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«L’IMU SULLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE? 2 MILIONI DI EURO DI CUI NON VEDREMO UN CENTESIMO»

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Intervista a Mirko Patron rieletto (alla grande) sindaco di Campodarsego, il comune più ricco dell’Alta padovana

Dopo mezz’ora dall’inizio dello scrutinio era già chiaro che avrebbe vinto e con un gran distacco dagli altri due aspiranti sindaco. Mirko Patron, 52 anni, ragioniere e perito commerciale, titolare di un’agenzia immobiliare («E in questo campo continuiamo a vivere il periodo peggiore da molti anni a questa parte») già assessore e presidente della Provincia di Padova, si è confermato primo cittadino di Campodarsego, il comune più ricco dell’Alta, quasi raddoppiando i suoi consensi: è passato dal 38.87% dei voti di cinque anni fa al 62.86% delle ultime elezioni con la lista di centrodestra “Mirko Patron sindaco di tutti”.

«Avevo la percezione che sarei stato riconfermato ma non mi aspettavo una vittoria così larga» ammette il diretto interessato. «Raggiungere queste percentuali dopo un periodo di crisi economica è un bel segnale. Sappiamo tutti che sono anni difficili ma cercheremo di fare il meglio per Campodarsego: le porte del municipio sono sempre aperte anche per chi non mi ha votato».

Lei è il sindaco di uno dei comuni più ricchi del Padovano: quanto avete avvertito il peso della crisi?
«Molto. Nel nostro territorio come altrove solo le aziende che riescono a lavorare con l’estero stanno reggendo bene la situazione. Tutti conoscono realtà storiche come la Carraro, che produce assali per macchine agricole e trattori, la Maschio, leader mondiale di particolari grandi macchinari agricoli, la Elvox, che produce tecnologie e prodotti per videocitofonia, videosorveglianza, automazioni e telefonia. Ma in realtà per queste aziende lavora tutto un insieme di piccole imprese, spesso artigianali, che oggi hanno grossi problemi».

E’ il problema dei terzisti…
«Già. Nessuno fa più magazzino, tantissimi sono fermi. Ci sono settimane in cui i nostri artigiani lavorano giorno e notte a pieno regime per rispettare le commesse e altre settimane in cui le macchine sono spente. In tanti ci hanno chiesto di riconvertire i loro capannoni a uso agricolo, per pagare meno tasse».

Cosa può fare l’amministrazione comunale per rilanciare l’economia locale?
«Purtroppo poco, anche se quel poco proviamo a farlo. Ovviamente l’aspetto che più balza agli occhi sono le imposte locali, che noi abbiamo mantenuto le più basse possibili: l’aliquota dell’Imu è rimasta al 7,6 per mille. Avremmo potuto aumentarla fino a tre punti, tenendo nelle casse del Comune la quota raccolta in più, ma abbiamo scelto di non farlo, proprio per non penalizzare i cittadini».

Il gettito della parte relativa alle attività produttive sarà elevato, in un territorio come il vostro…

«Lo è, ma finisce tutto nelle casse dello Stato. A Campodarsego parliamo di circa 2 milioni di euro, di cui noi, come amministrazione comunale, non vediamo un centesimo. E ci piacerebbe poter pensare a sgravi, almeno per chi possiede capannoni dismessi, ma farlo non è nostra competenza. I margini di manovra per un sindaco sono molto limitati».

Tasse a parte, in che altro modo potete aiutare gli imprenditori locali?
«Rendendo quanto più rapidi possibili procedure burocratiche legate ad ampliamenti e ristrutturazioni. Dando risposte solerti e senza far pagare oneri aggiuntivi. E’ poco, tenete presente, però, che noi riusciamo a farlo ma che i comuni più piccoli del nostro hanno grosse difficoltà a sopravvivere a causa dei tagli della legge di stabilità».

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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