Il commento del Segretario Fiom all’accordo raggiunto. E sul riassetto delle banche venete: «colpire i responsabili»
La presenza di Maurizio Landini - Segretario generale Fiom - all’Assemblea generale di Confapi ha fornito anche l’occasione per confrontarsi su alcuni temi caldi dell’agenda politico-economica. A partire dall’ipotesi di accordo raggiunta poi nel pomeriggio del 4 luglio, tra Fim, Fiom, Uilm e Unionmeccanica-Confapi per il rinnovo del contratto nazionale delle piccole e medie imprese metalmeccaniche.
«In questa fase bisogna introdurre elementi di innovazione, nel contratto dal diritto alla formazione al modo di trovare forme che diano concreto sostegno economico anche ai lavoratori, alla sanità integrativa, allargare gli spazi di intervento sull’inquadramento degli orari di lavoro e soprattutto qualificare la contrattazione integrata». Lo ha dichiarato Landini nel corso dell’assemblea di Confapi Padova.
«Sarebbe utile che lavoratori e imprese parlassero al governo perché servono politiche industriali che in questi anni non sono state fatte, c’è il problema di far ripartire gli investimenti e di costruire reti di impresa capaci di competere» ha spiegato. «Noi consideriamo in modo negativo molte leggi fatte dal governo, in particolare quelle sul Jobs Act, perché non ci pare che il problema sia rendere più facile il licenziamento e più precario il lavoro, anzi, ora è importante investire sui lavoratori, dare risposte ai loro problemi e incentivare i comportamenti più intelligenti degli imprenditori».
Landini si era anche espresso sulla delicata questione del riassetto delle Banche venete. «Siamo di fronte ad un’operazione che rischia di creare anche problemi di credibilità, perché la quantità di soldi pubblici investiti per questo salvataggio, sia pure importante, devono avere anche un ritorno rispetto al rilancio dell’economia. Mi pare che bisognerebbe anche colpire la responsabilità per cui si è determinata questa situazione e non mi pare ci sia una reale volontà in questa direzione o per evitare che una situazione del genere si ripeta. Qui si pone anche il problema del tipo di banche che si vuole costruire, perché in questa fase avremmo bisogno anche di sistemi bancari in grado di favorire la ripresa degli investimenti» ha concluso, «purtroppo, su questo si resta indentro e legati ad una logica molto più arretrata di quella che viene applicata per esempio in Francia, in Germania».
Nella foto (di Leonardo Scarabello) Landini assieme al Presidente di Confapi Padova Carlo Valerio
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it