervenire sulla fiscalità internazionale, lavorando per garantire un’adeguata applicazione della Global Minimum Tax e per l’approvazione del primo pilastro del Progetto BEPS (Base erosion and profit shifting), o di misure ad esso ispirate, riguardante principalmente la tassazione delle grandi società che erogano servizi digitali”. Nel programma anche la necessità di “contrastare le pratiche elusive e la migrazione delle sedi aziendali verso i ‘paradisi fiscali europei’”.

FdI, propone, inoltre, di “scorporare gli investimenti nella transizione verde dal calcolo del rapporto deficit/Pil” e di rivedere radicalmente la direttiva sulle ‘Case Green’ per tutelare i proprietari di immobili ed efficientare il patrimonio edilizio in modo graduale e sostenibile, prevedendo adeguati incentivi a livello Ue”. In tema di transizione verde, si propone inoltre di cancellare il blocco alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035: rilanciare il settore automotive secondo il principio di neutralità tecnologica, investendo su tutti i carburanti alternativi e non soltanto sull’elettrico, e sviluppare la filiera dei biocarburanti tutelando le imprese dell’indotto”.

Il programma di Fratelli d’Italia 

 

IDENTITÀ E DEMOCRAZIA (ID) - LEGA

--> IL SITO DI ID

La Lega intende “cancellare la direttiva ‘case green’, i cui obiettivi e tempistiche eccessivamente stringenti generano un’inflazione da eccesso di domanda sulle materie prime e sulle tecnologie necessarie alla ristrutturazione, ponendo un problema immediato di sostenibilità dei costi per le famiglie, per le imprese e per le finanze pubbliche.

Netta anche la posizione sulle auto a benzina anche dopo il 2035. “Siamo impegnati nel garantire a tutti i cittadini il loro sacrosanto diritto di possedere veicoli privati a prezzi sostenibili. Per far questo è necessario salvaguardare il futuro del motore endotermico eliminandone la messa al bando dal 2035 e inserendo una piena legittimazione dell’utilizzo dei biocarburanti nell’ambito della revisione del Regolamento sulle emissioni, prevista per il 2026”.

Capitolo Bce: “In uno scenario di riforma dei Trattati che possa coinvolgere anche la Banca Centrale Europea, sarebbe necessario definire come “primari” per essa gli obbiettivi di crescita economica e di piena occupazione, al pari del principale obiettivo attuale della stabilità dei prezzi, al fine di consentire la conduzione di politiche monetarie più equilibrate e meno dannose per cittadini e imprese”.

“Pur sottolineando che la materia fiscale debba restare competenza degli Stati membri, il mercato interno dell’Ue dovrebbe portare con sé anche un’armonizzazione minima in materia fiscale, in modo da evitare fenomeni di dumping fiscale tra Stati membri ad esclusivo vantaggio delle grandi multinazionali”.

Il programma della Lega

 

MOVIMENTO CINQUE STELLE (non è iscritto a nessun partito, farà parte del gruppo dei Non Iscritti - NI)

L’M5S punta su un “nuovo Patto di Stabilità” e “chiede ai Paesi in difficoltà uno sforzo fiscale maggiore alimentando quella che si chiama una ‘Europa a due velocità’ che lascia indietro i Paesi più poveri e favorisce quelli che stanno meglio. Noi non ci arrendiamo all’Europa dell’austerity… Vogliamo includere uno strumento simile a una golden rule, ossia la detrazione dal debito di alcuni investimenti produttivi tra cui quelli green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei nonché lo scorporo degli investimenti produttivi in capitale umano”.

Chiede inoltre di “Estendere la capacità di spesa dell’Ue in modo permanente e strutturale aiuterà a sostenere la realizzazione di investimenti ad alto potenziale di crescita e a sostegno della coesione e dello sviluppo delle aree più svantaggiate. L’espansione della capacità di spesa favorirebbe inoltre la creazione di uno strumento di stabilizzazione ciclica centralizzato, funzionale a garantire un’adeguata capacità di risposta dell’Unione rispetto shock simmetrici”.

Anche dall’M5S un sì alla Tobin Tax. “Chiederemo alla Commissione europea di mappare gli extraprofitti delle grandi multinazionali e di aumentare la tassa sulle transazioni finanziarie, specialmente quelle di evidente natura speculativa, e di chi investe in criptovalute perché chi ha di più deve contribuire al benessere di tutti”.

Per quanto concerne Gas e nucleare, “Dobbiamo migliorare la tassonomia ambientale, escludendo gas e nucleare, e implementare correttamente anche la tassonomia sociale. Regolamentare solo dei prodotti di finanza sostenibile sta favorendo nuove forme di greenwashing ed allontana l’obiettivo della Commissione europea di reindirizzare i mercati verso la sostenibilità”.

Il programma del Movimento 5 Stelle

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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