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L'INGORGO FISCALE DI FINE LUGLIO: 773 MILIONI VERSATI DAL VENETO

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Confapi Padova: «Un rinvio di due mesi sarebbe stato inutile, servivano misure straordinarie come una moratoria di due anni finanziabile con l’emissione di buoni del tesoro»

Lo scorso 15 luglio è cominciato il lungo percorso a ostacoli delle scadenze fiscali del 2020, che si concluderà venerdì 31 con gli ultimi 26 versamenti. Tra gli appuntamenti ordinari e quelli che erano stati rimandati a causa dell'emergenza coronavirus, il mese si chiuderà con un accavallamento di 250 scadenze che riguarderanno i settori più disparati e coinvolgeranno in particolare le partite Iva. Non è stato possibile un ulteriore rinvio, che avrebbe fatto mancare alle casse dello Stato un flusso stimato dal Mef intorno agli 8,4 miliardi. Di questi, Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, sulla base del peso dell’economia del territorio sul totale nazionale, stima che 773 milioni circa arrivino dal Veneto e circa 153 milioni di euro dalla provincia di Padova.

Fra le tante scadenze, ci sono le imposte delle dichiarazioni dei redditi, la seconda rata dell’Inps, la quota aggiuntiva dei contributi, le ritenute ed i contributi, l’Iva mensile di luglio o del secondo trimestre, solo per citarne alcune. Per un lavoratore autonomo, che pure non fattura cifre enormi, si parla di migliaia e migliaia di euro.

«Sicuramente la situazione è pesante» commenta Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova, intervistato sul tema dal Mattino, «e per di più si innesta in un periodo difficile di per sé. Non solo per le difficoltà economiche ma anche per la grande confusione che regna nelle decisioni e nelle azioni governative. La burocrazia impera e ciò che viene annunciato spesso disattende le speranze. A nostro parere serviva una manovra più penetrante e d’urgenza. Era chiaro che il periodo che abbiamo attraversato avrebbe generato difficoltà anche operative per aziende e lavoratori autonomi: tutto è cambiato in pochissimi giorni e spostare le scadenze di due mesi cambierebbe poco o nulla. Chi non ha i soldi oggi non li avrà neanche a settembre».

«Quello che serviva era una moratoria, spostando le scadenze non di due mesi ma di due anni. Un’operazione impegnativa, da rendere trasparente e pubblica con l’emissione di buoni del Tesoro. Normalmente lo Stato si indebita emettendo buoni che vanno recuperati. Bene, questo “buco” di 8 miliardi si poteva finanziare con un’operazione di questo genere, che garantisce il rientro dei soldi, anche con un piccolo interesse. E ai lavoratori dà l’opportunità di diluire il pagamento. In questo momento così particolare servono idee eccezionali, che superano i problemi e i dubbi della burocrazia».

Ecco come il Mattino ha riportato la stima di Fabbrica Padova:

LA RABBIA DELLE PARTITE IVA, "POCHI INCASSI SOLO TASSE" - IL MATTINO DI PADOVA 24 LUGLIO 2020 (PRIMA PAGINA)

INGORGO FISCALE, LA RABBIA DELLE PARTITE IVA - IL MATTINO DI PADOVA 24 LUGLIO 2020

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

 

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