Deputati e senatori veneti scenderanno da 74 a 48 e nei partiti è già lotta aperta per accaparrarsi un posto. Unica eccezione Fratelli d’Italia. A due settimane dalla presentazione delle liste abbiamo provato a capire come saremo rappresentati nella prossima legislatura, partendo da chi era stato eletto nel 2018 (e dai 14 parlamentari che hanno cambiato schieramento).
La legge costituzione modificata nel 2020 prevede che alla Camera approdino 400 deputati e non più 630 e, al Senato, 200 anziché 315. Cosa cambia per il Veneto? Su 392 deputati ne esprimerà 32 anziché 50 e su 196 senatori, soltanto 16 lo rappresenteranno (prima erano 24). Numeri che bastano a raccontare il clima teso di questi giorni nei piani alti dei partiti: gli scranni si sono ridotti di oltre un terzo, sono 26 i parlamentari destinati a diventare “ex”. Ecco perché ci sarà da sgomitare, tranne, a quanto pare, che in casa Fratelli d’Italia.
IL SISTEMA ELETTORALE
Il “Rosatellum”, la legge elettorale con cui si andrà a votare, prevede collegi più grandi in cui si voterà con un sistema proporzionale - che assegna cioè i seggi alle liste in proporzione ai voti presi, in Veneto promuovendo 31 candidati - e altri più piccoli impostati su un sistema maggioritario - in Veneto sono 17 - in cui vince il candidato che prende anche solo un voto più degli altri. Ci sono le soglie di sbarramento, 10% per le coalizioni, 3% per le liste - anche se sono in coalizione. E va posta attenzione alle cosiddette “quote rosa”: nessuno dei due generi, maschio e femmina, può superare il 60% delle candidature. In questo articolo (ELEZIONI DI SETTEMBRE, LE CIRCOSCRIZIONI IN VENETO) abbiamo provato a fare chiarezza sul tema - in verità parecchio oscuro - della composizione dei collegi.
CENTRODESTRA AVANTI
Perché non va sottovalutata la distinzione fra uninominali e plurinominali? Perché, in base agli attuali sondaggi, in Veneto gli uninominali andrebbero tutti al centrodestra. Secondo l’elaborazione di Youtrend, 17 seggi sui 48 complessivi andranno spartiti fra Lega (in discesa), FdI (in dirompente crescita), Forza Italia e Udc. Le ipotesi più accreditate, sui 17 uninominali, prevedono un seggio a Coraggio Italia, uno all’Udc, 3 a FI, 6 alla Lega e 6 a FdI.
Diverso il quadro del plurinominale. Ecco che aria tira nelle sedi dei principali partiti.
FRATELLI D’ITALIA
Luca De Carlo, bellunese, sindaco di Calalzo, dal 2020 a Palazzo Madama dove è subentrato allo scomparso Stefano Bertacco, il veronese Ciro Maschio, la vicentina Maria Cristina Caretta e il padovano di nascita e romano d’adozione Adolfo Urso, presidente del Copasir: sono gli attuali parlamentari di FdI, partito che potrebbe passare dal 4% del 2018 al 15% se non addirittura al 20% oggi, raddoppiando gli eletti in Veneto. Candidature? In attesa di annunci, tra i volti noti si dice che potrebbero tentare la corsa l’assessore regionale Elena Donazzan e anche la padovana Elisabetta Gardini.
LEGA
Nel 2018 la Lega in Veneto aveva raggiunto il 32% nella circoscrizione Veneto 1 e il 32,39% nella circoscrizione Veneto 2, mentre al Senato era arrivata al 31,78%, totalizzando 32 eletti. Resteranno a casa in tanti, probabilmente la metà o più di loro. Le decisioni saranno prese da Matteo Salvini, si dice dopo una prima scrematura operata da due padovani, il deputato Massimo Bitonci e il commissario veneto Alberto Stefani. Difficile, con questo quadro, pensare a tante new entry, l’unica potrebbe essere quella del vicentino Nicola Finco.
FORZA ITALIA
Difficile azzardare previsioni. Lo strappo del ministro Renato Brunetta lascia di fatto libero un posto.
PARTITO DEMOCRATICO
Erano 10 i democratici veneti eletti nel 2018, 11 considerando anche la veronese Alessia Rotta, candidata in Toscana. Tre hanno lasciato la casa madre: la veneziana Sara Moretto, la vicentina Daniela Sbrollini e la marchigiana Lucia Annibali hanno seguito Matteo Renzi in Italia Viva. Non si escludono novità dettate anche dalla necessità di aumentare le presenze femminili. O rientri, come quello di Laura Puppato. Si sussurra che sarebbe accolto come un buon risultato piazzare sette rappresentanti a Roma.
MOVIMENTO 5 STELLE
Già ci sono state le fuoriuscite di Alvise Maniero, Silvia Benedetti, Sara Cunial (che faranno?), il rischio, nelle file del M5S, è di trovarsi senza eletti. Attesa per le mosse del ministro Federico D’Incà, l’unico pentastellato ad applaudire il premier Mario Draghi alla Camera. Resta da capire quanti seguiranno il ministro Di Maio, che martedì ha presentato il suo partito, “Insieme per il futuro”, precisando che avrà sue sedi locali.
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I 74 PARLAMENTARI VENETI DELLA LEGISLATURA IN CORSO (2018-2022):
CHI SONO, CON QUALE PARTITO SONO STATI ELETTI
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova