Parla Luciano Simonetto rieletto (alla grande) sindaco di Pernumia
«Dicono che è stata una vittoria bulgara, ma è un termine che non mi piace usare» scherza Luciano Simonetto. Forse non è stato un plebiscito, ma il 64% dei consensi raccolti alle ultime elezioni con la lista “Partecipare-Condividere” da solo rende l’idea del consenso ricevuto per il secondo mandato alla guida di Pernumia. Sposato con Laura, Simonetto è dipendente della Bnl, per la quale si occupa della gestione small business. Attualmente è però in aspettativa, «perché un Comune ha bisogno di un sindaco presente. Quei voti sono un premio ma soprattutto uno stimolo a fare ancora meglio». E da primo cittadino risponde alle domande di Confapi Padova.
Come ha reagito il suo comune alla crisi?
«Mi sento di dire: meglio di altri. Nel nostro territorio è presente un tessuto di piccoli negozi che, pur tra varie difficoltà, sono riusciti a resistere, ed è un discorso che vale per il centro cittadino come per la zona artigianale. Posso citare l’esempio della Ovs, azienda di minuteria meccanica che si è trasferita a Rovigo, spostandosi di pochi chilometri, ma è un caso isolato. E poi c’è un settore che ha continuato ad assorbire manodopera giovanile: quello dell’agricoltura intensiva, in particolare di asparagi e zucchine».
Quale sarà la politica sulle tasse?
«Confidando che ogni cosa vada per il meglio, cercheremo di mantenerle il più basse possibile, come già fatto nei precedenti cinque anni di amministrazione. Dallo Stato, come sapete, non arrivano nulla ai comuni come il nostro, ma noi abbiamo fatto il possibile per non pesare sulle tasche dei nostri cittadini, mantenendo basse le varie aliquote Imu e Tasi. Con le limitate risorse a disposizione abbiamo fatto molto: dalla sistemazione del giardino del cimitero al rifacimento di piazza Ruzante; dalla realizzazione di un punto per il prelievo del sangue all’imminente realizzazione di un’isola ecologica, per non parlare della nuova pista ciclabile che parte dalla Statale 16 e attraversa Pernumia, Tribano, Pozzonovo, Bagnoli e Anguillara, costruita grazie ai contributi di Comunità Europea e Ministero».
Una faccenda spinosa a Pernumia: la questione C&C? Una storia che ha inizio diversi anni fa, attorno alla metà del 2002: la ditta si occupava del recupero di rifiuti speciali provenienti da industrie chimiche, siderurgiche e termoelettriche. Come noto nell’ex fabbrica sotto sequestro sono stivate 52 mila tonnellate di rifiuti.
«Con la mia amministrazione sono finalmente stati aperti i cancelli della C&C e siamo riusciti a ottenere ben due milioni di euro in due tranches da 500 mila e da un milione e mezzo, dalla Regione Veneto, come contributo per la bonifica e l’asporto dei rifiuti pericolosi. Certo, per completare il tutto ne servirebbero altri, stimabili tra gli 8 e i 12 milioni. Ma sono fiducioso di poter ottenere altri finanziamenti nei prossimi anni: proprio di recente ne ho parlato con il ministro all’ambiente Galletti. Occorre che sia chiaro che la questione C&C non riguarda solo Pernumia, o Battaglia o Due Carrare, ma l’intero territorio: pensate solo a cosa accadrebbe se un’alluvione o una calamità di qualsiasi tipo portasse il materiale tossico in laguna».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
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«LA C&C E’ UN PROBLEMA NAZIONALE. LA CRISI? CI HA SALVATO L’AGRICOLTURA INTENSIVA»
17.08.2015