Diventa Socio
Iscriviti alla Newsletter
Iscriviti alla Newsletter
Ritorna a Confapi Padova

Italia: madre per le aziende, matrigna per le tasse

casasco2.jpg

Nel suo editoriale sull'ultimo numero di Confapipress, Maurizio Casasco, presidente di Confapi nazionale, riflette su un tema sollevato da Confapi Padova («ABOLIRE LE TASSE SULLA CASA? PRIMA VENGONO I CAPANNONI INDUSTRIALI»): bene eliminare Imu e Tasi per la prima casa, ma prima meglio farlo sui fabbricati, che sono uno strumento di lavoro per le imprese. In Italia le tase sull'imponibile pesano fino al 58%, in Spagna si fermano al 29%. Ecco il suo intervento.

Da privati cittadini non possiamo che guardare con occhio benevolo all’abolizione, annunciata dal Governo, della tassa sulla prima casa. Da imprenditori siamo invece meno ottimisti e più scettici riguardo ai necessari sgravi fiscali alle aziende, da sempre annunciati, vagamente promessi in tempi lontani e in forme non ancora chiare. Non siamo disfattisti se diciamo che l’Italia, in fatto di tasse, è matrigna con tutte le aziende che ne costituiscono la spina dorsale produttiva. Non è così per il resto d’Europa. Le aziende tedesche, inglesi, e soprattutto spagnole hanno un alleato nel rispettivo regime fiscale. Meno tasse quindi più utili: un vantaggio competitivo incolmabile rispetto a quelle italiane e francesi.

L’utile netto di una qualsiasi azienda si potrebbe triplicare solo se avesse sede in Spagna piuttosto che in Italia. Colpa, nel nostro Paese, di una tassazione effettiva complessiva al 58% dell’imponibile, che in terra iberica si ferma al 29%.

Al prelievo elevato, nel nostro Paese, si associa anche un sistema burocratico complicato. Tra IRES, IRAP, tasse sugli immobili, versamenti IVA e contributi sociali in Italia un imprenditore medio effettua in un anno 15 versamenti al fisco, 6 in più di un suo collega tedesco, 7 in più di un inglese, di uno spagnolo o di un francese e 9 in più di uno svedese. Anche per essere in regola con il fisco le nostre aziende sono costrette ad occupare una parte consistente del loro tempo: con 269 ore l’anno impiegate per adempimenti fiscali, l’Italia è sesta in Europa e prima tra le grandi economie. Un’azienda tedesca ha bisogno di “sole” 218 ore all’anno (51 in meno) e fa comunque peggio di Spagna (167 ore, 102 in meno dell’Italia) e Francia (137 ore, 132 in meno). Per non dire del Regno Unito: a un sistema fiscale già leggero in termini quantitativi si accompagna un sistema di pagamento molto semplice. Gli imprenditori inglesi effettuano in un anno una media di 8 versamenti al fisco, occupando “solo” 110 ore del loro tempo, meno della metà di un imprenditore italiano.

Tasse e burocrazia che soffocano le aziende, intralciano la timida ripresa, si riverberano in maniera negativa sia su chi ha lavoro sia su chi non ce l’ha. Argomenti fin troppo discussi, ma per noi di Confapi è tempo di passare ai fatti e di farne, ora e qui, la materia principale delle nostre attuali e future battaglie.

Maurizio Casasco - Presidente Confapi

Condividi su
Stampa Stampa Italia: madre per le aziende, matrigna per le tasse

RESTA AGGIORNATO,

Iscriviti alla newsletter