"È in corso un tentativo di monopolio della rappresentanza" nel mondo delle imprese. A lanciare l'allarme è stato Maurizio Casasco, presidente della Confapi, in occasione del 70esimo anniversario della Confederazione italiana della piccola e media industria privata
Per Casasco c'è il rischio concreto di un "clima di regime della rappresentanza". "Ci arrivano da più parti voci di un progetto di omologazione della rappresentanza industriale", ha spiegato, chiedendo anche l'aiuto dei sindacati "affinché si eviti un regime della rappresentanza".
La Confederazione è oggi la sintesi di un ampio sistema composto da 83 mila imprese con più di 800 mila addetti, 50 sedi territoriali e distrettuali, 13 Unioni nazionali e 3 Associazioni nazionali di categoria a cui si aggiungono 2 Gruppi di interesse.
"Non trovo nessuno di noi negli elenchi annuali dei Cavalieri del lavoro - ha spiegato Casasco -, e me ne rammarico perché, senza volerlo, siamo i veri eroi del momento. Siamo davvero l'ossatura del Paese, e non abbiamo mai delocalizzato. Dobbiamo avere il coraggio di andare fieri del nostro lavoro e abbiamo bisogno di essere ascoltati".
Nel suo intervento all'iniziativa per i 70 anni di Confapi, il presidente ha anche parlato di spesa pubblica, proponendo una "una seria spending review". Per Casasco "desta sgomento il fatto che ci siano succeduti tre o quattro commissari senza risultati. Non certo per incapacità, ma perché hanno gettato le armi di fronte a una politica debole, che non si assume la responsabilità di scelte anche apparentemente impopolari”.
Altro tema caldo quello del lavoro, con il dibattito sul Jobs Act. "Se ne può condividere o meno lo spirito, ma siamo allibiti da come questo tema non sia trattato come opportunità di lavoro, ma sia diventato una sorta di 'spezzatino' da dare in pasto per eventuali accordi di coalizioni politiche. Non ci stupiamo allora del distacco tra cittadini e politica - ha aggiunto Casasco -, non ci meravigliamo allora se la gente non va più a votare, rinunciando a un diritto-dovere alla base della democrazia".
Durante la celebrazione dell'anniversario, che si è svolta all'auditorium Parco della Musica a Roma, sono state anche premiate alcune imprese associate che hanno dato lustro a Confapi. Presenti poi personalità del mondo politico e sindacale, dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti ai leader di Lega e Fdi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, alla segretaria generale della Cgil Susanna Camusso. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è intervenuto telefonicamente, mentre alla confederazione sono giunti i messaggi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente del Senato Pietro Grasso. Mattarella sottolinea come "dopo anni di difficoltà, la ripresa economica si vada diffondendo, sia pure facendo registrare differenze tra settori, territori e dimensioni di impresa".
"In particolare la difficoltà di accedere al credito rappresenta ancora un ostacolo all'espansione della crescita per le pmi, protagoniste di primo piano nella creazione di posti di lavoro nel nostro sistema produttivo. Rimangono - aggiunge il capo dello Stato - dunque, fondamentali, per affrontare la quarta rivoluzione industriale, gli strumenti di agevolazione nell'accesso al credito e gli incentivi pubblici per finanziare gli investimenti necessari. Le sfide della trasformazione digitale richiedono competenze aggiornate e strumenti adeguati in questa delicata fase di transizione. Imprese e istituzioni sono chiamate a fare la loro parte, dando vita a un sistema infrastrutturale più efficiente, incluso lo sviluppo della rete per la connettività a banda larga, a un sistema formativo integrato, una ricerca diffusa".
Per Grasso "quella di Confapi è la storia di una Confederazione che, grazie all'impegno costante alla valorizzazione della cultura imprenditoriale, ha fatto grande l'immagine del made in Italy nel mondo ha contribuito allo sviluppo economico, sociale, civile del nostro paese rendendolo sempre competitivo, innovativo e dinamico".
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