Verso il migliaio di positivi in Veneto, 225 a Padova
Il Veneto al momento non rischia di passare in zona gialla per i contagi covid. Lo ha spiegato mercoledì 10 novembre il presidente della Regione Luca Zaia. «A breve non c'è alcun rischio di passare in zona gialla, ma non possiamo abbassare la guardia. Il rischio esiste sempre: quello di restrizioni, di cambio di colore dell'area. Inoltre oggi è un automatismo: potremmo trovarci chiusi all'improvviso, evitiamo quindi di subire restrizioni perché tiriamo troppo la corda», ha dichiarato nel consueto punto stampa di aggiornamento della situazione con i giornalisti.
Ma cosa comporterebbe la zona gialla? «Mascherina anche all’aperto, attività restano aperte ma tornano le restrizioni sui numeri delle persone nei ristoranti, e significa varcare la soglia che porta all'arancione e poi alla rossa. Inoltre la permanenza in area colorata è di due settimane» - ha precisato la dottoressa Francesca Russo, della Direzione Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria.
«La vaccinazione un effetto clinico ce lo dà: tra i vaccinati c'è meno possibilità di avere sintomi o, se ci sono, sono lievi. I vaccinati ricoverati negli ospedali inoltre sicuramente non la fanno da padrone nelle terapie intensive, dove primeggiano invece i non vaccinati», afferma Zaia. Il governatore del Veneto confronta i dati relativi ad oggi e al 10 novembre dello scorso anno. Il 10 novembre 2020 in Veneto a fronte di 50mila tamponi erano stati individuati 2763 positivi (con una incidenza del 5,47%) ed erano ricoverate in terapia intensiva 210 persone, mentre 1700 si trovavano ricoverate nelle aree mediche. Oggi, con l'84,7% dei veneti vaccinati e 84mila tamponi effettuati, si sono individuati 931 positivi (con una incidenza dell'1,11%) mentre i ricoveri nelle terapie intensive sono 57 e 273 quelli nelle aree non critiche. La zona più colpita è Padova, che incide sul conteggio di oggi con 225 casi, ma si stanno alzando quasi tutte le province.
Ufficio Stampa Confapi Padova